Home     Scrivimi     Cercadocumenti     Chi è     Link     Login  

Cerca documenti
Cerca:
in:


Documenti
Attualità
Carte deontologiche
CASAGIT
Corte di Strasburgo
Deontologia e privacy
Dibattiti, studi e saggi
Diritto di cronaca
Dispensa telematica per l’esame di giornalista
Editoria-Web
FNSI-Giornalismo dipendente
Giornalismo-Giurisprudenza
  » I fatti della vita
INPGI 1 e 2
Lavoro. Leggi e contratti
Lettere
Ordine giornalisti
Premi
Recensioni
Riforma professione
Scuole di Giornalismo e Università
Sentenze
Storia
Tesi di laurea
TV-Radio
Unione europea - Professioni
  I fatti della vita
Stampa

DALL’1 gennaio 2014 IN VIGORE IL NUOVO BLOCCO DELLA PEREQUAZIONE SULLE PENSIONI DI OLTRE 38.646 euro lordi l’anno e I NUOVI PESANTI TAGLI SULLE PENSIONI OLTRE 90.168 euro lordi l’anno. Magistrati in pensione e altre categoria stanno già predisponendo gli atti per presentare nuovi ricorsi sostenendo l’incostituzionalità dei commi 483 e 486 della legge 147/2013 perché non rispettano affatto i principi fissati dalla Consulta nelle sentenze n. 316 del 2010 e 116 del 2013. Michele Carugi: “Secondo i sistemi di calcolo del (defunto) sistema retributivo, la regola “dell’80 %”, derivante dal coefficiente 2 per ogni anno di anzianità valeva fino a redditi di 43.000 euro lordi annui. Oltre tale limite il coefficiente decresceva e da 80.000 euro in poi diventava 0,9. Il risultato era che le pensioni più alte, guarda caso proprio quelle che ora si definiscono d’oro erano penalizzate e in molti casi (circa il 3%) davano rendimenti inferiori ai contributi per questo andrebbe fatta per tutte una verifica contributiva prima di toccarle, ma questo è proprio ciò che sindacati e populisti dei vari schieramenti non vogliono fare perché le pensioni da ritoccare dal punto di vista dei contributi sarebbero quelle medie e basse”.

di Pierluigi Roesler Franz


Roma, 31 dicembre 2013. Il  Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato la legge (n. 147/2013) di stabilità del governo Letta-Alfano. Per il 3° anno consecutivo anche nel 2014 resterà così il blocco della perequazione per i titolari di pensioni superiori ai 38.646 euro lordi l’anno che subiranno un ulteriore notevole danno irreparabile e con effetti permanenti. E saranno da domani operativi anche i nuovi pesanti tagli sulle pensioni oltre 90 mila 168 euro lordi l’anno a scaglioni del 6% (fino a 128 mila 812 euro, 12% da a 128 mila 813 euro a 193 mila 218 euro lordi l'anno e 18% oltre quest'ultimo limite). I più colpiti saranno i titolari di vitalizi compresi nella fascia tra i 128 mila 812 euro lordi l'anno e i 150 mila euro lordi l'anno, i quali pagheranno il 12% con un aumento addirittura del 7% rispetto a quello del 5% già in vigore dei governi Berlusconi e Monti, bocciato a giugno dalla Corte Costituzionale. Per far annullare entrambi i commi 483 lettera e) e 486 della legge n. 147 del 27 dicembre 2013 (pubblicata nel Supplemento ordinario n. 87 alla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 27 dicembre) restano ora solo 2 strade: 1) un eventuale dietro-front del Governo e del Parlamento che annulli le 2 modifiche con un apposito emendamento ad un decreto legge in corso di conversione (ipotesi, però, piuttosto improbabile, visto che l'8 gennaio saranno discusse 7 mozioni di 121 deputati di tutti i partiti, tranne Forza Italia, che ipotizzano nuove pesanti restrizioni per tutti i pensionati attuali e futuri); 2) un nuovo ricorso dei pensionati alla magistratura (tribunali del lavoro per gli ex lavoratori privati o Corte dei Conti regionali per gli ex dipendenti statali) con l'assistenza di un legale. E' quest’ultima l’ipotesi più concreta anche perché i magistrati in pensione ordinari (cioè di tribunali, corti d’appello e Cassazione), amministrativi (Tar e Consiglio di Stato), contabili (Corte dei Conti) e dei tribunali militari, nonché ex avvocati generali dello Stato, ex ambasciatori, ex generali ed ammiragli, titolari di pensioni superiori ai 90 mila 168 euro lordi l’anno stanno già predisponendo gli atti per presentare nuovi ricorsi sostenendo l’incostituzionalità dei commi 483 e 486 perché non rispettano affatto i principi fissati dalla Consulta nelle sentenze n. 316 del 2010,  116 e 304 del 2013. Motivo: le loro pensioni restano ingiustamente "congelate" dal 2012 e non possono essere considerate "d'oro" perché nella maggior parte dei casi sono state maturate con oltre 45 anni di versamenti contributivi e incassate solo a 75 anni di età. Ed é palese la disparità di trattamento non solo rispetto a tutti gli altri contribuenti italiani non pensionati a parità di reddito, come i lavoratori dipendenti i quali non subiscono né il blocco della rivalutazione Istat sui loro stipendi, né il taglio degli stessi se superiori ai 90 mila 168 euro lordi l'anno, ma anche nei confronti dei vitalizi degli stessi parlamentari il cui taglio, pur indicato sulla carta dal comma 487 resta tutto da verificare in concreto, ma é comunque palesemente incostituzionale perché avente natura tributaria essendo destinato per legge, nientemeno, che ad alimentare il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e per la prima casa, anzichè il Fondo INPS per gli esodati !  Con ogni probabilità sarà quindi ancora una volta l’Alta Corte a doversi pronunciare sulla complessa e delicata materia (si ricorda che per quanto riguarda il precedente blocco della perequazione per il 2012-2013 il tribunale di Palermo si è già rivolto due mesi fa alla Corte Costituzionale). In caso di annullamento dei 2 contestati commi della legge n. 147 di stabilità potranno beneficiarne tutti i pensionati anche non ricorrenti perché le sentenze della Consulta hanno valore di legge, come già avvenuto 7 mesi fa.





