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STRAGE DI PARIGI. ORDINE DEI GIORNALISTI DELLA LOMBARDIA: "IL TITOLO DI LIBERO TRASMESSO AL CONSIGLIO DI DISCIPLINA PER VERIFICARE SE CI SONO STATE VIOLAZIONI DELLE CARTE DEONTOLOGICHE". IN CODA il dissenso di Roberto Reale: "Se davvero gli islamici si oppongono in grande maggioranza a questa mattanza e interpretano come blasfema la lettura del Corano fatta dei tagliagole, tocca a loro per primi ribellarsi, tagliare i finanziamenti al terrore, denunciare chi predica odio e consegnare gli assassini. Finora - a parte qualche blabla e qualche selfie "not in myname" - quasi nulla di tutto ciò è successo".

MILANO, 14 novembre 2015.  IL PRESIDENTE DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI DELLA LOMBARDIA, GABRIELE DOSSENA, SEGNALA IL TITOLO "BASTARDI ISLAMICI", USCITO OGGI SUL QUOTIDIANO LIBERO, AL CONSIGLIO DI DISCIPLINA TERRITORIALE PERCHÉ FACCIA UNAAPPROFONDITA VALUTAZIONE DEL CASO E PER VERIFICARE SE CI SIANO STATE O NO VIOLAZIONI DELLE CARTE DEONTOLOGICHE DELLA PROFESSIONE GIORNALISTICA.(ANSA).


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Le stragi, l'Islam e i giornalisti. Lettera al presidente dell'Ordine lombardo. Il dissenso di Roberto Reale: "Se davvero gli islamici si oppongono in grande maggioranza a questa mattanza e interpretano come blasfema l'interpretazione del Corano fatta dei tagliagole, tocca a loro per primi ribellarsi, tagliare i finanziamenti al terrore, denunciare chi predica odio e consegnare gli assassini. Finora - a parte qualche blabla e qualche selfie "not in myname" - quasi nulla di tutto ciò è successo".  - 15.11.2015/Caro Dossena, mentre l'Ordine si scatena - per un titolo certo inopportuno - contro i colleghi di Libero, in nome del solito, stucchevole politically-correct, mi aspettavo almeno un omaggio anche alle 130 giovani vite spezzate a Parigi da una guerra di religione, o se preferisci di civiltà, che è stata proclamata proprio - piaccia o no - in nome dell'Islam, nel rispetto di precisi precetti coranici contro i "miscredenti". Dall'autoproclamato Stato islamico (Isi) in Siria-Irak ad Al Quaida in Afghanistan e Pakistan, da Boko Haram in Nigeria ad Al-Shabab in Somalia, alle formazioni terroriste Jemaah Islamiyah e al gruppo Abu Sayaf in Indonesia e Filippine, ai gruppi armati autori di stragi in Yemen, Libia, Cecenia, Egitto, Kenya, con decine di migliaia di vittime, tutti si proclamano protagonisti di un assalto alla civiltà occidentale. Civiltà che spesso anche gli immigrati più miti rifiutano, contestando le nostre tradizioni, i nostri costumi ed i nostri riti, magari riservando la violenza all'ambito domestico, contro mogli e figlie. Per dichiarare le guerre non serve l'unanimità, nè si fanno referendum tra favorevoli e  contrari. Se davvero gli islamici si oppongono in grande maggioranza a questa mattanza e interpretano come blasfema la lettura del Corano fatta dei tagliagole, tocca a loro per primi ribellarsi, tagliare i finanziamenti al terrore, denunciare chi predica odio e consegnare gli assassini. Finora - a parte qualche blabla e qualche selfie "not in myname" - quasi nulla di tutto ciò è successo. Anzi, basta ascoltare qualche "moderato" svillaneggiare crocefissi e presepi nei talk show per cambiare programma nauseati. L'Ordine dei giornalisti - con le autoproclamate norme deontologiche o semantiche anche in questo campo - può continuare a fingere di non sapere e non capire, bastonando a senso unico chi lancia l'allarme. Io, e forse altre centinaia di colleghi esasperati, abbiamo sempre la chance di buttare la tessera.  - Roberto Reale




 




 




 




  




 


 


 


 


 



  





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