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PENSIONI COSIDDETTE D’ORO. Dibattito a Montecitorio: “La Camera impegna il Governo a monitorare gli effetti e l'efficacia delle misure introdotte con la legge di stabilità; a valutare, agli esiti di questo monitoraggio, l'adozione di interventi normativi che, nel rispetto dei principi indicati dalla Corte costituzionale, sempre in un'ottica di solidarietà interna al sistema pensionistico, siano tesi a realizzare una maggiore equità per ciò che concerne le cosiddette «pensioni d'oro» e correggano per queste ultime eventuali distorsioni e privilegi derivanti dall'applicazione dei sistemi di computo retributivo e contributivo nella determinazione del trattamento pensionistico”. Questo è il cuore dalla mozione approvata, con 310 voti, dalla maggioranza (Pd, Nuovo centro destra e Scelta civica) al termine del dibattito sulle cosiddette pensioni d'oro. La mozione appare prudente quando afferma: “Appare utile che il Governo proceda nell'esame della delicata materia, prestando comunque la massima attenzione alla giurisprudenza della Corte costituzionale”. FRANCO ABRUZZO: “La mozione approvata recupera il rispetto per le sentenze della Corte costituzionale come ho auspicato a nome dell’Unp@it. Gli enti previdenziali non hanno le ‘carte’ e non è possibile ricalcolare le vecchie pensioni retributive con il metodo contributivo afferma Stefano Fassina, ex viceministro all’Economia, mentre secondo Sel “non è vero che un sistema retributivo, come quello adottato fino al 1995, sia necessariamente più generoso del sistema contributivo”; anzi il contributivo “penalizza i poveri”. “In favore degli esodati è certamente opportuno ed equo destinare una parte delle risorse derivanti dall'applicazione di misure di solidarietà a carico dei percettori di importi pensionistici ingiustificatamente elevati”. Bocciate le mozioni di M5S, Sel, Fdi e Lega. Forza Italia si è astenuta.

Roma,  8 gennaio 2014.  “La Camera impegna il Governo  a monitorare gli effetti e l'efficacia delle misure introdotte con la legge di stabilità; a valutare, agli esiti di questo monitoraggio, l'adozione di interventi normativi che, nel rispetto dei principi indicati dalla Corte costituzionale, sempre in un'ottica di solidarietà interna al sistema pensionistico, siano tesi a realizzare una maggiore equità per ciò che concerne le cosiddette «pensioni d'oro» e correggano per queste ultime eventuali distorsioni e privilegi derivanti dall'applicazione dei sistemi di computo retributivo e contributivo nella determinazione del trattamento pensionistico”. Questo è il cuore dalla mozione approvata, con 310 voti, dalla maggioranza (Pd, Nuovo centro destra e Scelta civica) al termine del dibattito sulle cosiddette pensioni d'oro.  La mozione appare prudente quando afferma: “Appare utile che il Governo proceda nell'esame della delicata materia, prestando comunque la massima attenzione alla giurisprudenza della Corte costituzionale”. Un passaggio questo che nasconde un grande lavorio informale tra settori della maggioranza e Quirinale (allarmato per il possibile scontro tra Parlamento e Consulta a seguito del mancato rispetto del giudicato costituzionale rappresentato dalla sentenza 116/2013  sull’abrogazione del prelievo sugli assegni superiori a 90mila euro per violazione dei principio dell’uguaglianza tra i cittadini pensionati e attivi e della progressività del sistema tributario). La mozione ricorda  che “la giurisprudenza costituzionale guarda con sfavore forme di prelievo coattivo di ricchezza che vadano a colpire solo talune fonti di reddito (ad esempio, i redditi da pensione), in tal modo introducendo misure di carattere sostanzialmente impositivo che violano il generale canone costituzionale della progressività del sistema tributario”.  Nella mozione si legge anche che  i  trattamenti pensionistici di importo particolarmente elevato costituiscono spesso il frutto di ingiustificate normative di favore e di veri e propri privilegi”. Bocciate dall'Aula le mozioni di M5S, Sel, Fdi e Lega, su cui il governo aveva reso parere contrario. Dal dibattito sono affiorati dubbi sul sistema retributivo negli interventi del Sel e di Giampaolo Galli (Pd). Nella mozione Sel si legge: “Non è vero che un sistema retributivo, come quello adottato fino al 1995, sia necessariamente più generoso del sistema contributivo: a seconda dei parametri utilizzati, i due sistemi possono produrre risultati equivalenti, mentre, se il sistema retributivo tende a premiare le carriere dinamiche, il sistema contributivo tende a premiare le carriere piatte. Non ci si avvede che è falso che il sistema contributivo restituisce pensioni corrispondenti ai contributi versati: è facile mostrare che, quando si considerano anche le prestazioni assistenziali, il sistema contributivo penalizza soprattutto i più poveri che, malgrado gli anni e decenni di contributi, rischiano di maturare pensioni di poco superiori all'assegno sociale, ovvero di maturare rendimenti addirittura negativi sui propri contributi, con un sostanziale incentivo ad entrare o a rimanere nell'economia sommersa”.  Questo il testo della mozione approvata dalla Camera con 310 voti:


