Conferenza stampa di personalità del mondo giornalistico nella sede dell'Ordine nazionale. "Diffidato il Cda dell'Inpgi dal dare seguito alle decisioni affrettate sulla dismissione del patrimonio immobiliare". "Invitiamo inoltre i ministeri vigilanti, nonché la Presidenza del Consiglio dei ministri e la Commissione parlamentare di vigilanza sulle Casse privatizzate, a intervenire per impedire che decisioni di tale portata vengano prese da amministratori in scadenza di mandato e attori negli ultimi anni di una gestione che ha messo in forse il futuro stesso delle pensioni dei giornalisti italiani". IN ALLEGATO due esposti firmati da Nicola Borzi alla magistratura penale e contabile sul Fondo immobiliare dell'Inpgi.
Roma, 23 novembre 2015. Si è tenuta questa mattina a Roma, nella sede dell'Ordine nazionale dei giornalisti, la conferenza stampa molto partecipata sui disastri dell'Inpgi, nel corso della quale è stato ribadito l'impegno a continuare e intensificare la raccolta di firme per la campagna "Salviamo l'Inpgi". Alla conferenza stampa sono intervenuti e hanno portato il loro contributo il presidente dell'Ordine nazionale, Enzo Iacopino, i rappresentanti nazionali della Fnsi Pierangelo Maurizio, Luigi Ronsisvalle e Daniela Stigliano, l’ex componente del Cda Inpgi, Enzo Cirillo, il giornalista de “Il Sole 24 Ore” Nicola Borzi, l’ex presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia e presidente dell'Unpit, Franco Abruzzo, la vicepresidente dell'Ungp, Stefania Giacomini, e il presidente del Sindacato inquilini Inpgi, Corrado Giustiniani. Di fronte alla grave situazione economica di squilibrio previdenziale dell'Istituto, diffidiamo il Consiglio di amministrazione convocato per il 2 dicembre prossimo a dare seguito alle decisioni affrettate e dai contorni poco chiari sulla dismissione del patrimonio immobiliare dell'Inpgi per far fronte alla mancanza di liquidità e a compiere qualsivoglia iniziativa che vincoli l'azione e la politica del futuro Cda che sarà eletto a fine febbraio. Invitiamo inoltre i ministeri vigilanti, nonché la Presidenza del Consiglio dei ministri e la Commissione parlamentare di vigilanza sulle Casse privatizzate, a intervenire per impedire che decisioni di tale portata vengano prese da amministratori in scadenza di mandato e attori negli ultimi anni di una gestione che ha messo in forse il futuro stesso delle pensioni dei giornalisti italiani.
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