Reggio Emilia, 23 maggio 2015. HANNO ricevuto dalle mani di Anita Garibaldi, ottantaquattrenne pronipote di dell' eroe dei due mondi, l' attestato di benemerite mille donne per l' Italia: Sabrina Pignedoli, giornalista di Carlino Reggio, e Ines Conradi, operatrice di Telereggio, ieri nella Sala del Tricolore. Sabrina per aver subito minacce dopo aver scritto di mafia, senza lasciarsi intimidire.  Ines per essere stata aggredita durante le riprese di un incidente stradale, da un parente del ferito che l'ha colpita perfino con un coltello, mentre lei continuava a riprendere e proteggere la sua telecamera. Ricevuta la parola da Emanula Caselli, presidente del consiglio comunale, Anita Garibaldi con voce tonante ha risposto: «Obbedisco». Scatenando un caloroso applauso dai presenti. «Questa è la seconda volta che vengo a Reggio ed entro nella Sala del Tricolore ha continuato Anita In questo meraviglioso luogo si sente forte il cuore della Storia che batte. Sono molto felice di assegnare questo riconoscimente a due giovani donne, professioniste, a cui auguro di continuare a lavorare sempre con questo coraggio. Noi donne, con l' aiuto di uomini intelligenti, possiamo contribuire tanto a creare un giusto equilibrio sociale, a migliorare il mondo. Noi non vogliamo minacciarli, soltanto lavorare con loro, al loro fianco per migliorare la vita di tutti». Ha inoltre omaggiato le croniste con una camicia rossa: «Un simbolo che ha il valore della bandiera». ANCHE Mario Guidetti, consigliere dell' Ordine nazionale dei giornalisti, che ha voluto fortemente questo evento, si è complimentato con Sabrina Pignedoli e Ines Conradi, definendole: «Donne coraggio». La cerimonia era il momento conclusivo del seminario di formazione dal titolo «Centenario Prima Guerra Mondiale Giornalisti e Garibaldini nella Grande Guerra», organizzato dall' Ordine dei Giornalisti. Anita Garibaldi, tra i relatori, ha ripercorso il ruolo della sua famiglia nelle guerre d' indipendenza, tracciando un profilo anche poco conosciuto del suo bisnonno Giuseppe. «Credo che abbia un forte significato il fatto che un momento di crescita professionale rivolto ai giornalisti ha detto Emanuele Caselli abbia trovato un suo momento in quello che è il centro esatto della città. E' importante che la sala del Tricolore abbia accolto un momento di riflessione sulla libertà di stampa e sull' etica della professione giornalistica, così necessari per la democrazia di una comunità».