 La Camera, premesso che:   


 il tema delle cosiddette «pensioni d'oro» costituisce attualmente argomento di vivace confronto, nella diffusa percezione che i trattamenti pensionistici di importo particolarmente elevato costituiscano spesso il frutto di ingiustificate normative di favore e di veri e propri privilegi;    


 la riforma del 2011 ha determinato l'instaurazione di un sistema previdenziale che collega maggiormente gli importi pensionistici con l'ammontare dei contributi versati. La medesima riforma ha prodotto, tuttavia, effetti negativi in danno, in particolare, di alcuni soggetti (i cosiddetti «esodati») in favore dei quali è certamente opportuno ed equo destinare una parte delle risorse derivanti dall'applicazione di misure di solidarietà a carico dei percettori di importi pensionistici ingiustificatamente elevati;    


 come è noto, la giurisprudenza costituzionale guarda con sfavore forme di prelievo coattivo di ricchezza che vadano a colpire solo talune fonti di reddito (ad esempio, i redditi da pensione), in tal modo introducendo misure di carattere sostanzialmente impositivo che violano il generale canone costituzionale della progressività del sistema tributario;    


 il Governo e il Parlamento hanno opportunamente introdotto, con la recente legge di stabilità, significative misure che si muovono proprio nella direzione di affrontare i problemi di equità sociale connessi con l'esistenza di importi pensionistici di ammontare particolarmente elevato in assenza – in molti casi – di un'effettiva ragione giustificatrice. Sotto questo aspetto, meritano di essere segnalati: il comma 486, che ha introdotto per un triennio un contributo di solidarietà a carico dei trattamenti di più elevato ammontare, anche al fine di sostenere iniziative in favore dei lavoratori cosiddetti «esodati»; il comma 489, il quale ha introdotto un limite alla cumulabilità dei redditi da pensione percepiti da ex dipendenti pubblici con ulteriori fonti di reddito pure poste a carico della finanza pubblica;    


 appare utile che il Governo proceda nell'esame della delicata materia, prestando comunque la massima attenzione alla giurisprudenza della Corte costituzionale,    


 impegna il Governo a monitorare gli effetti e l'efficacia delle citate misure introdotte con la legge di stabilità;   


 a valutare, agli esiti di questo monitoraggio, l'adozione di interventi normativi che, nel rispetto dei principi indicati dalla Corte costituzionale, sempre in un'ottica di solidarietà interna al sistema pensionistico, siano tesi a realizzare una maggiore equità per ciò che concerne le cosiddette «pensioni d'oro» e correggano per queste ultime eventuali distorsioni e privilegi derivanti dall'applicazione dei sistemi di computo retributivo e contributivo nella determinazione del trattamento pensionistico.