Pierluigi Roesler Franz - Presidente del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati presso l’Associazione Stampa Romana







                                                             xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx





http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/pensionati-napolitano-contributo-solidarieta-1755333/





Pensionati a Napolitano: contributo solidarietà legge incostituzionale non firmi. Anche i pensionati conoscono il web e intervengono nel dibattito su tagli alle pensioni con rabbia e cognizione di causa. E un appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: non firmi la legge che taglia le pensioni, è contro la Costituzione e lui lo sa perché la Corte costituzionale si è già pronunciata. Riportiamo alcuni degli interventi, scritti da lettori di Blitzquotidiano sotto un articolo di Pierluigi Roesler Franz http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/pierluigi-franz-opinioni/pensioni-oro-esami-non-finiscono-mai-8-gennaio-voto-nuovi-tagli-1754791/


A Stefano Cattaneo che è favorevole ai tagli: “(tutti i pensionati, lira più, lira meno, avrebbero diritto in base ai versamenti, con 40 anni di lavoro, al 54% dei loro ultimi stipendi. Tranne i piccoli ritocchi della legge Fornero, percepiscono tutti l’80%. Giustissimo per le pensioni fino a 1.000 euro che vi sia un integrazione che renda dignitosa la pensione. Ma oltre tale cifra, accade che più è alta la pensione percepita, più lo stato da un integrazione grande. Perciò il giusto sarebbe che tutti, fino alla cifra di mille euro, percepiscano l’80% oltre tale cifra, sarebbe giustissimo si applicasse il metodo contributivo, e si percepisse solo il 54% degli ultimi stipendi)” replica Michele Carugi: “Probabilmente il sig Cattaneo non ha dimestichezza con i sistemi di calcolo del (defunto) sistema retributivo, altrimenti saprebbe che la regola “dell’80 %”, derivante dal coefficiente 2 per ogni anno di anzianità valeva fino a redditi di 43.000 euro lordi annui. Oltre tale limite il coefficiente decresceva e da 80.000 euro in poi diventava 0,9.  Il risultato era che le pensioni più alte, guarda caso proprio quelle che ora si definiscono d’oro erano penalizzate e in molti casi (circa il 3%) davano rendimenti inferiori ai contributi per questo andrebbe fatta per tutte una verifica contributiva prima di toccarle, ma questo è proprio ciò che sindacati e populisti dei vari schieramenti non vogliono fare perché le pensioni da ritoccare dal punto di vista dei contributi sarebbero quelle medie e basse”. Un “ex servitore dello stato ha scritto: “È necessario dar vita ad un nuovo soggetto politico. Si sceglie di affidarsi ad un chirurgo non in base all’età ma in funzione della sua competenza. Non dobbiamo consentire a questi politicanti demagoghi di operare un genocidio di ordine economico e sociale nei confronti di lavoratori e servitori di uno sStato (ormai da scrivere con la s minuscola) che ha violato il patto sancito dalla Costituzione (presidente Napolitano sino ad ora assente). È necessario dar luogo anche ad una class action richiedendo, nei confronti dei responsabili, un ristoro economico per il danno esistenziale subito in un periodo della vita che doveva essere caratterizzato da una certa tranquillità in relazione all’opera svolta a favore dell’Italia rischiando a volte la propria vita”. Un altro lettore che firma con pseudonimo scrive: “A parte la caparbia reiterazione (Napolitano non può controfirmare la legge ) dopo la dichiarazione di incostituzionalità .alcune riflessioni sul contributo di solidarietà. In relazione alla crisi vengono tassati del 3% i redditi superiori a 300.000 euro mentre vengono tassati dal 6% al 18% i soli redditi da pensione a partire da 90.000 euro. Il provvedimento è iniquo ed irragionevole anche perché si abbatte su redditi che da tre anni non vengono rivalutati e quindi rimarranno irrimediabilmente decurtati. ALLORA SI INDIVIDUA UN SOLO SCOPO , ABIETTO E DEMAGOGICO , ALLA BASE DELL’ADOZIONE DEL PROVVEDIMENTO: MOSTRARE LO SCALPO DEI ”PENSIONATI D’ ORO” AI GIOVANI QUARANTENNI , SOTTRARRE QUALCHE VOTO A GRILLO E COMPIACERE LA VOGLIA DI GOGNA MEDIATICA DI ALCUNI GIORNALI, colpendo il più duramente e vigliaccamente possibile alcuni servitori dello Stato abituati ad obbedir tacendo. “È stato innescato un conflitto generazionale e sociale di cui il Paese non aveva davvero bisogno. A quali di questi Italiani il Presidente rivolgerà il suo messaggio di fine d’anno?”





