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Stampa

Dopo sei mesi chiude il
“Quotidiano della Sera”.

Roma, 29 ottobre 2007. Chiude il 31 ottobre, dopo nemmeno sei mesi dalla prima uscita, il 'Quotidiano della sera' che avrebbe dovuto rinverdire dopo vent'anni e ripercorrere, ma positivamente, a Roma l'esperienza di quotidiani del pomeriggio come 'Paese Sera', 'Momento Sera' e, prima ancora, il 'Giornale d'Italia'. "La comunicazione della cessazione delle pubblicazioni dal 31 ottobre e' stato dato dall'editore alla redazione mercoledi' scorso, con soli sei giorni di preavviso" affermano i giornalisti del quotidiano (diciotto, il cui contratto doveva scadere nel maggio 2008) che hanno proclamato lo stato d'agitazione. Diretto da Ennio Simeone (gia' capocronista e poi vicedirettore di Paese Sera) ed edito da Francesco Dodaro, presidente delle edizioni Fast, che aveva pensato di esportare nella capitale un'esperienza positiva condotta con un'edizione pomeridiana a Cosenza, il quotidiano (quaranta pagine formato tabloid dedicate in prevalenza alla cronaca locale, dal lunedi' al venerdi') aveva fatto il suo debutto nelle strade di Roma il 22 maggio scorso al prezzo di 50 centesimi e con un sistema di vendita tramite 'strilloni' approdato solo in un secondo tempo in edicola. "Evidentemente gli obiettivi che editore e direttore si erano prefissi non sono stati raggiunti" dicono i giornalisti del quotidiano che lamentano di essere "da due mesi senza stipendio" e di non poter accedere alle garanzie previste dalla legge "per la mancata denuncia dello stato di crisi". I redattori, alla cui agitazione si aggiunge quella dei collaboratori, in gran parte pubblicisti, affermano di aver interessato della situazione la Fnsi, l'Asr e l'Ordine. (AGI)


 


Quotidiano della sera: necessario accertare ogni responsabilità


 Il Segretario del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, dichiara:


"Il Quotidiano della sera, diretto da Ennio Simeone, merita una attenzione - che l'Ordine dei nazionale giornalisti ha da tempo sollecitato - da parte della Fnsi e dell'Associazione della stampa romana. La redazione sta vivendo in queste ore momenti così travagliati che non possono  essere ignorati dai vertici della categoria. La maggior parte dei 18 giornalisti non riceve lo stipendio da due mesi; i circa cento collaboratori, teoricamente retribuiti con compensi da fame, attendono quanto loro spetta da tempo troppo lungo; è stata preannunciata la chiusura per il prossimo 31 ottobre e sono forti le sollecitazioni a firmare lettere di dimissioni in cambio di impegni verbali per sistemazioni precarie presso altre testate o di scappatoie che potrebbero penalizzare l'Inpgi.


Non bastano più parole di solidarietà ai colleghi. Gli organismi di categoria hanno il dovere, tutti, di assumere una iniziativa che punti ad una tutela effettiva dei giornalisti.  E' auspicabile inoltre che, per fare chiarezza sotto tutti gli aspetti, che l'Ordine del Lazio, territorialmente competente, avvii una indagine disciplinare che consenta di verificare se e chi, a qualsiasi livello di responsabilità, abbia violato o violi i doveri di lealtà tra colleghi".


 





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