 (1-00258) (Nuova formulazione) «Gnecchi, Pizzolante, Tinagli, Rossi, Damiano, Marchi, Albanella, Baruffi, Bellanova, Boccuzzi, Casellato, Faraone, Cinzia Maria Fontana, Giacobbe, Gregori, Gribaudo, Incerti, Madia, Maestri, Martelli, Miccoli, Paris, Giorgio Piccolo, Simoni, Zappulla, Taricco, Amoddio, Carra, Costa, Bosco, Dorina Bianchi, Zanetti, Mazziotti Di Celso, Antimo Cesaro, Andrea Romano, Cimmino, Causin, D'Agostino, Molea, Librandi, Sottanelli, Vecchio, Catania, Vitelli, Capua, Basso».  (fonti: ANSA, www.camera.it, mozione Sel in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=13584).


 


AMBROGIONI (Federmanager): “LA MOZIONE DELLA MAGGIORANZA PRENDE TEMPO PER VALUTARE GLI EFFETTI DELLA LEGGE DI STABILITA'”.  Roma, 8 gennaio 2014.  "Finalmente mi sembra che cominci a prevalere il buon senso e un appoccio razionale e non demagogico, perlomeno nella mozione della maggioranza". Cosi' Giorgio Ambrogioni, presidente di Federmanager, parla dell'ipotesi, che sembra avviarsi al tramonto, del prelievo straordinario sulle cosidette  pensioni d'oro, su cui oggi alla Camera si discutono ben 7 mozioni. "La mozione che presenta la maggioranza -spiega Ambrogioni- prende tempo e comincia a dire che prima di prendere alcuna decisione e' bene valutare intanto gli effetti delle misure gia' prese con la legge di  stabilita', tra cui il blocco delle perequazioni".  "Anche nella mozione presentata da Sel -ricorda Ambrogioni- il relatore dice che bisogna smettere con l'approccio demagogico alla questione". Federmanager si e' battuta molto perche' non venisse approvata un'ulteriore tassazione sulle pensioni che superano una certa soglia, presentando anche diversi ricorsi giudiziari e contestando anche la legittimita' costituzionale di alcuni interventi ipotizzati nei mesi scorsi.   "Oltre a questo -aggiunge Ambrogioni- ci sarebbero stati anche insormontabili problemi tecnici nel calcolare questo 'contributo' soprattutto per i dipendenti pubblici". "Ha fatto comunque piacere leggere -conclude Ambrogioni- che bisogna 'valutare l'adozione di successivi interventi che, nel rispetto dei principi indicati dalla Corte Costituzionale, sempre in un'ottica di solidarieta' interna al sistema pensionistico, siano tesi a realizzare una maggiore equita''. Insomma, ha prevalso il buonsenso".  (Adnkronos)


.Tutte le più recenti vicende in tema di pensioni sono in  http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=12436


Cari amici, ho appena creato una nuova petizione e spero vorrete firmarla. La petizione si chiama:  Appello al Parlamento e al Governo: lasciate stare i pensionati, hanno già dato in tasse e contributi. Clicca qui per firmare:  http://www.avaaz.org/it/petition/Appello_al_Parlamento_e_al_Governo_lasciare_stare_i_pensionati_hanno_gia_dato_in_tasse_e_contributi/?launch -  Campagne come questa partono sempre in piccolo, ma crescono se persone come noi si attivano: ti prego di prenderti un momento per dare una mano firmando e spargendo subito la voce. Grazie mille, Franco Abruzzo – fabruzzo39@yahoo.it


 


Franco Abruzzo, presidente dell’Unione nazionale pensionati per l’Italia (UNP@it), è portavoce del MIL (Movimento Informazione e Libertà) nonché consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia (di cui è stato presidente dal 1989 al 2007) e dell’Associazione lombarda dei Giornalisti  - (il CHI E’ è in www.francoabruzzo.it all’indirizzo http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5). (Franco Abruzzo,  cell 3461454018, casa telef/fax 022484456, skype: fabruzzo39, mail: fabruzzo39@yahoo.it)


 


 





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