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IL SOLE 24 ORE. - La redazione, riunita in assemblea, ha deciso la proclamazione dello stato di agitazione a tempo indeterminato, affidando al comitato di redazione un pacchetto di 5 giorni di sciopero. Dopo un voto di sfiducia a larghissima maggioranza, l’assemblea ha deciso l’interruzione dei rapporti con il direttore, fatto salvo quanto prescritto dal contratto collettivo nazionale di lavoro. IN CODA/La relazione di Nicola Borzi all'assemblea di redazione. Nove domande all’azionista di riferimento, agli amministratori e al direttore. (Un discorso di altissimo profilo che incarna la volontà della redazione di resistere, ndr)


Milano, 21/22 ottobre 2016 - La redazione dei giornalisti del Sole 24 Ore, riunita in assemblea, ha deciso la proclamazione dello stato di agitazione a tempo indeterminato, affidando al comitato di redazione un pacchetto di 5 giorni di sciopero. Di fronte al precisarsi delle fattispecie di reato, falso in bilancio, nell’indagine avviata dalla procura di Milano sui conti della società, i giornalisti, anche nella loro veste di azionisti, hanno deciso di esplorare tutte le possibilità offerte anche dalla recentissima normativa per una partecipazione informata agli sviluppi del procedimento penale. Dopo un voto di sfiducia a larghissima maggioranza, l’assemblea ha deciso l’interruzione dei rapporti con il direttore, fatto salvo quanto prescritto dal contratto collettivo nazionale di lavoro.


Alla cronaca desolante delle ultime settimane, che ha visto una semestrale drammatica essere accompagnata dalla decadenza del cda, con dinamiche ancora in larga parte oscure, e da inchieste sia amministrative sia giudiziarie, si aggiunge ora l’incertezza sulla figura dell’amministratore delegato. L’attuale ad Gabriele Del Torchio, autore di un piano industriale del quale il consiglio di amministrazione ha approvato solo le linee guida, non è stato inserito nella lista dell’azionista di maggioranza per il prossimo consiglio. Successivamente ne è stata adombrata una possibile cooptazione. Questa incertezza aggiunge sconcerto alla preoccupazione di tutta una redazione chiamata ogni giorno a lavorare in condizioni sempre più difficili, con tensioni sempre più forti, garantendo un giornale all’altezza di una tradizione di credibilità e autorevolezza.


La redazione, che metterà in atto tutto quanto possibile in tutte le forme praticabili a tutela di un patrimonio che non è tanto suo quanto dei lettori, ritiene necessario un chiarimento immediato con l’azionista di maggioranza, al quale sollecita una piena assunzione di responsabilità, per avere visibilità sulla guida della società, sulle risorse messe a disposizione per sostenere le prospettive di rilancio. - Il Cdr ll Sole 24 Ore


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LA RELAZIONE DI NICOLA BORZI ALL'ASSEMBLEA DI REDAZIONE: NOVE DOMANDE ALL’AZIONISTA DI RIFERIMENTO, AGLI AMMINISTRATORI E AL DIRETTORE. NOVE DOMANDE ALL’AZIONISTA DI RIFERIMENTO, AGLI AMMINISTRATORI E AL DIRETTORE. (UN DISCORSO DI ALTISSIMO PROFILO CHE INCARNA LA VOLONTÀ DELLA REDAZIONE DI RESISTERE, NDR)      -  Milano, 21 ottobre 2016.  Colleghe, colleghi, sono giorni difficili per noi del Sole 24 Ore. Dopo “appena” sei anni e mezzo dalle nostre prime denunzie, puntualmente registrate e ribadite in ogni sede anno dopo anno anche con il voto contrario ai bilanci espresso dai CdR a nome di tutti noi nelle assemblee degli azionisti, finalmente la Consob si è svegliata ed è venuta a farci visita insieme alla Guardia di Finanza. Vedremo cosa farà la Procura della Repubblica che ha aperto un fascicolo contro ignoti dopo l’esposto di Lannutti dell’Adusbef. L’azienda risponde che “siamo un libro aperto”: ma noi pubblichiamo giornali, non libri. Nei libri (anche quelli contabili) si può scrivere di tutto, si può mettere la fantascienza, il fantasy, il thriller, l’horror. Si può inventare, sminuire, aumentare. Nei giornali di solito si pubblicano notizie e soprattutto NOTIZIE VERIFICATE, dati certi, cifre attendibili.


