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Un robot scrive notizie per il Los Angeles Times. Si chiama Quakebot e l’ha inventato Ken Schwencke, giornalista e informatico. “Per come la vedo io non toglie lavoro a nessuno – così Schwencke difende Quakebot -. E’ semplicemente un lavoro supplementare che per un certo tipo di notizie fa risparmiare tanto tempo”.


(18.3.2014) -  Alle 6:25 del 17 marzo 2014 Ken Schwencke, un giornalista del Los Angeles Times, è stato svegliato da una forte scossa di terremoto. E’ schizzato fuori dal letto ed è andato dritto al suo computer dove ha trovato già scritta una breve notizia sul sisma che c’era appena stato. Ha dato un’occhiata al testo, poi ha cliccato sull’opzione ‘pubblica’. Grazie a questa ‘procedura’ il Los Angeles Times è stata la prima testata a dare a notizia del terremoto. Non è la trama di un romanzo, ne’ fanta-giornalismo, ma quello che è realmente accaduto ieri. Ken Schwencke, giornalista e informatico, è l’ideatore di un sistema che si chiama Quakebot, una specie di robot che crea una notizia grazie ad un algoritmo. Dopo aver lavorato diversi anni come reporter locale, Schwencke ha creato questo sistema perché possa elaborare in un attimo notizie brevi – ovviamente non inchieste o approfondimenti – come i terremoti, gli omicidi o gli incendi grazie a delle fonti certe. Ad esempio, Quakebot è collegato all’US Geological Survey, l’agenzia scientifica del Governo degli Stati Uniti. Se il terremoto è molto forte il sistema scrive la notizia pronta per la pubblicazione, in automatico; altrimenti lascia il testo in bozza e la redazione decide se pubblicarla o no. In fondo al testo, infine, viene specificato che la notizia non è scritta dal giornalista, ma redatta da un algoritmo creato dallo stesso autore. Il Los Angeles Times usa questo sistema anche per gli omicidi, con lo strumento che segnala appunto tutti i crimini nella contea. Sono poi giornalisti in ‘carne ed ossa’ a decidere quale storia merita più attenzione. Quakebot fa ovviamente riflettere e in maniera diversa i giornalisti e gli editori, da tempo provati dalla crisi. Ma non è il primo tentativo di robotizzare il giornalismo. Nel 2010 Infolab, il laboratorio di intelligenza artificiale della Northwestern University di Chicago, negli Stati Uniti, ha messo a punto Stats Monkey, un programma in grado di scrivere articoli sportivi sul baseball firmando The Machine. Il sistema è stato creato da due professori specializzati in intelligenza artificiale, Larry Birnbaum e Kris Hammond, poi elaborato da un giovane giornalista e da un altrettanto giovane ingegnere informatico. Come Quakebot anche Stats Monkey non è rimasto circoscritto al fanta-giornalismo, ma è subito entrato in azione. E’ stato reclutato da Big Ten Network, una testata creata in partnership con Fox, la televisione di Rupert Murdoch. “Fino a ora nessun lettore si è accorto che a scrivere è una macchina”, hanno raccontato un anno dopo Nicola Bruno e Raffaele Mastrolonardo nel libro ‘La scimmia che vinse il Pulitzer’, una raccolta di storie, personaggi e avventure sul futuro dell’informazione. “Per come la vedo io non toglie lavoro a nessuno – così Ken Schwencke difende Quakebot -. E’ semplicemente un lavoro supplementare che per un certo tipo di notizie fa risparmiare tanto tempo”. (ANSA)



  






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