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Stampa

EDITORIA. C'È ANCHE IL CASO "VOCE DI ROMAGNA", ALLARME DEL SINDACATO. ASER: STIPENDI ARRIVANO IN RITARDO, LICENZIATO UN MEMBRO DEL CDR.


Bologna, 30 luglio 2014. Mentre chiude l'Unita', il sindacato dei giornalisti dell'Emilia-Romagna esprime "allarme" per la situazione della "Voce di Romagna". "Proseguono, infatti, i significativi ritardi nel pagamento degli stipendi senza che l'azienda abbia concordato un efficace piano di rientro dal debito che ha verso i lavoratori", si legge in una nota del sindacato della stampa. Inoltre, "sono stati compiuti gravi atti intimidatori nei confronti di coloro che rivendicano i propri diritti, con trasferimenti, ferie forzate e perfino il licenziamento di un componente del comitato di redazione". Nei giorni scorsi oltretutto "l'editore ha disertato una riunione, per affrontare la situazione, indetta dal Prefetto di Rimini". L'azienda, "da tempo, rifiuta il tavolo sindacale per affrontare -attraverso strumenti di legge e contrattuali- la situazione di difficolta' nella quale evidentemente si trova, non riuscendo a far fronte con regolarita' alle spettanze dei redattori e dei collaboratori". Il punto secondo l'associazione regionale della stampa e' che "chi rivendica i propri diritti viene trattato come un nemico dell'azienda". Ma i "veri nemici dell'azienda sono coloro che non vogliono affrontare apertamente i problemi, lasciandoli incancrenire e promettendo ipotetiche soluzioni perfino di dubbia legittimita'".  "Siamo solidali, in particolare, con il collega del Cdr che ha ricevuto la lettera di licenziamento- dice la presidente dell'Aser Serena Bersani- licenziamento, tra l'altro, indebito perche' gravato da un sostanziale vizio di forma". Infatti, "secondo quanto previsto dall'articolo 34 del Contratto nazionale di lavoro in merito alla tutela sindacale, l'intenzione di licenziare un membro del Cdr avrebbe dovuto avere preventivamente il nulla osta della presidente dell'associazione regionale di stampa. Cio' non e' avvenuto, a conferma del totale disconoscimento del sindacato da parte dell'editore della Voce di Romagna". L'Aser "si riserva di agire in tutte le sedi opportune contro questa grave violazione delle tutele sindacali e, malgrado le intimidazioni, continuera' a denunciare pubblicamente i comportamenti di un editore gravemente inadempiente nei confronti dei lavoratori sebbene continui a percepire da molti anni sostanziose provvidenze pubbliche". (Dire)






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