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Rai: domani in cda la riorganizzazione delle newsuna. Ma è una riunione informale. L'indomani ci sarà invece una seduta ordinaria del Cda, già convocata da diversi giorni, e quella dovrebbe essere l'occasione per un nuovo esame del progetto. Difficile però ipotizzare da subito un via libera a una rivoluzione del sistema dell'informazione Rai, più prevedibile la formalizzazione di un calendario di appuntamenti per lavorarci su.

Roma, 22 luglio 2014. Un primo abbozzo delle linee guida del progetto di riorganizzazione del sistema dell'informazione Rai approderà domani in Cda. È infatti in programma una riunione informale dell'organo di gestione del servizio pubblico e il direttore generale Luigi Gubitosi farà una relazione sullo stato dei lavori in merito a questo progetto cui stanno lavorando in primo luogo le Direzioni Affari legali, Risorse umane e Strategie, e alle quali si aggregheranno le Direzioni competenti per il palinsesto e il marketing. Un progetto che intende gettare le basi per la ridefinizione di una macchina molto complessa ed anche vasta - per numero di addetti, tra giornalisti e non giornalisti, e testate - e con una articolazione datata già di alcuni decenni. Specie per i tg. Relazione introduttiva in una seduta del Cda informale, viene precisato in ambienti Rai, che servirà per una valutazione non approfondita, una sorta di pre-esame. L'indomani ci sarà invece una seduta ordinaria del Cda, già convocata da diversi giorni, e quella dovrebbe essere l'occasione per un nuovo esame del progetto. Difficile però ipotizzare da subito un via libera a una rivoluzione del sistema dell'informazione Rai, più prevedibile la formalizzazione di un calendario di appuntamenti per lavorarci su. Ma intanto il percorso é avviato, e in esso va compresa anche la serie di incontri che i vertici aziendali e i responsabili delle Direzioni coinvolte avranno con i sindacati Rai, tanto dei giornalisti (Usigrai) quanto dei non giornalisti. Un primo giro di faccia a faccia é previsto – a quanto si sa - già giovedì, al termine della seduta del Cda. Il tema é scottante, da settimane si susseguono comunicati e prese di posizione delle rappresentanze sindacali di testate, dell'Usigrai e della Fnsi. Ieri in un documento congiunto i Cdr di Tg1, Tg2, Tg3, RaiNews24, Giornale Radio, Rai Parlamento, Rai Sport, ufficio stampa e coordinamento dei Cdr della Testata giornalistica regionale (la Tgr é la più grande redazione d'Europa) sono stati categorici: «Prima di tutto un confronto basato sul prodotto» e poi parlare eventualmente di mettere insieme alcune testate. «Accorpare per accorpare - diceva il documento congiunto - sembra soltanto un escamotage per fare tagli lineari che portano risparmi marginali o favorire qualche direttore amico», diceva il documento. Ribadendo che le voci che in questi giorni si sono rincorse su possibili accorpamenti di testate «non possono essere prese in considerazione se prima non si chiarisce come dovrà essere impostata l'offerta informativa del servizio pubblico». E «se davvero viale Mazzini ha intenzione di riformare finalmente l'informazione Rai», allora occorre che «si confronti con i Cdr e l'Usigrai, senza dimenticare che sono i giornalisti quelli che poi fanno informazione. Qualità, autorevolezza, diversificazione, sono punti per noi irrinunciabili». E ancora: «Se davvero viale Mazzini intende risparmiare, allora non acquisti da società esterne programmi realizzabili con risorse interne, razionalizzi le spese con processi trasparenti e mirati alla produzione, senza trincerarsi dietro un fantomatico segreto industriale che chiude ad ogni ipotesi di controllo. I budget dei telegiornali rappresentano voci di spesa piuttosto basse rispetto al bilancio dell'azienda, eppure i Tg sono l'asse portante del servizio pubblico: siamo certi che una riforma sia necessaria ma per liberare la Rai dai partiti e dai governi, per non permettere la creazione di centri di potere e, soprattutto per offrire un prodotto ancora migliore ai cittadini». E la Fnsi con il segretario generale Franco Siddi ha detto «quella delle indiscrezioni a getto continuo non é una politica. Se davvero c'é un piano per riformare la Rai, lo si metta sul tavolo in maniera chiara e trasparente. Ogni discussione sull'attuale tripartizione dell'informazione radiotelevisiva e sul suo eventuale superamento rischia di essere esercizio dialettico di un confronto per vie mediatiche molto antico e neanche tanto utile». E «più che muovere le acque, serve sapere se c'é una ridefinizione di missione, un modello complessivo di riassetto. C'é anche da dire che a sua volta l'azienda finora negli incontri avuti con le rappresentanze sindacali ha negato l'esistenza di progetti di accorpamenti o smembramenti di testate. (AGI)


 


 





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