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INPGI/FNSI E FIEG: DITE LA VERITÀ AI GIORNALISTI SUI CONTI E SULLE PENSIONI. La situazione economico/finanziaria della Fondazione è pesante: solo quest'anno dovrà procedere a disinvestimenti mobiliari per 150 milioni di euro per fronteggiare le esigenze di cassa. La Fnsi e la Fieg, come parti sociali operanti in base al dlgs 509/1994 con responsabilità nella gestione dell'Istituto, devono trovare il coraggio di dire la verità ai giornalisti italiani. E' inutile tenere la testa sotto la sabbia. In dieci anni le vendite dei giornali sono calate del 40%, mentre i ricavi degli editori si sono dimezzati. Le "Note" (datate 20/2/2017) dei ministeri vigilanti sulla riforma e sul prelievo devono essere rese pubbliche. Solo così crescerà la consapevolezza nei giornalisti di vivere un momento durissimo. Se non ripartono le assunzioni, il destino dell'Istituto è segnato. I bilanci dell'Istituto e le relazioni della Corte dei Conti sono pubblici. La Fnsi e la Fieg devono trovare anche il coraggio di spiegare che la strada dell'Inpgi è quella percorsa in anni recenti da Inpdai, Inpdap ed Enpals: la confluenza (veloce) nell'Inps con una legge ad hoc. Il giornalismo è il cuore del sistema democratico e non può essere abbandonato alla deriva con ricadute terribili sulla qualità dell'informazione. Il futuro incerto limiterebbe ancora di più l'autonomia e l'indipendenza dei cronisti e delle redazioni.

di FRANCO ABRUZZO/PRESIDENTE DI UNPIT


Milano, 15 marzo 2017. In questi giorni ricevo diverse telefonate di colleghi pensionati che mi chiedono lumi sul futuro dell'Inpgi. Do per scontato che la situazione economico/finanziaria sia pesante: solo quest'anno l'ente dovrà procedere a disinvestimenti mobiliari per 150 milioni di euro per fronteggiare le esigenze di cassa (pagina 9-Determinazione del piano d'impiego anno 2017  sulla base delle previsioni di cassa in "Bilancio preventivo esercizio 2017"). Le previsioni parlano di un risultato negativo per 134 milioni. In sostanza la Fondazione dal 2012 a fine 2017 ha bruciato 500 milioni di euro. Ricapitolo:


a) "lo sbilancio nei conti dell'Istituto è ormai strutturale con una differenza nella gestione principale, Inpgi/1, tra entrate e prestazioni erogate che ha sfiorato i 112 milioni nel 2015 (-81 milioni nel 2014, -51 milioni nel 2013, -7 milioni nel 2012) -, ma la situazione è ancora più grave se si considera il rapporto tra contributi obbligatori e prestazioni obbligatorie (-140 milioni di euro nel 2015); sbilancio dovuto alla drammatica situazione del settore (in 5 anni si sono persi oltre 3mila posti di lavoro, con moltissimi prepensionamenti)". In dieci anni le vendite dei giornali sono calate del 40%, mentre i ricavi degli editori si sono dimezzati.


b) Dall'assestamento al bilancio  di previsione 2016 si apprende che lo sbilancio previdenziale viaggia sui 121 milioni di euro contro un preventivo di quasi 92 milioni. Le previsioni del 2017 parlano, come riferito, di un risultato negativo per 134 milioni.


Oggi non vi é alcuna norma di legge che in caso di dissesto dell'Inpgi garantisca per sempre il puntuale pagamento dell'attuale pensione erogata dall'Istituto ai titolari dei suoi vitalizi, in quanto l'unica garanzia sarebbe quella della pensione minima Inps (501,89 euro lordi). Esiste il diritto alla pensione (art. 38 Cost) ma non al quantum (secondo la Consulta).


