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Alle radici della violenza nel taxi fantasma di Massimo Bargna.


“Un taxi fantasma per l’Africa” è il primo romanzo di Massimo Bargna, giornalista, fotoreporter e scrittore comasco legato a doppio filo con il Continente Nero. La vicenda è quella di un tassista abusivo, Jean Pierre, che fa la spola fra i locali notturni di una capitale non bene identificata in un momento di tregua nel corso di una guerra civile interetnica. «Il giovane africano - spiega lo scrittore - è l’emblema di una generazione che vive a cavallo fra la tradizione e la modernità e avverte questo passaggio traumatico in modo sofferto e contradditorio».



La narrazione si svolge nell’arco di una notte particolare nella vita del tassista che lo porterà ad un confronto con se stesso e il suo passato. È una sorta di viaggio iniziatico alle radici della violenza che il protagonista del romanzo, simile ad un Don Chisciotte africano idealista e solo apparentemente cinico nei confronti della realtà e dei suoi simili, compie in un percorso catartico.



«Lo paragono un po’- spiega Massimo Bargna- alle tappe di una cerimonia di iniziazione animista africana e credo che a una lettura attenta i passaggi siano evidenti. Ci sono un apprendistato e delle prove di forza e di coraggio. Poi c’è un momento rivelatorio che nei riti africani coincide spesso con il momento della trance, di carattere onirico, in cui si palesa una verità che prima era nascosta».



La prosa è cadenzata da un ritmo lento, volutamente scandito da pause e dalla ricchezza degli aggettivi. Si respira un’atmosfera sospesa nello spazio e nel tempo in questa capitale che vive un momento di attesa nell’ambito di una guerra in cui tutto sembra congelato e al contempo tutto può succedere.



«Questo è un aspetto del romanzo- continua Massimo Bargna- su cui ho lavorato intenzionalmente. È anche vero che il racconto attinge dalla mia esperienza di viaggiatore e fotoreporter in Africa nera. Senza riportare la realtà ho alluso al mio vissuto e alle esperienze intense legate al 1994 che è un anno fatidico in cui è avvenuto il genocidio del Rwanda in cui sono state trucidate circa un milione di persone. In quel periodo inoltre era in corso una guerra civile nel Burundi».



Nell’arco di questa lunga notte in cui si svolge il romanzo c’è anche spazio per una storia d’amore perché il protagonista, come ogni Don Chischiotte che si rispetti, ha la sua Dulcinea. La narrazione risente del linguaggio espressivo del cinema e manifesta i debiti letterari al noir francese e americano e non solo.



Tra i progetti futuri di Massimo Bargna c’è sempre l’Africa al centro. Lo scrittore comasco sta già lavorando ad un altro romanzo. Poi è in cerca di un regista, che vorrà trarre un film da un “Taxi fantasma per l’Africa”, con il quale collaborare per la sceneggiatura. Ha in animo di realizzare un documentario sul periodo trascorso dal poeta simbolista francese Arthur Rimbaud in Etiopia nella città di Harar anche perché ha già scritto la colonna sonora. Intanto arrivano i primi riconoscimenti allo scrittore come la menzione speciale del suo primo romanzo al Premio internazionale di letteratura Città di Como.  (Stefania Bricccola, quotidiano "La Provincia", pagina cultura, 20 agosto 2014)



Massimo Bargna, “Un taxi fantasma per l’Africa”, ed. Mursia, 260 pagine, 17 €






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