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INTERCETTAZIONI. La Procura di Roma mette dei paletti con l'obiettivo di evitare usi impropri delle conversazioni. Cautela verso le opinioni politiche o religiose, la sfera sessuale, la salute. "La polizia giudiziaria e il pubblico ministero eviteranno di inserire nelle note informative, nelle richieste e nei provvedimenti, il contenuto di conversazioni manifestamente irrilevanti e manifestamente non pertinenti rispetto ai fatti oggetto di indagine".


ROMA, 27 novembre 2015.  Nuove regole alla Procura di Roma per quanto riguarda le intercettazioni da inserire nelle carte giudiziarie. Una circolare del capo della Procura Giuseppe Pignatone, anticipata oggi dal Corriere della Sera, mette dei paletti con l'obiettivo di evitare usi impropri delle conversazioni intercettate. "La polizia giudiziaria e il pubblico ministero eviteranno di inserire nelle note informative, nelle richieste e nei provvedimenti, il contenuto di conversazioni manifestamente irrilevanti e manifestamente non pertinenti rispetto ai fatti oggetto di indagine", scrive Pignatone nella circolare suggerendo cautela verso le opinioni politiche o religiose, la sfera sessuale, la salute. Ma anche verso i «dati personali» di persone non indagate e intercettate indirettamente.    Nella circolare comunque il procuratore tenta di stabilire "un giusto equilibrio" tra "il bene costituzionale della riservatezza delle comunicazioni" e "l'accertamento delle responsabilità". Per evitare la divulgazione di materiale non trascritto perché irrilevante nella circolare si fa riferimento a nuove regole per il rilascio agli avvocati dei file audio con le registrazioni integrali, cioè di tutte le conversazioni. Dopo gli arresti gli avvocati potranno avere copia di quelle utilizzate dal giudice nel suo provvedimento. A fine indagine potranno ascoltare tutto ma per ottenere le copie dovranno attendere la decisione del giudice dopo averne fatto motivata richiesta. (ANSA).





              






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