Bisogna leggere la legge di privatizzazione delle Casse (dlgs 509/1994) per rendersi conto dei rischi che i giornalisti corrono, rischi collegati alla crisi dell'editoria (crollo delle vendite e del gettito pubblicitario), al ricorso costante alla Cigs e ai contratti di solidarietà, agli stati di crisi e ai prepensionamenti. In sostanza il rapporto giornalisti attivi/pensionati è a quota 1,77 (contro il 2,88 di 8 anni fa)


L'articolo  1 (comma 3) del dlgs 509/1994 afferma: "Gli enti trasformati continuano a svolgere le attività previdenziali e assistenziali in atto riconosciute a favore delle categorie di lavoratori e professionisti per le quali sono stati originariamente istituiti, ferma restando la obbligatorietà della iscrizione e della contribuzione. Agli enti stessi non sono consentiti finanziamenti pubblici diretti o indiretti, con esclusione di quelli connessi con gli sgravi e la fiscalizzazione degli oneri sociali". Il soccorso statale non c'è. Poi vanno letti i commi 4 e 5 dell'articolo 2  dello stesso dlgs 509/1994:


COMMA 4. "In caso di disavanzo economico-finanziario, rilevato dai rendiconti annuali e confermato anche dal bilancio tecnico di cui al comma 2, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con i Ministri di cui all'art. 3, comma 1, si provvede alla nomina di un commissario straordinario, il quale adotta i provvedimenti necessari per il riequilibrio della gestione. Sino al ristabilimento dell'equilibrio finanziario sono sospesi tutti i poteri degli organi di amministrazione delle associazioni e delle fondazioni".


COMMA 5. "In caso di persistenza dello stato di disavanzo economico e finanziario dopo tre anni dalla nomina del commissario, ed accertata l'impossibilità da parte dello stesso di poter provvedere al riequilibrio finanziario dell'associazione o della fondazione, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con i Ministri di cui all'art. 3, comma 1, é nominato un commissario liquidatore al quale sono attribuiti i poteri previsti dalle vigenti norme in materia di liquidazione coatta, in quanto applicabili".


Questi due commi non hanno bisogno di spiegazioni: sono nitidi e chiari. Oggi per di più l'Inpgi non ha la riserva delle 5 annualità piene cioè rapportate a quello che spende annualmente (500 milioni) per pagare le pensioni (7mila assegni circa e  2.300 assegni ai superstiti + 204 stipendi ai dipendenti). Appare ridicolo calcolare la riserva delle 5 annualità con la cifra (149 milioni) che l'ente spendeva in pensioni nel 1994. Risultato: l'Istituto è sull'orlo del commissariamento anche se solo per ora è stato escluso dal Governo (leggi in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=22827).


CONCLUSIONI. La Fnsi e la Fieg, come parti sociali operanti in base al dlgs 509/1994 con responsabilità nella gestione della Fondazione, devono trovare il coraggio di dire la verità ai giornalisti italiani. E' inutile tenere la testa sotto la sabbia. I bilanci dell'Istituto e le relazioni della Corte dei Conti sono pubblicati nel sito dell'Inpgi all'indirizzo http://www.inpgi.it/?q=node/641 . La Fnsi  e la Fieg devono trovare anche il coraggio di spiegare che la strada dell'Inpgi è quella percorsa in anni recenti da Inpdai, Inpdap ed Enpals: la confluenza nell'Inps. Il mercato dell'editoria non promette nulla di buona, le aziende non assumono, anzi fanno di tutto per liberarsi dei redattori scaricandoli sull'Inpgi. Per quanto tempo l'Istituto potrà resistere? L'attuario prevede l'esaurimento delle risorse entro il 2030. Chi conosce bene i conti dell'ente accorcia i tempi al 2022/25 a patto che si riescano a vendere gli immobili in un mercato nazionale che vede un'offerta di 550mila appartamenti. Frattanto il numero dei pensionati cresce (siano quasi a quota 7mila), mentre diminuisce  quello dei giornalisti contribuentiLe "Note" (datate 20/2/2017) dei ministeri vigilanti sulla riforma e sul prelievo devono essere rese pubbliche. Solo così crescerà la consapevolezza  nei giornalisti di vivere  un  momento durissimo. Se non ripartono le assunzioni, il destino dell'Istituto è segnato. Ed è opportuno muoversi subito in direzione dell'Inps, prima che sia troppo tardi, chiedendo una legge ad hoc al Parlamento. L'Inpgi, comunque, è tenuto ad adeguarsi alla normativa Inps in virtù dell'articolo 76 (IV comma) della legge 388/2000.


