Diffondeva immagini di opere tutelate dalla legge sul diritto d'autore senza corrispondere i diritti
TRIBUNALE DI ROMA: Tiscali condannata a versare 40mila euro alla Siae
Roma, 4 settembre 2008. Il Tribunale di Roma, accogliendo la domanda della Società Italiana Autori Editori, ha condannato la Società di telecomunicazioni Tiscali per aver diffuso nel proprio sito Tiscali-Arte immagini di opere tutelate dalla legge sul diritto d'autore, senza richiedere l'autorizzazione né corrispondere i diritti d'autore. Lo rende noto la Siae con un comunicato che definisce "decisiva" la sentenza "di condanna contro la pirateria digitale delle opere d'arte. La riproduzione on line di opere tutelate e la relativa comunicazione al pubblico non possono infatti essere attuate senza il consenso degli autori". Molte opere di oltre 170 pittori famosi, tra cui Balla, Chagall, De Chirico, Francesconi, Giacometti, Guttuso, Klimt, Magritte, Mirò, Morandi, Picasso, Severini, Sironi, Tadini, erano state riprodotte nella sezione Arte del sito Internet di Tiscali, con possibilità per gli utenti di ingrandire, stampare o inviare le relative immagini. "La Società Tiscali - informa la Siae - aveva eccepito la legittimità della riproduzione di tali opere, in quanto funzionale all'informazione su mostre, musei e tutto ciò che accadeva nel mondo dell'arte, secondo quanto previsto dall'art. 65, 2°comma della legge sul diritto d'autore, che consente la riproduzione o comunicazione al pubblico di opere protette, ai fini dell'esercizio del diritto di cronaca e nei limiti dello scopo informativo su avvenimenti di attualità". Il Tribunale, avendo riscontrato la mancanza di tali presupposti (e cioé la citazione temporanea ed attuale di un'opera, in relazione a una mostra o a un'esposizione di opere d'arte in corso e la sussistenza del mero scopo informativo), ha disposto l'inibizione della riproduzione, con ordine di immediata rimozione delle opere dal sito Internet, con la condanna di Tiscali al risarcimento danni alla SIAE (patrimoniali e non, quantificati in 40.000 euro) e la pubblicazione della sentenza sui due principali quotidiani italiani, Corriere e Repubblica. "Le riproduzioni di opere in formato digitale erano - conclude il comunicato Siae - infatti, conservate nel sito per più giorni ed erano consultabili dopo anni, con possibilità di essere riprodotte in cartoline e utilizzate per giochi interattivi e avevano ad oggetto interi repertori di opere. Niente 'diritto di cronaca', ma riproduzione illecita di opere tutelate, con vero e proprio scopo di lucro, come dimostra l'inserzione di annunci pubblicitari nella pagina web". (ANSA).
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