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GIORNALISTI. TRIESTE. MORTO ETRIO FIDORA, una figura storica del quotidiano "L'Ora" di Palermo. Aveva da poco compiuto 85 anni. Era stato vicesegretario nazionale della Fnsi e presidente dell’Associazione siciliana della stampa. Il saluto dell'Unci. Il ricordo di Roberto Carella: "Le inchieste di Etrio Fidora hanno contribuito a dimostrare il vero potere della mafia negli anni 60’-90’". La commozione di Alberto Spampinato (Ossigeno).

Trieste, 30 ottobre 2015. Si è spento all’alba di oggi nella sua casa di Trieste il giornalista Etrio Fidora. Aveva da poco compiuto 85 anni. Era stato vicesegretario nazionale della Fnsi e presidente dell’Associazione siciliana della stampa. Lascia la moglie Ornella Di Blasi, anche lei giornalista,  già redattrice della Rai di Trieste, e il figlio Dario, giornalista a Palermo. Nato a Trieste, Fidora ha lavorato per gran parte della sua carriera in Sicilia, a Palermo. Al quotidiano L’Ora è stato cronista parlamentare, capocronista, caporedattore, condirettore e direttore editoriale. Ma ha collaborato a lungo anche per la Rai. Le sue inchieste hanno contribuito a dimostrare il vero potere della mafia negli anni 60’-90’. Nella sua lotta contro la mafia subì quasi 100 querele per diffamazione, che finirono tutte con l’assoluzione. Fidora e i suoi colleghi subirono intimidazioni e attentati: ben tre cronisti vennero uccisi, e la redazione de L’Ora venne fatta saltare con il tritolo. La bomba a L’Ora ricordò a tutta Italia che il terrorismo mafioso era più che mai forte ed attivo. Il Presidente Saragat tuonò: “Ci voleva l’attentato a L’Ora per far capire che la mafia esiste”.  E dopo questo atto efferato Ferruccio Parri al Senato e Sandro Pertini alla Camera presentarono immediatamente il disegno di legge per la costituzione della Commissione parlamentare antimafia, tuttora in attività. Ma negli anni ’70, come condirettore responsabile de L’Ora venne condannato a un anno di carcere e alla sospensione dall’Ordine. Vi fu una vera sollevazione della categoria e della Fnsi, e una mobilitazione a livello nazionale. Si schierarono con Fidora  giornalisti Indro Montanelli, Arrigo Petacco, Enzo Biagi. Poi la sentenza venne annullata in Cassazione. Ha insegnato Scienze della comunicazione alle Università di Palermo e di Trieste. Fino agli ultimi anni ha collaborato con numerose riviste. Una lunga malattia lo ha prostrato, ma Fidora ha sempre voluto restare vicino al mondo giornalistico e del sindacato. Con centinaia di pubblicazioni ed interventi. Partecipano al lutto gli amici e colleghi di Assostampa e Ordine Giornalisti Fvg. (assostampafvg.it)


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GIORNALISTI: MORTO ETRIO FIDORA, FIRMA STORICA DE L'ORA - PALERMO, 30 ottobre 2015. E' morto a Trieste, dove era nato 85 anni fa, il giornalista Etrio Fidora. E' stato una delle figure storiche del giornale L'Ora dove era arrivato, giovanissimo, nel 1955. Aveva svolto vari ruoli: cronista politico-parlamentare, inviato, redattore capo, direttore e nell'ultima fase di vita del giornale anche direttore editoriale. Fidora è stato protagonista di una lunga stagione di battaglie giornalistiche. Proprio le inchieste del quotidiano palermitano contribuirono a rivelare sin dagli anni Cinquanta la forza, gli affari e le collusioni della mafia con la politica e il potere. Fidora e gli altri dirigenti del giornale come il direttore Vittorio Nisticò dovettero affrontare un interminabile viatico giudiziario. Solo Fidora collezionò 86 querele per diffamazione, che terminarono sempre con l'assoluzione, talvolta dopo vari gradi di giudizio. Come direttore del giornale negli anni Settanta fu condannato in primo grado a un anno di carcere senza condizionale e alla sospensione per un anno dall'Ordine dei giornalisti. La sentenza fu poi annullata in Cassazione. Il caso suscitò una mobilitazione del mondo giornalistico con interventi di Indro Montanelli, Enzo Biagi, Guido Gonella. Etrio Fidora ha avuto anche un ruolo nel sindacato dei giornalisti: è stato tra l'altro presidente dell'Associazione Siciliana della stampa e vicesegretario nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. (ANSA).


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PALERMO. L'UNCI: "ETRIO FIDORA FIGURA STORICA DEL GIORNALISMO". - Palermo, 30 ottobre 2015. Il Gruppo siciliano dell'Unci ricorda Etrio Fidora, scomparso a Trieste all'età di 85 anni, figura storica del giornalismo siciliano e non solo. Aveva percorso tutte le tappe all'interno del quotidiano L'Ora: inviato, cronista politico-parlamentare, redattore capo, direttore e direttore editoriale. A Palermo, il cronista friulano ha dato vita a numerose inchieste sul fronte antimafia ma anche sul tema delle collusioni tra politica e comitati d'affari. Al suo attivo quasi 90 querele per diffamazione che si sono concluse con l'assoluzione. Etrio Fidora è stato anche vicesegretario nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. "Con Fidora - ha dichiarato il vice-presidente nazionale dell'Unci, Leone Zingales - scompare un uomo coraggioso, un cronista rigoroso e attento. Fidora era un giornalista di razza, con la schiena dritta, che non si è mai piegato ai cosiddetti 'poteri forti'". Il Gruppo siciliano dell'Unione cronisti è vicino ai familiari ed in modo particolare a Dario, anch'egli giornalista.  (UNCI)


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Il ricordo di Roberto Carella:" Le inchieste di Etrio Fidora hanno contribuito a dimostrare il vero potere della mafia negli anni 60’-90’. Nella sua lotta contro la mafia subì 86 querele per diffamazione, che finirono tutte con l’assoluzione". - Trieste, 30 ottobre 2015. Si è spento all’alba di oggi nella sua casa di Trieste il giornalista Etrio Fidora. Aveva da poco compiuto 85 anni. Era stato vicesegretario nazionale della Fnsi e presidente dell’Associazione siciliana della stampa. Lascia la moglie Ornella Di Blasi, anche lei giornalista,  già redattrice della Rai di Trieste. Nato a Trieste, Fidora ha lavorato per gran parte della sua carriera in Sicilia, a Palermo. Al quotidiano L’Ora è stato cronista parlamentare, capocronista, caporedattore, condirettore e direttore editoriale. Ma ha collaborato a lungo anche per la Rai. Le sue inchieste hanno contribuito a dimostrare il vero potere della mafia negli anni 60’-90’. Nella sua lotta contro la mafia subì 86 querele per diffamazione, che finirono tutte con l’assoluzione. Fidora e i suoi colleghi subirono intimidazioni e attentati: ben tre cronisti vennero uccisi, e la redazione de L’Ora venne fatta saltare con il tritolo. La bomba a L’Ora ricordò a tutta Italia che il terrorismo mafioso era più che mai forte ed attivo. Il Presidente Saragat tuonò: “Ci voleva l’attentato a L’Ora per far capire che la mafia esiste”.  E dopo questo atto efferato Ferruccio Parri al Senato e Sandro Pertini alla Camera presentarono immediatamente il disegno di legge per la costituzione della Commissione parlamentare antimafia, tutt’ora in attività. Ma negli anni ’70, come condirettore responsabile de L’Ora venne condannato a un anno di carcere e alla sospensione dall’Ordine. Vi fu una vera sollevazione della categoria e della Fnsi, e una mobilitazione a livello nazionale. Si schierarono con Fidora  giornalisti Indro Montanelli, Arrigo Petacco, Enzo Biagi. Poi la sentenza venne annullata in Cassazione.  Ha insegnato Scienze della comunicazione alle Università di Palermo e di Trieste. Fino agli ultimi anni ha collaborato con numerose riviste. Una lunga malattia lo ha prostrato, ma Fidora ha sempre voluto restare vicino al mondo giornalistico e del sindacato. Con centinaia di pubblicazioni ed interventi.  - Roberto Carella/Consigliere Cda dell’Inpgi


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ALBERTO SPAMPINATO (OSSIGENO): "Addio a Etrio Fidora (L'Ora). Superò senza condanne 86 querele per diffamazione". Roma, 30.11.2015 - Etrio era un uomo retto e generoso. La sua vita dimostra che un giornalista può tenere la schiena dritta e mantenere l'autonomia di giudizio se accetta di rinunciare a favori e privilegi, se ha il coraggio delle proprie idee, se accetta i rischi che ciò comporta, se è disposto a pagare questi prezzi. La sua vita professionale, ricostruita nel testo autobiografico tratto al libro "Era L'Ora. Il giornale che fece storia e scuola", a cura di Michele Figurelli e Franco Nicastro, XL Edizioni, Roma 2011, ci parla di una stagione che appartiene al passato, ma della quale il giornalismo di oggi ha ereditato molti problemi che si trascinano tuttora irrisolti. Ciò rende più che mai attuali le parole con le quali Fidora conclude il racconto delle sue esperienze professionali e giudiziarie: "Guai se questa nostra Repubblica non avesse avuto giornalisti capaci di sfidare a caro prezzo querele di politici e di mafiosi, e non solo. E non avesse anche avuto un grande rinnovamento culturale e civile interno alla nostra magistratura"e anche avvocati valorosi. Etrio Fidora è uno di quei giornalisti diventati direttori facendo la gavetta e conquistando sul campo la stima dei colleghi. Divenne direttore del giornale "L'Ora", il battagliero quotidiano del pomeriggio di Palermo nel 1976, quando il direttore "degli anni ruggenti" Vittorio Nisticò, dopo 25 anni, lasciò l'incarico. Etrio era stato uno dei suoi più stretti collaboratori. Insieme a lui aveva subito un numero enorme di processi per diffamazione a mezzo stampa, una raffica di querele strumentali e pretestuose. A causa di alcuni articoli fu anche minacciato di morte e per un certo periodo fu scortato dalla polizia. Le querele lo costringevano a passare intere giornate in tribunale da imputato, ma Etrio ne usciva sempre assolto, grazie ai valorosi avvocati del giornale e a giudici illuminati che, per fortuna, c'erano anche a quei tempi! Ma una volta Etrio fu condannato per diffamazione, in primo grado, a un anno di carcere senza condizionale per alcuni articoli e inchieste che prendevano di mira mafiosi e politici potenti ed arroganti. In seguito alla condanna fu anche sospeso dall'Ordine dei Giornalisti. Scoppiò una bufera, peggio di quella che abbiamo visto nel 2012 per la condanna a Sallusti. Ma in appello Fidora fu assolto. E lui concludeva sempre il racconto dicendo: "Alla fine la mia fedina penale è rimasta pulita".  Addio Etrio, ci mancherai. -  ALBERTO SPAMPINATO-OSSIGENO


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 




 


 


 


 


  





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