Il giornalismo è il cuore del sistema democratico e non può essere abbandonato alla deriva con ricadute terribili sulla qualità dell'informazione. Il futuro incerto limiterebbe ancora di più  l'autonomia e l'indipendenza dei cronisti e delle redazioni. Confido nella saggezza e nell'equilibrio del Parlamento e del Governo. L'Inpgi ha piccoli numeri in pensioni e stipendi. Questi piccoli numeri non possono spaventare l'Inps.


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21.2.2017 - INPGI/I Ministeri vigilanti approvano la riforma, il passaggio al  sistema di calcolo contributivo  e il provvedimento che introduce per via amministrativa e per tre anni il contributo di solidarietà sulle pensioni superiori ai 38mila euro. FRANCO ABRUZZO (PRESIDENTE DI UNPIT): "I vertici dell'Istituto festeggiano, ma c'è poco da festeggiare da parte di chi ha 30-40-50 anni. L'assegno si allontana, mentre la situazione finanziaria dell'ente resta fortemente critica tra aumento del numero dei pensionati e calo dei redattori che versano i contributi. Una forbice che stritola la Fondazione. Quest'anno dovranno essere smobilitati titoli per 150 milioni per fronteggiare le esigenze di cassa, mentre la dismissione degli immobili è ferma. Il quadro era e resta fosco. Senza pensione giornalisti e giornaliste che, a seguito della cessazione del rapporto di lavoro, sono stati ammessi alla prosecuzione volontaria della contribuzione oppure dipendenti da aziende in stato crisi ovvero disoccupati per cessazione del  rapporto di lavoro da aziende in crisi. Inpgi come l'Inps in tema di adeguamento dell'età pensionabile alla speranza di vita. Solo le pensioni Inps sono garantite dallo Stato".  In allegato la riforma punto per punto spiegata da Mimma Iorio (dg dell'ente). - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=22731


3.11.2016  INPGI, bilanci in rosso anche con la riforma. Ora intervenga il governo. Previste perdite milionarie nel triennio 2017-2019. Le responsabilità dei ministeri vigilanti. La legge 509 parla chiaro: “In caso di disavanzo economico-finanziario, (…) si provvede alla nomina di un commissario straordinario“. E dopo tre anni, se le cose non si rimettono a posto, arriva il “commissario liquidatore“. Se vogliamo davvero salvare l’Inpgi e le nostre pensioni, dobbiamo chiedere – tutti insieme – un intervento straordinario di sostegno finanziario da parte dello Stato, con il contributo sostanziale delle aziende. E sfidiamo il governo e i ministeri vigilanti, che evidentemente hanno finora vigilato ben poco, ad assumersi loro la responsabilità di scippare le pensioni ai giornalisti. - di Daniela Stigliano/Consigliera generale Inpgi - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=21918


5.2.2016 - INPGI/Riforma./Pubblichiamo integralmente la lettera/diktat dei Ministeri del Lavoro e  dell'Economia che hanno approvato solo 4 punti  della delibera 27 luglio 2015 dell'Istituto.  "I ministeri reputano necessario evidenziare che l'Inpgi deve 'intervenire in breve con ulteriori modifiche che permettano il rientro del disavanzo, adottando norme che potrebbero risultare anche più restrittive di quanto prevede il sistema generale'". "E' rimesso alle scelte responsabili di efficace gestione degli Organi di codesto Istituto - si legge ancora nella lettera - considerare la possibilità dì armonizzare il proprio ordinamento previdenziale al sistema generale" (normativa Inps/Fornero). Bocciato il prelievo sulle pensioni in essere. - di Francesco M.  de Bonis  -  TESTO IN   http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=19880





 





 



 



 



 









 







 



 



 



 



 



 









 






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