5.11.2015 - «Non eravamo in pochi a essere convinti che non ci fosse più un tempo per il pensiero poetante – forma poetica del pensiero forte -, certi quantomeno dell’eterogenesi dei fini poetici. Ora una poesia nuova induce a ricrederci e ad ammettere che invece c’è un tempo ancora per la poesia della opposizione aperta e dichiarata al mondo. La lettura dei Canti di Paolo Maria Rocco mostra che nel mondo il pensiero poetante risorge come poesia della fine di un mondo. (…) E per contestare lo stato presente delle cose reinventa una ideologia con cui misurarsi, e lo fa senza rinunciare alla mise en abȋme, antidoto, forse il solo, alle rigidità dell’economia politica del segno e della comunicazione» (In: Al J. Moran, Introduzione a I Canti). Meno di un anno fa - a Gennaio 2015 - abbiamo letto con interesse il primo romanzo di Paolo Maria Rocco, Virginia, o: Que puis-je faire?, che ha indotto, tra gli altri, il poeta, critico letterario e docente universitario Salvatore Ritrovato, a scrivere di «una prova matura nella narrativa italiana contemporanea»; oggi l’esordio dell’Autore (giornalista professionista e docente) nella Poesia consegna all’attenzione degli amanti della Letteratura uno scrittore che, come sottolinea Moran, «è teso a ridestare l’armonia e il senso del sacro e della libertà, traendo dalla lingua significati che la eccedono, in una effusione e dispersione di energia pari solo alla incapacità dell’uomo di armonizzare le forze della sua anima». In questo senso, allora, siamo posti di fronte a un compito (qualcosa che, oggi, è già di per sé una sfida salutare): iniziarci al percorso in una visione del mondo nel quale la forza evocativa della parola che destruttura il senso e il tempo dispone l’orizzonte nuovo della «reminiscenza», laddove «le idee eterne che esistono in ogni uomo si disvelano tornando a vivere in forma intuitiva, per immagini rivelate, le sole in grado di aprire lo spazio del significato dentro la realtà presente immemore di sé» (Al J. Moran, Introduzione):
(…) “in una proporzione
differente, e in un linguaggio indecifrabile, in parole
(pertanto è comprensibile al cuore
il paesaggio virante al sonoro). Come ancorate al suolo
ti dico e da una energia mondana impedite
al volo, resta di questa tensione un ammutolirsi
di sé per ospitare la lingua che viene… (un rimanere
assordati dall’andare e svanire della risacca
delle parole?)… Oh!... no! In noi si fa così un portare
qualcosa cui è interdetto entrare! Se non avessi loro
dato ascolto, rispondi, e non io avessi sciolto
quei legami terreni avresti mai potuto Tu librarti
anima mia nei cieli?” (…)
(da: I Canti – Quarto Tempo: Adesso che dire…)
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Paolo Maria Rocco, nato a Napoli vive a Fano. Laureato in Lettere Moderne è stato professore a contratto per l’Università di Urbino. Ha conseguito Perfezionamento all’Università di Firenze. Esordisce nella Poesia con I Canti dopo aver pubblicato poesie in riviste, plaquette e antologie. Ha pubblicato saggi di critica letteraria (tra i quali Il Christian Madden di Bruno Fonzi, sullo scrittore e traduttore – per Mondadori, Einaudi, ecc. – marchigiano Bruno Fonzi, per Simple Edizioni di Macerata) e traduzioni e interventi critici su Georges Bataille. È giornalista professionista dal 1995 (Il Giorno di Milano, L’Eco di Bergamo, La Gazzetta di Pesaro, Il Resto del Carlino, AltroGiornaleMarche e altri), insegna Letteratura italiana e Storia nelle scuole superiori. L’Antologia di Poesia Contemporanea della Fondazione Mario Luzi ha pubblicato sue poesie inedite nel 2015. Finalista al Premio Letterario nazionale “Zeno” per la Poesia edita e inedita 2014, patrocinato dall’Università degli Studi di Salerno. Ha esordito nella narrativa, per BastogiLibri, con il romanzo Virginia (o: Que puis-je faire?).
AUTORE : Paolo Maria Rocco
I CANTI
Introduzione di Al J. Moran
Prezzo € 13,00 Pagg. 128 F.to 15x22,5
ISBN/EAN 978-88-98457-85-4
Collana: La Ricerca Poetica - Editore BastogiLibri
via Giacomo Caneva, 19 – 00142 ROMA
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