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Legge di stabilità. Prelievo sulle pensioni del ceto medio. IL PRESIDENTE di Federmanager, Giorgio AMBROGIONI: “Sul prelievo gravano sospetti di incostituzionalità, anche se il governo dice che si tratta di un prelievo dai più forti a favore dei più deboli, e che rimane in ambito previdenziale”. CIDA all’attacco: “Manca la lotta all’evasione fiscale nell’azione del Governo”.

 Roma, 27 novembre 2013. - Con il maxiemendamento alla legge di stabilita', approvato al Senato, arriva il 'contributo di solidarieta'' sulle pensioni d'oro, che si applichera' in maniera progressiva, dal 6 al 18%, per gli assegni a partire da 90.000 euro annui. Una misura gia' tentata nel 2011 dall'allora governo Berlusconi (e confermata poi da Monti) e che la Corte Costituzionale ha  dichiarato inapplicabile con la sentenza 116 del 2013 in quanto di  fatto si trattava di materia fiscale e di "intervento irragionevole e  discriminatorio, e quindi costituzionalmente illegittimo".  La stessa Consulta, circa un anno prima, con la sentenza 223 dell'ottobre 2012, aveva ritenuto illegittimo un analogo 'contributo di solidarieta'', riferito al taglio degli stipendi dei magistrati e delle retribuzioni dei dirigenti pubblici d'importo superiore ai 90.000 euro annui.  Ora ci prova il governo Letta con una misura su cui comunque, come spiega a Labitalia Giorgio Ambrogioni, presidente di Federmanager, "gravano sospetti di incostituzionalita', anche se il governo dice che si tratta di un prelievo dai piu' forti a favore dei piu' deboli, e che rimane in ambito previdenziale: per noi la cosa non e' chiara". Fatto sta che la materia della tassazione aggiuntiva delle pensioni, così come quella del blocco delle perequazioni degli  assegni a partire da una certa soglia, e' assai controversa e spesso posta all'attenzione dei giudici della Consulta. "Federmanager -prosegue Ambrogioni- ha gia' presentato varie istanze in diversi tribunali per far accertare profili di incostituzionalita' di misure in atto, come quella del blocco della perequazione automatica delle pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo Inps (1.405 euro mensili, ndr), voluta dal Governo Monti o di contributi di solidarieta' in essere. E sul primo argomento, il blocco della perequazione, il 6 novembre la sezione Lavoro del Tribunale di Palermo ci ha dato ragione, rimettendo alla Corte Costituzionale l'esame della questione di legittimita' costituzionale delle norme volute dal Governo Monti".   Ambrogioni ci tiene a sottolineare che "la battaglia di Federmanager va al di la' del singolo contributo o del singolo blocco di rivalutazione". "E' una battaglia che conduciamo nei confronti della politica -dice- perche' sia rispettato il merito, mentre questa legge di stabilita' il merito lo vessa, anzi lo violenta".   "Non si riesce a capire il disegno, non si riesce a cogliere dove ci vuole portare il governo. Vengono prima dette cose molto sensate come quelle relative a 'Destinazione Italia' e poi si mettono insieme delle 'pezze a colori' che non hanno alcun senso, mentre le uniche vere cose da fare erano ridurre il peso fiscale e abbattere la spesa pubblica improduttiva", conclude.   (Adnkronos)


 


LEGGE STABILITÀ. CIDA: NON RILANCIA CONSUMI, LAVORO E PAESE. Grave misura sulle pensioni, manca una vera lotta all’evasione


Roma, 27 novembre 2013.  Per la Cida, che rappresenta i manager italiani, la Legge di Stabilità "non fa nulla per ridare fiato e rilanciare consumi, lavoro e il Paese. Colpisce sempre i soliti noti, si accanisce sui pensionati e deride chi già paga le tasse". Per la Cida, il Governo "si è esercitato soprattutto nell’inventarsi nuovi nomi per tasse già esistenti. Di certo, non ha previsto misure incisive contro l’evasione fiscale, vero cancro per il Paese, né ha proceduto ai tanto preannunciati tagli alle spese inutili, altra grave malattia di cui soffre l’Italia. Ha pensato invece di colpire ancora una volta coloro che le tasse le hanno sempre pagate!". I manager "trovano assolutamente grave" aver confermato il blocco della rivalutazione delle pensioni. "Senza contare che al blocco, poi, si aggiunge anche l’ennesimo contributo di solidarietà. I pensionati, pagano ancora gli errori commessi da chi avrebbe dovuto gestire meglio la cosa pubblica". (TMnews)


 





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