Intanto il nostro azionista di riferimento traccheggia. Non ci dice nemmeno se confermerà l’unico manager, l’amministratore delegato Gabriele Del Torchio, che ha avuto il coraggio di gettare luce sulla situazione reale dei conti della nostra azienda.


Ma chi sono gli amministratori e i “controllori” che il nostro azionista di riferimento ha selezionato per guidare anno dopo anno “Il Sole 24 Ore” e che ci hanno portato a questo disastro? Vediamo i curricula di alcuni nomi indicati da Confindustria, in carica oggi o in passato.


Diana Bracco, ex consigliera di amministrazione del Sole 24 Ore, era tra coloro (insieme al dottor Luigi Abete, l’unico di quella tornata che ancora oggi è consigliere) che l’11 maggio 2010 ricevette l’esposto del CdR del Sole sulla vicenda Gpp/Business Media, iniziata nel 2006 e finita nel 2014 devastando il nostro patrimonio societario con la distruzione di circa 75 milioni. Non ci ha mai risposto. Il 19 ottobre, mercoledì scorso, Diana Bracco è stata condannata in primo grado dal tribunale di Milano (presenterà appello) a  due anni di reclusione per frode fiscale e appropriazione indebita per una frode fiscale da un milione: la frode fiscale, sempre secondo l’accusa, sarebbe stata realizzata da Bracco abbattendo l’imponibile attraverso fatture per spese personali, come la manutenzione di una barca o di case in celebri località turistiche, fatte confluire sui bilanci delle società del gruppo Bracco. Siamo garantisti: aspettiamo l’appello e la Cassazione. Tanto abbiamo pazienza: su GPP abbiamo aspettato sei anni e mezzo (inutilmente) che Diana Bracco ci desse un segno di vita.


Luigi Biscozzi è il presidente del Collegio Sindacale del Sole 24 Ore e, insieme a Luigi Abete, è l’unico rimasto ancora in carica dei sindaci e degli amministratori ai quali il CdR di questo giornale l’11 maggio 2010 chiese (come lo chiese alla Consob) di indagare sulla vicenda Gpp/Business Media. Non ci diede mai una risposta, inserì solo qualche riga nella relazione a bilancio in cui, da oste, confermò che “il vino era buono”. Il 17 ottobre mi ha chiesto un incontro con il collegio sindacale al 4° piano per parlare dei due esposti da me presentati il 5 e 7 ottobre. Si è presentato con una legale del suo studio Nobili Biscozzi, introducendola come “consulente tecnico” dei sindaci. Anch’io avevo un legale ed ero accompagnato da due componenti del CdR: non li hanno fatti entrare. In quell’incontro ho riferito a Biscozzi e agli altri presenti integrazioni ai miei due esposti del 5 e 7 ottobre, illustrando nomi, società, date, avvenimenti sui quali ho chiesto indagini precise perché potrebbero riguardare ipotesi di reato tra le quali falso in bilancio, false comunicazioni sociali, false fatturazioni, frode fiscale, riciclaggio, appropriazione indebita, corruzione tra privati, sottrazione patrimoniale. Ho scoperto solo in seguito che l’avvocato che Biscozzi ha fatto presenziare all’incontro come proprio “consulente” è consigliera in una fiduciaria (si parlava appunto della Di Source LTD costituita a Londra tramite ignoti fiduciari: che caso!) dove siedono altri quattro componenti dello Studio Legale Biscozzi Nobili tra i quali, come sindaco supplente, Emilio Gnech. Come ha scritto il nostro collega Angelo Mincuzzi, il 23 maggio 2013 si è scoperto durante le indagini sull’esportazione di capitali da parte di Emilio e Adriano Riva  per 1,2 miliardi di euro sottratti alla loro holding (con l’accusa di truffa ai danni dello Stato e trasferimento fraudolento di valori), che  due professionisti dello studio legale tributario Biscozzi Nobili erano a disposizione dei Riva che se ne servivano anche per la pianificazione fiscale del gruppo. Si tratta dei due commercialisti Emilio Gnech (che siede anche nella fiduciaria di cui sopra) e Franco Pozzi, entrambi accusati di riciclaggio. Ebbene, nelle indagini compiute nel paradiso fiscale di Jersey è spuntato anche un trust il cui beneficiario è proprio Emilio Gnech. In questa azienda dunque non mancano “controllori” – che stanno qui in carica da sempre! – che possono “vantare” tra i loro collaboratori professionisti di alto livello e consolidata esperienza nella costituzione di trust e nel riciclaggio – secondo l’accusa, tutta da provare –. D’altronde con Biscozzi lunedì scorso si parlava tra l’altro “solo” di Di Source Ltd, società schermata da fiduciarie per conto di azionisti anonimi,  attraverso la quale secondo il nostro presidente pro tempore Robiglio (come dichiarato nell’articolo scritto da Luigi Zingales per il Sole 24 Ore del 9, pardon, del 16 ottobre) transita il 5% “più o meno” della nostra diffusione (quale?). O meglio, transitava “fino a luglio”.


