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INPGI E CIPAG, GESTIONI IN AFFANNO - Itinerari previdenziali: i soli contributi raccolti non bastano per pagare le pensioni.

di Bruno Fioretti/di ItaliaOggiSette


27.2.2017 - Le gestioni previdenziali dei geometri (Cipag) e dei giornalisti (Inpgi) non riescono più a far fronte alla spesa per pensioni con i soli contributi incassati.  Una situazione che l'Istituto pensionistico dei giornalisti promette di migliorare grazie a una riforma strutturale approvata dai ministeri vigilanti nei giorni scorsi (si veda ItaliaOggi del 22/2/2017). Ma c'è da monitorare anche l'andamento del rapporto attivi/pensionati nelle casse dei ragionieri e dei notai. Soprattutto nel primo caso, la cancellazione per legge dell'albo dei ragionieri ha bloccato il flusso di iscrizioni all'ente previdenziale. Migliora nel tempo, per via delle riforme approvate negli ultimi anni, invece, lo stato di salute di tutte gli altri istituti pensionistici pur in presenza di una spesa previdenziale in crescita del 4%. Molto positivi anche tutti gli indici delle casse di nuova generazione: tanti contributi incassati a fronte di una spesa minima per pensioni, fra l'altro di basso importo (circa 200 euro al mese) quelle erogate. È la fotografia scattata dal Centro Studi di Itinerari previdenziali, che raccoglie l'esperienza del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale del ministero del lavoro poi soppresso, con il suo quarto rapporto.
Oltre alla spesa per pensioni e alle entrate contributive, il rapporto in commento analizza il «saldo pensionistico».  Quest'ultimo è un indicatore fondamentale per valutare l' equilibrio dei bilanci degli enti a 50 anni (il primo indicatore della sostenibilità della spesa nel medio e lungo termine) ed è dato dal rapporto tra le entrate contributive relative ai contributi soggettivi e integrativi e il costo per l' erogazione delle pensioni al netto delle entrate relative alle altre contribuzioni (che sono minime), dei rendimenti prodotti dalla gestione del patrimonio, delle uscite per prestazioni non pensionistiche e dei costi di funzionamento.
La nuova sostenibilità. Le norme per la redazione dei bilanci tecnici degli Enti gestori privatizzati di forme di previdenza obbligatoria e le regole per il calcolo della sostenibilità, previste dai due decreti legislativi istitutivi, sono state modificate una prima volta nel 2006 portando da 15 a 30 anni l'arco temporale per il quale garantire la sostenibilità finanziaria.  Nel 2011 la sostenibilità dei bilanci è stata aumentata a 50 anni, con il vincolo di avere sempre il saldo pensionistico positivo senza contabilizzare le entrate derivanti dai redditi dei patrimoni e senza l'utilizzo di parte degli stessi per sopperire a periodi di aumento temporaneo della spesa per pensioni.
Le situazioni più critiche.L' esame del saldo pensionistico evidenzia le difficoltà della Cassa geometri e di quella dei giornalisti (Cipag e Inpgi) che presentano un valore inferiore a uno in quanto le entrate da contributi non coprono le spese per le prestazioni. La Cassa geometri, tuttavia, nel corso del 2015 ha ridotto del 90% il deficit riducendolo a soli 2,5 milioni di euro grazie alla crescita dei contributi del 9,5% contro il 3,6% delle prestazioni, portando così il saldo pensionistico a 0,99. Si è invece ulteriormente aggravata di oltre il 28% la differenza tra contributi e pensioni con un deficit che ha raggiunto i 112,5 milioni facendo scendere il saldo pensionistico di Inpgi fino a 0,76 e questo quale conseguenza di un aumento della spesa pensionistica (+3,7%) a fronte della continua riduzione dei contributi (-2,4%) dovuta alla pesante crisi di settore con un aumento delle riduzioni di personale e delle prestazioni a sostegno del reddito (disoccupazione, mobilità). L' Inpgi, però, nel 2016 ha varato una pesante riforma che dovrebbe consentire all' Ente di rientrare in qualche tempo nei parametri previsti dalla normativa vigente. Saldi positivi. Per contro veterinari, avvocati e dottori commercialisti (le cui gestioni previdenziali fanno capo all' Enpav, alla Cassa forense, e alla Cnpadc) presentano un saldo pensionistico di tutto rispetto con valori vicini o superiori a 2, con contributi più che doppi rispetto alle prestazioni.
Ragionieri e notai (Cnpr e Cnn) presentano, invece, un saldo rispettivamente pari a 1,24 e 1,31. Da rilevare, tuttavia, che queste due categorie scontano una platea di possibili aderenti piuttosto limitata nel caso dei notai e ancora quasi chiusa e per i ragionieri con possibili criticità in assenza di variazioni normative o di revisioni.


Gli ultimi arrivati. Data la recente costituzione degli enti di nuova generazione, le prestazioni pensionistiche sono molto poche e di conseguenza il saldo pensionistico è generalmente molto positivo pur riducendosi lievemente nell'ultimo anno. Si va, infatti, dal 7,35 (più di 7 volte le prestazioni) dei periti industriali (Eppi) a oltre il 16 volte degli psicologi (Enpap) e dei biologi (Enpab).
Poco significativi anche se fortemente positivi, sono il 32,95 degli Infermieri (Enpapi) e il 132,39 degli Agrotecnici (Enpaia Agr.) influenzati, il primo, dall'ingresso a partire dal 2013 degli Infermieri con contratti di collaborazione coordinata continuativa e, il secondo, dal fatto di essere operativo a partire dal 2008 e di erogare solo 21 pensioni.


Il rapporto pensionati/attivi. Quanto al rapporto pensionati/attivi i dati migliori li evidenziano la cassa dottori commercialisti con solo 10,76 pensionati ogni 100 attivi seguiti da cassa forense (11,65) e Inarcassa per ingegneri e architetti (16,41). Più problematico il rapporto per Inpgi (57,29 pensionati ogni 100 attivi), Cassa del notariato (54,17) e medici (53,08). Impegnati nell'obiettivo di monitorare questo andamento, solo veterinari, farmacisti e avvocati (Enpav, Enpaf e Cassa Forense) sono riusciti a migliorare il rapporto nel 2015 rispettivamente del 6,4%, 4,2% e 3,3%. Molto buono anche il rapporto pensionati/attivi nelle nuove gestioni che, trascurando le due gestioni speciali in Enpaia che sono molto piccole, va dai 4,15 pensionati ogni 100 attivi di Inpgi-gestione separata ai 4,43 degli infermieri (Enpapi) con un massimo di 24,39 pensionati per 100 attivi dei periti industriali (Eppi); gli altri enti presentano un valore inferiore ai 10 pensionati. Va da sé che più passano gli anni e più aumentano i pensionati e quindi il rapporto tenderà a crescere.






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