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IL MESSAGGERO. Documento approvato dall'assemblea dei redattori (con un voto contrario e un astenuto): deliberati 5 giorni di sciopero se l’editore non ritira i 5 licenziamenti. “Impraticabile” la scorciatoia dei tagli mentre è ancora in corso uno stato di crisi. Negli ultimi cinque anni una riduzione complessiva dell'organico del giornale di circa un terzo.


Roma 4 aprile 2014 - L'assemblea dei redattori del Messaggero giudica grave e inaccettabile l'avvio da parte della società editrice della procedura di licenziamento collettivo di cinque colleghi ai sensi della legge 223/91, attivata mentre è ancora in corso uno stato di crisi (ex lege 416/81) che ha previsto la cassa integrazione straordinaria per 29 persone. Proprio la legge 416, in base alla quale il Messaggero ha già avuto accesso a due stati di crisi nell'arco degli ultimi cinque anni (con una riduzione complessiva dell'organico del giornale di circa un terzo) è la normativa specificamente preposta ad affrontare le situazioni critiche nel settore editoriale. L'assemblea ritiene quindi impraticabile ogni altra scorciatoia, chiede l'immediato ritiro della procedura e affida al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero.



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1.4.2014 - IL MESSAGGERO: 5 licenziamenti collettivi (legge 223/1991) come all’Adnkronos (dove la manovra è stata neutralizzata). Cdr sul piede di guerra. La solidarietà della Fnsi. – TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=14320



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17.1.2014 - IL MESSAGGERO: l'assemblea dei redattori all’unanimità proclama lo stato di agitazione affidando al Cdr un pacchetto di tre giorni di sciopero. Lo scontro è sul lavoro domenicale. “La recente riorganizzazione del lavoro domenicale e festivo ha comportato una notevole erosione del reddito dei giornalisti insieme al deterioramento della qualità del lavoro e - di riflesso - del prodotto editoriale”. – IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=13723






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