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Ordine dei giornalisti della Lombardia: commissariamento in mancanza di un accordo tra i 4 gruppi presenti nel Consiglio. Servono obbligatoriamente 5 voti (su 9) per eleggere il presidente e le altre cariche. Avanza l’ipotesi di una staffetta tra due candidati, che si alternerebbero alla presidenza per 18 mesi a testa. Decisiva la riunione del nuovo Consiglio indetta per martedì 4 giugno (h 18).

di Francesco M. De Bonis

Milano, 29 maggio 2013. Nella serata del 4 giugno dovrebbe essere eletto il nuovo presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Il Consiglio (ex art. 22 del dpr 115/1965) è stato convocato dal presidente uscente, Letizia Gonzales,  con questo ordine del giorno: “1) Elezione del presidente, del vicepresidente, del segretario e del tesoriere secondo  l’articolo 9 della legge 69/1963 e l’articolo 22 del Dpr 115/1965. La riunione è presieduta dal membro più anziano (Franco Abruzzo, 3/02/1963) per iscrizione negli elenchi dell'albo.  Le funzioni di segretario sono esercitate dal membro che ha minore anzianità di iscrizione (Massimo Cherubini, 26/03/2001). Le elezioni per le varie cariche hanno luogo separatamente con votazione segreta. 2) Varie ed eventuali”.  Il condizionale è obbligatorio, perché nessun gruppo ha la maggioranza. