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EX FISSA. Questa storia kafkiana dimostra come la vicenda sia stata assolutamente mal gestita e sottovalutata da FIEG e FNSI, creando figli e figliastri (ad esempio, tra i giornalisti dipendenti da aziende aderenti alla FIEG giornalisti dipendenti della RAI che li ha sinora pagati tutti in tempi brevi e in contanti - e non a rate – e senza alcun “tetto” a 65 mila euro),

DI PIERLUIGI FRANZ


15.9.2016. In realtà per il pagamento dell'ex fissa in Corte d'appello a Roma finora non ha vinto, né perso alcun giornalista. La prima sentenza é prevista tra un mese. Alla sezione lavoro del tribunale di Roma la quasi totalità dei giornalisti (andati in pensione tra il febbraio 2010 e il 31 luglio 2014), che hanno chiesto all'INPGI 1 il pagamento dell'ex fissa hanno perso la causa. Le motivazioni delle sentenze, che sembrano quasi scritte in fotocopia rispetto alla prima in ordine cronologico, tutte riportate sul sito dell'INPGI  http://www.inpgi.it/?q=node/1378 . In un solo caso il tribunale di Roma ha, invece, dato ragione ad un giornalista ex Messaggero con una motivazione molto articolata di una ventina di pagine, che, guarda caso, non compare, però, sul sito dell'INPGI. In questi giudizi la FNSI si é fermamente opposta alle rivendicazioni dei colleghi molti dei quali - anche se pensionati - erano rimasti iscritti al sindacato. Ma ora lo saranno più? Ci si chiede: non sono forse venute del tutto meno le ragioni per le quali questi colleghi conservassero la “tessera”, visto che il sindacato non solo non li ha tutelati, ma addirittura si è schierato in tribunale contro di loro che correttamente rivendicavano il pagamento dell’Ex Fissa proprio in base a precedenti accordi firmati dallo stesso sindacato?


In un solo caso un altro collega ex Messaggero ha citato in giudizio in tribunale la FIEG (in realtà vera debitrice dell'ex FISSA) e non l'INPGI. Non l'avesse mai fatto!! Non solo ha perso la causa, ma é stato addirittura inopinatamente condannato a pagare - oltre ai suoi - anche gli avvocati della FIEG per ben 11 mila euro!! A Roma direbbero che é stato ingiustamente "cornuto e mazziato". Ora sta pagando a rate le parcelle dovute.


Questa storia kafkiana dimostra come la vicenda dell'Ex fissa sia stata assolutamente mal gestita e sottovalutata da FIEG e FNSI, creando figli e figliastri (ad esempio, tra i giornalisti dipendenti da aziende aderenti alla FIEG giornalisti dipendenti della RAI che li ha sinora pagati tutti in tempi brevi e in contanti - e non a rate – e senza alcun “tetto” a 65 mila euro), nonché gravi squilibri e discriminazioni a catena sia per chi aveva già lasciato il lavoro da oltre 4 anni (l'accordo é stato firmato a luglio 2014, mentre i primi erano in lista d'attesa, come detto, dal febbraio 2010), sia per chi é andato in pensione dal 1° agosto 2014 in poi (per coloro che avevano già a tale data maturato il diritto all'Ex fissa piena é stato, invece, introdotto il "tetto" che limita il pagamento a 65 mila euro lordi a rate).


A mio parere, l'accordo FIEG/FNSI anche se introduceva per l'Ex Fissa clausole a danno dei colleghi in attività, poteva tutto sommato rientrare pur sempre nell'attività sindacale e in quella sorta di "do ut des" che sottende ogni negoziazione. Di conseguenza nessun giornalista avrebbe potuto ottenere vittoria in tribunale, rientrando tale accordo nella c.d. discrezionalità delle Parti Sociali.


Viceversa l'accordo FIEG/FNSI che per l'Ex Fissa introduceva con effetto retroattivo penalizzante - e per di più in modo autoritario e unilaterale - clausole anche a danno dei colleghi già in pensione prima del 1° agosto 2014 appare di dubbia legittimità, come ben evidenziato nell'unica sentenza, ma ben argomentata, sinora emessa un anno fa in 1° grado dal tribunale di Roma (la notizia per chi non la conoscesse è riportata sul sito di Franco Abruzzo http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=18380 ) .Naturalmente anche in questo giudizio la FNSI si era costituita contro il collega.









 








 





 





 





 





 






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