ROMA, 19 maggio 2015. Sulla delega in materia di pubblicazione delle intercettazioni contenuta nel ddl governativo di riforma del processo penale domani in Commissione Giustizia alla Camera saranno sentiti i rappresentanti delle principali testate giornalistiche, Ordine dei giornalisti e Federazione nazionale della stampa. Le audizioni avranno luogo a partire dalle ore 14. Oltre a Enzo Iacopino, presidente dell'Odg, e Anna Del Freo, segretario generale aggiunto vicario della Fnsi, interverranno Maurizio Belpietro, direttore di Libero, Mario Calabresi, direttore della Stampa, Giorgio Mulè, direttore di Panorama, Luigi Vicinanza, direttore dell'Espresso, Giovanni Bianconi, inviato del Corriere della Sera, Stefano Cappellini, caporedattore del Messaggero, Marco Lillo, inviato del Fatto quotidiano, Donatella Stasio, caposervizio del Sole 24 ore, e Claudio Tito, caporedattore di Repubblica. Con quelle di domani si chiuderà il ciclo di audizioni sul ddl governativo di riforma del processo penale.(ANSA).
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Nicola Gratteri: “Nella modifica sulle intercettazioni telefoniche abbiamo previsto che nell'informativa vengano inseriti solo i pezzi di intercettazione che riguardano il corpo del capo di imputazione, tutto ciò che riguarda la vita privata, il pettegolezzo, il gossip non va sull'informativa”. CATANZARO, 19 maggio 2015. "Nel momento in cui si arresta una persona, il difensore ha diritto ad avere copia integrale di tutti gli atti, e quindi anche delle intercettazioni. Il fatto è che quando le stesse intercettazioni vanno nelle mani di cinque, sei, dieci avvocati, la situazione, sotto questo aspetto, non si controlla più. Il problema, quindi va risolto alla radice.". Lo ha detto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, a Mix24 di Giovanni Minoli, su Radio 24. "Sono convinto, dunque - ha aggiunto Gratteri - che nell'informativa si devono inserire solo le intercettazioni che riguardano il corpo del capo d'imputazione, il reato, e non il gossip e le corna non vanno inserite. Nella modifica sulle intercettazioni telefoniche abbiamo previsto che nell'informativa vengano inseriti solo i pezzi di intercettazione che riguardano il corpo del capo di imputazione, tutto ciò che riguarda la vita privata, il pettegolezzo, il gossip non va sull'informativa. E se viene pubblicato abbiamo previsto una pena che va dai due ai sei anni. Abbiamo previsto questa pena non perché il giornalista andrà in carcere ma per avere la possibilità di intercettare il giornalista, di avere i tabulati del giornalista, quelli dei suoi amici, per incrociare i dati e capire chi è stato il pubblico ministero o la polizia giudiziaria che gli ha dato la notizia". (ANSA).