                                             xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx





.Tutte le più recenti vicende de “La Repubblica” in www.francoabruzzo.it/admin_doc_edit.asp?DID=11408


 




. FRANCO ABRUZZO tramite www.avaaz.org - PETIZIONE AL PARLAMENTO E AL GOVERNO: “LASCIATE IN PACE I PENSIONATI! Cottarelli dia la caccia agli evasori e ai patrimoni mafiosi!” – APPELLO A TUTTI I PENSIONATI DI OGGI E DI DOMANI. Usiamo l’arma del PASSAPAROLA! Cari amici, ho appena creato una nuova petizione su www.avaaz.com e spero vorrete firmarla. La petizione si chiama: “Appello al Parlamento e al Governo: lasciate stare i pensionati, hanno già dato in tasse e contributi”. E' una questione molto importante per tanti cittadini e insieme possiamo fare la differenza! Se la firmerete e poi la condividerete con i vostri amici e contatti, riusciremo presto a ottenere il nostro obiettivo di 1000 firme e potremo cominciare a fare pressione per ottenere il risultato che vogliamo. Cliccate qui sotto per saperne di più e per firmare:
http://www.avaaz.org/it/petition/Appello_al_Parlamento_e_al_Governo_lasciare_stare_i_pensionati_hanno_gia_dato_in_tasse_e_contributi/?launch   Campagne come questa partono sempre in piccolo, ma crescono se persone come noi si attivano: vi prego di dare una mano firmando e diffondendo subito la voce. Il ricorso al PASSAPAROLA è efficace!!!
Grazie mille, Franco Abruzzo-Presidente Unione nazionale pensionati per l’Italia-
fabruzzo39@yahoo.it (Il testo è in  http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=13299)



 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 






Editore/proprietario/direttore: Francesco Abruzzo - via XXIV Maggio 1 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) - telefono-fax 022484456 - cell. 3461454018
---------------------------------
Decreto legge n. 63/2012 convertito con la legge 103/2012. Art. 3-bis (Semplificazioni per periodici web di piccole dimensioni): 1. Le testate periodiche realizzate unicamente su supporto informatico e diffuse unicamente per via telematica ovvero on line, i cui editori non abbiano fatto domanda di provvidenze, contributi o agevolazioni pubbliche e che conseguano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100.000 euro, non sono soggette agli obblighi stabiliti dall'articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, dall'articolo 1 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, e dall'articolo 16 della legge 7 marzo 2001, n. 62, e ad esse non si applicano le disposizioni di cui alla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 666/08/CONS del 26 novembre 2008, e successive modificazioni. 2. Ai fini del comma 1 per ricavi annui da attività editoriale si intendono i ricavi derivanti da abbonamenti e vendita in qualsiasi forma, ivi compresa l'offerta di singoli contenuti a pagamento, da pubblicità e sponsorizzazioni, da contratti e convenzioni con soggetti pubblici e privati.
---------------------------------
Provider-distributore: Aruba.it SpA (www.aruba.it) - piazza Garibaldi 8 / 52010 Soci (AR) - Anno XV Copyright � 2003

Realizzazione ANT di Piccinno John Malcolm - antconsultant@gmail.com