Cari colleghi, propongo a questa redazione di chiedere al CdR di pubblicare OGNI GIORNO sul Sole 24 Ore un comunicato sindacale con NOVE DOMANDE all’azionista di riferimento, agli amministratori e al direttore, e di pubblicarle sino a quando non avremo risposte scritte e precise. Ecco le domande che propongo:


ALL’AZIONISTA DI RIFERIMENTO


1 – In caso di aumento di capitale necessario ad assicurare la continuità aziendale, garantite che quale che sia la nuova compagine societaria NESSUN AZIONISTA interverrà sull’autonomia del Sole 24 Ore? Se delisterete da Borsa Il Sole 24 Ore, garantirete a coloro che hanno fatto parte dei 27mila sottoscrittori dell’Ipo un ristoro equo della svalutazione subita all’epoca con la sottoscrizione dell’azione a 5,75 euro?


2 – Modificherete la governance dell’azienda separando finalmente le competenze e i poteri dell’amministratore delegato da quelli del presidente? Interverrete per impedire che vi siano “capi azienda” ombra?


3 – In caso le inchieste evidenzino responsabilità di amministratori, sindaci, management o dipendenti attuali o passati nel disastro contabile, industriale, patrimoniale del Gruppo, visto che lo Statuto lo consente solo a chi ha oltre il 5% dei voti, vi impegnerete a votare l’azione di responsabilità e a costituirvi eventualmente parte civile in ogni sede di giudizio?


AGLI AMMINISTRATORI


4 – Vi impegnerete personalmente a gestire finalmente questa Società con la stessa attenzione e responsabilità che mettereste in gioco se si trattasse di capitali vostri e non, come avvenuto sinora, come se i capitali amministrati fossero res nullius?


5 – Siete disponibili a firmare un accordo nel quale vi impegnate a evitare qualsiasi forma di indirizzo sulle notizie pubblicate dal Sole 24 Ore?


6 – Siete disponibili a firmare una liberatoria con la quale garantite massima trasparenza ai verbali e alle relazioni integrali del Consiglio di amministrazione, del collegio sindacale, dei comitati societari?


AL DIRETTORE


7 – Sergio Luciano, che fu responsabile del dorso Finanza del Sole 24 Ore, ha scritto su “Panorama” delle tue note spese: sei disponibile per trasparenza a rendere noti i contenuti e gli importi delle tue note spese per tutti gli anni della tua direzione?


8 – Sei disponibile a spiegarci in quale modo hai contribuito a definire insieme all’azienda la politica editoriale, commerciale, di marketing della diffusione e della raccolta pubblicitaria, in particolare sul fronte della diffusione digitale e sul fronte del rapporto con gli inserzionisti, di cui l’ex presidente Benedini ti ha attribuito merito nell’ultimo bilancio consolidato 2015?


9 – Confermi o smentisci che negli anni scorsi parte della tua retribuzione variabile era collegata a obiettivi diffusionali e che in seguito quelle voci di retribuzione sono state integrate in modo permanente nella tua retribuzione fissa?


Care colleghe e colleghi,  per Il Sole 24 Ore sono giorni difficili: ma non difficili come quelli del 1943. Il 10 luglio di quell’anno gli Alleati sbarcarono in Sicilia. L’8 settembre con la notizia dell’armistizio la Corte fuggì a Brindisi abbandonando vergognosamente senza direttive migliaia di militari (3,5 milioni di militari, ndr). Ma, come sessant’anni dopo ci ricordava Carlo Azeglio Ciampi, un grande Presidente da poco scomparso, «l'8 settembre non fu la morte della Patria, perché allora la Patria si rigenerò nell'animo degli italiani che seppero essere, seppero sentirsi Nazione. Cosa fu l'8 settembre? Fu la prova più difficile di una Nazione che, proprio in quei giorni, sentì di voler continuare a esistere unita, di trasmettersi indissolubilmente unita e libera alle future generazioni».


Colleghe, Colleghi, l’8 settembre del Sole 24 Ore è arrivato. Gli “alleati” sono già sbarcati qui dentro. Ricordate che dopo la Sicilia, per aggirare la linea Gustav, arrivò un altro sbarco “alleato”, ad Anzio.  Intanto un regime morente celebrava successi di cartapesta (anche a teatro), dietro ai quali nascondeva macerie, distruzioni, disastri. Ma Ciampi ci ricorda «quanto sia stato importante per noi, e quanto sia importante per i nostri figli, il fatto che uomini e quelle donne decisero di reagire»: «Salvarono l'onore della Patria; ne interpretarono i valori profondi».


Colleghe e colleghi, a noi spetta continuare quello che abbiamo fatto, come singoli e come redazione, anche attraverso i vari CdR, in tutti questi anni: abbiamo chiesto trasparenza, abbiamo messo in guardia l’azionista di riferimento e gli amministratori, i sindaci, i manager dal continuare a girarsi dall’altra parte di fronte al disastro sempre più evidente, abbiamo denunciato ai controllori interni ed esterni con atti e indicazioni precise quello che non andava in questa azienda.


Siamo stati dipendenti fedeli, produttivi, efficienti. Abbiamo subìto stati di crisi a ripetizione, visto esodare colleghi, avuto riduzioni di stipendio finanziate dal nostro ente di previdenza e oggi a carico dello Stato perché da mesi siamo in Cassa integrazione. Ma siamo SEMPRE stati azionisti vigili e responsabili. Altri hanno mancato ai loro doveri e ai loro compiti: noi NO. Non dividiamoci, non disperdiamoci. Restiamo compatti nel chiedere TOTALE DISCONTINUITÀ con chi ci ha gestito e diretto in questi anni terribili. Il vero patrimonio di un giornale non è la testata, non è la sede, non sono i conti: l’unico nostro patrimonio, in grado di difenderci oggi e di garantire un domani a noi e a tutti i lavoratori di questa azienda, è la nostra C R E D I B I L I T À.  La credibilità NOSTRA, non quella dell’azienda. La CREDIBILITÀ della REDAZIONE, non quella dei suoi vertici. Continuiamo a chiedere trasparenza e a esercitare il nostro diritto/dovere a essere giornalisti di valore, senza sconti, per nessuno: nemmeno a casa nostra. - Nicola Borzi





 



 







 





 






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