di Franco Abruzzo
Milano. L’autunno è alle porte e l’autunno si porta via, come le foglie morte, le vecchie competenze deontologiche, degli Ordini professionali, che passano ai Consigli territoriali di disciplina (Ctd) ormai costituiti e pronti ad agire sul terreno concreto. I vecchi Consigli regionali dell’Ordine dei Giornalisti hanno perso, con il dl 138/2011, ogni potere in tema di istruzione e decisioni delle violazioni deontologiche previste dalla legge professionale 69/1963 (articoli 2 e 48) nonché dalla Carte deontologiche (Treviso, privacy, Fnsi/Cnog sui doveri, Roma sui migranti, Firenze sulla precarietà e Milano sulle carceri). Una sintesi di queste carte è pubblicata all’indirizzo http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=12206, mentre la riforma della professione degli anni 2011/2012 è consultabile all’indirizzo http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=11110 . Milano guida la reazione sanfedista, resiste e vuole occuparsi ancora dell'istruzione dei processi deontologici. Otto consiglieri su nove piangono, si strappano capelli e abiti. Non vogliono perdere il potere di "processare" i colleghi. E' una battaglia allucinante di retroguardia. Siamo di fronte a una rivolta eversiva contro le decisioni del Parlamento. I 9 giudici del Consiglio territoriale di disciplina sono, si dice, sul piede di guerra e non intendono rinunciare alle loro preorogative scritte nel dl 138/2011. Da Venezia viene, invece, una bella lezione di stile e compostezza: il presidente di quell'Ordine amministrativo ha trasmesso subito al locale Consiglio di disciplina le "carte" relative a una bambina i cui dati identificativi sono stati pubblicati da vari organi di stampa locali: rito meneghino o rito veneto allora? I ribelli non hanno compreso che le circolari ministeriali (alle quali si aggrappano) sono nulle quando sono in contrasto con la legge.
Scrivo questa breve nota, perchè nelle ultime ore, non solo in Lombardia, circola un documento di padre ignoto che parla delle “funzioni di vigilanza” dell’Ordine regionale dei giornalisti. Gli Ordini regionali non hanno alcuna funzione di vigilanza. E’ evidente che se la presidenza dell’ente dovesse ricevere esposti e lamentele nei confronti dei comportamenti degli iscritti, la stessa avrebbe l’obbligo di trasmettere i dossier all’organo deputato a istruire e a decidere le pratiche etiche: il Consiglio territoriale di disciplina. Lo stesso potere di denuncia e di segnalazione hanno le Procure generali e le Procure della Repubblica, la Consob, l’Antitrust, il Garante della privacy, l’Agcom e i sindacati della categoria giornalistica. Come i cittadini.
Questa impostazione emerge chiaramente e nettamente dal comma 5/f dell’articolo 3 del decreto legge (dl) 13 agosto 2011 n. 138 convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, della legge 14 settembre 2011 n. 148: “Gli ordinamenti professionali dovranno prevedere l'istituzione di organi a livello territoriale, diversi da quelli aventi funzioni amministrative, ai quali sono specificamente affidate l'istruzione e la decisione delle questioni disciplinari e di un organo nazionale di disciplina. La carica di consigliere dell'Ordine territoriale o di consigliere nazionale è incompatibile con quella di membro dei consigli di disciplina nazionali e territoriali. Le disposizioni della presente lettera non si applicano alle professioni sanitarie per le quali resta confermata la normativa vigente”. L’articolo 8 del Dpr 7 agosto 2012 n. 137 (Regolamento recante riforma degli ordinamenti professionali, a norma dell'articolo 3, comma 5, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148) ripete: “Presso i consigli dell'ordine o collegio territoriali sono istituiti consigli di disciplina territoriali cui sono affidati i compiti di istruzione e decisione delle questioni disciplinari riguardanti gli iscritti all'albo”. Il dl 138 e il dpr 137 non prevedono in maniera assoluta che sia possibile “conservare ai consigli regionali dell’ordine le funzioni concernenti l’accertamento di fatti e comportamenti rilevanti sotto il profilo deontologico non in funzione decisoria, ma con la finalità di denuncia al consiglio territoriale di disciplina, cui è riservato il potere istruttorio e decisorio”. Il Ministero della Giustizia ha stravolto la lettura della legge, ma tanto, come insegna la Cassazione, le circolari e i pareri della PA in contrasto netto con la legge stessa non hanno alcun valore pratico e sostanziale. Il primato spetta al dl 138 e al dpr 137. I vecchi Consigli amministrativi dovranno occuparsi soltanto delle iscrizioni all’Albo e al Registro, della formazione continua, dei corsi dedicati all’esame di Stato, delle polizze assicurative a fronte dei rischi professionali, della pubblicità degli iscritti, delle tariffe legate all’appartenenza agli Albi e al Registro, delle proposte di modifica della legge professionale. Il lavoro non manca, ma la disciplina era un tempo il cuore dell’attività del vecchio Ordine creato da Guido Gonella. Oggi i giudici disciplinari sono soltanto i 9 membri del Consiglio territoriale di disciplina. Amen.
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Consiglio territoriale di disciplina dell'Ordine lombardo: Umberto Gragnani presidente, Claudia Balzarini segretario
Milano, 29 luglio 2013. L’avvocato Umberto Gragnani, giornalista pubblicista, è il presidente del neonato Consiglio territoriale di disciplina dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia. Alla segreteria Claudia Balzarini, avvocato e pubblicista. Le due cariche rispondono ai criteri di legge della riforma dell’Ordine (n. 137/2012) che prevedono il più anziano d’iscrizione all’Albo alla presidenza e il più giovane come segretario. Oltre a presidente e segretario, tra i nove giornalisti scelti dalla presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, fanno parte del Consiglio territoriale di disciplina i professionisti Emilio Randacio (“La Repubblica”), Paolo Colonnello (“La Stampa”), Guido Plutino (“Il Sole-24Ore”), Tino Fiammetta (“Il Giorno”), Anna Migotto (Mediaset) e i pubblicisti Liviana Nemes, ex consigliere dell’Ordine e Carmelo Filadoro, ex magistrato di Cassazione. Compito del Consiglio di disciplina è quello di istruire e giudicare i procedimenti disciplinari dei giornalisti iscritti in Lombardia. Al Consiglio dell’Ordine lombardo rimane il compito di vigilanza sulla deontologia e di impulso dell’azione disciplinare. Il nuovo Consiglio di disciplina durerà in carica 3 anni. (in http://www.odg.mi.it/attivit%C3%A0-e-iniziative-ordine-lombardia/consiglio-territoriale-di-disciplina-dellordine-lombardo-umbe)
PADOVA, FIGLIA DI PORNOSTAR CONTESA. ORDINE DEI GIORNALISTI DEL VENETO: “VA GARANTITO L'ANONIMATO DELLA MINORENNE”. L’ente ha acquisito gli articoli e li ha trasmessi AL CONSIGLIO DI DISCIPLINA – IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=12687
FRANCO ABRUZZO - La legge professionale dei giornalisti aggiornatissima con la normativa di riforma del 2011/2012 (+ il regolamento sulla formazione continua + i chiarimenti ministeriali). – IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=12717