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Accordo tra il Consiglio nazionale (dominato da un’alleanza milazziana Ds-An) e le Università di Chieti, Roma-Lumsa e Torino.
Laurea in un anno: pronta una scorciatoia
esclusiva per i giornalisti senza titolo
(avremo 30mila nuovi “dottorini”, ma privi di saperi)

Franco Abruzzo: “Spero che il ministro Moratti blocchi questa immonda intesa, che peraltro viola la pari dignità sociale tra i cittadini. Perché le lauree non vengano regalate anche ai cittadini non giornalisti? La Facoltà di Giurisprudenza della Statale di Milano, invece, ha respinto un’eguale pretesa dei ragionieri. Non abbiamo bisogno di patenti”. L’incredibile e scandalosa iniziativa sponsorizzata anche dalla Fnsi.

Milano, 15 maggio 2004. I quotidiani “Roma”  e “Il Mattino”di pari data pubblicano una notizia stupefacente. Questo è il titolo del Roma (pagina 9): Giornalisti, varato il progetto per la laurea breve. Caldoro: si creeranno nuove occasioni di lavoro” (Stefano  Caldoro, è il sottosegretario alla Pubblica Istruzione-Università). Ed ecco il titolo del Mattino (pagina 34): “Intesa  per le lauree brevi tra giornalisti e atenei”. In sostanza un accordo (per ora clandestino)  tra il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (dominato da un’alleanza milazziana Ds-An) e le Università di Chieti, Roma-Lumsa e Torino regala ai giornalisti senza titolo (professionisti e pubblicisti) due anni di corso (10/11 esami) sotto forma di crediti professionali: basterà sostenere i 4-5 esami del terzo anno (con una tesi finale di 70-90 pagine) per conseguire la laurea di primo livello o  breve (che in questo caso è..... brevissima) in Scienze politiche, Scienze sociali e Scienze della Comunicazione. Chi consegue la laurea breve triennale ha, comunque, il titolo di “laureato” (non di “dottore”, titolo che spetta soltanto  ai  laureati quadriennalisti e  ai laureati specialisti).  Pubblichiamo integralmente il testo dell’articolo del Roma:


NAPOLI. Coniugare l'esperienza maturata sul campo con il gradino pia alto della carriera scolastica: è quanto si propone il progetto "Laureare l'esperienza", presentato ieri mattina dal vicepresidente dell'Ordine dei Giornalisti, Domenico Falco, e dal segretario generale aggiunto della Fnsi Mimmo Castellano nel corso dl una conferenze stampa svoltasi alla Camera di Commercio di Napoli alla quale ha preso parte anche il sottosegretario alla Pubblica Istruzione Stefano Caldoro. L'intesa, sottoscritta dall'Ordine Nazionale con l'Università di Torino, la Gabriele D'Annunzio di Chieti-Pescara e la Lumsa di  Roma, consentirà a tutti i giornalisti pubblicisti o professionisti di potersi iscrivere all'ultimo anno del corso di Laurea di primo livello presso una delle seguenti facoltà: Scienze politiche a Torino, Scienze sociali a Chieti-Pescara e Scienze delle comunicazioni a Roma. In tal modo sarà possibile valutare i crediti formativi detenuti dai singoli giornalisti che, se in possesso dei requisiti previsti dalla legge, potranno conseguire l'ambito titolo.  Si tratta di un'intesa innovativa che ci auguriamo coinvolga al più presto anche le Università del Mezzogiorno, in particolare della Campania - ha commentato Caldoro -. In tal modo, verrà regolamentato l'aspetto che mancava alla professione di giornalista, ovvero quello riguardante gli esami dì stato, ed i crediti formativi accumulati nel corso di anni di lavoro verranno finalmente riconoscìuti. Ciò comporterà anche nuovi sbocchi lavorativi in particolare per quanto concerne i concorsi banditi dalla Pubblica amministrazione. E proprio sul tema del rapporto tra la PA e gli organi di informazione, !'incontro ha fornito l'occasione per ribadire l'importanza di superare i ritardi accumulati nella corretta attuazione della Legge 150/2000, che, com'è noto, prevede l'istituzione degli Uffici Stampa nelle Pubbliche Amministrazione con la conseguente applicazione ai giornalisti impegnati in dette strutture del contratto nazionale di lavoro giornalistico. Al riguardo Mimno Castellano ha preannunciato l'apertura di una "Vertenza Informazione" in Campania, che permetterà un confronto del síndacato con tutti gli enti locali (Regione, Provincia e Comune) tenuti all'applicazione della legge. Il Sindacato si impegna a chiedere a1 Consiglio regionale di predisporre un'apposita legge che regoli in modo chiaro e definitivo la questione inerente l'erogazione delle provvidenze a fondo perduto per l'editoria locale analogamente a quanto predisposto dalle passate Giunte regionali.

ADELAIDE AUREMMA

Nota di Franco Abruzzo


“I giornalisti professionisti e pubblicisti sono 63mila circa e di questi, si ritiene, almeno 30mila non abbiano conseguito una laurea. Rivolgo  un appello soprattutto ai giovani, perché respingano con sdegno lo sconto di due anni di studi. Parlo come ex studente-lavoratore, che ha sostenuto non più giovane i 25 esami del corso di laurea quadriennale in Scienze politiche, laureandosi con la lode. Quell’esperienza mi è stata utilissima. Un titolo senza saperi non serve. Bisogna studiare, aggiornarsi e continuare ad aggiornarsi per stare sul mercato con possibilità di successo e di lavoro. Spero che il ministro Moratti blocchi questa immonda intesa, che  è contraria alla Costituzione in quanto viola la pari dignità sociale tra i cittadini. Perché le lauree non vengono regalate anche ai cittadini non giornalisti? La Facoltà di Giurisprudenza di Milano, invece, ha respinto un’eguale pretesa dei ragionieri.


“L’accordo tra il Consiglio nazionale dell’Ordine e le tre Università, con la benedizione della Fnsi, è semplicemente scandaloso. Non è educativo, perché offre ai giovani scorciatoie e non indica agli stessi la dura via del sacrificio (qual è quella di saper conciliare lavoro e studi universitari).


“E’ incredibile che l’esecutivo del Consiglio nazionale dell’Ordine, dominato da giornalisti ds del Gruppo di Fiesole e da esponenti di An o di destra (una maggioranza milazziana), abbia potuto avallare un simile vergognoso pateracchio. Ed è altrettanto incredibile la benedizione della Fnsi. Eppure l’Ordine nazionale ha un presidente eccellente con due lauree”.

Conclude Abruzzo: “Mi batto da 15 anni per legare professione giornalistica e Università, cioè professione e saperi. E rimango della mia idea: i giornalisti devono studiare in Università per essere padroni degli argomenti che trattano via via e per riacquistare credibilità e autorevolezza. Oggi bisogna pensare alla formazione continua, prefigurata dal contratto, ma mai attuata.  Questa trovata della laurea  brevissima è semplicemente umiliante per chi esercita la professione più delicata tra le professioni intellettuali. Non  abbiamo bisogno di patenti”.




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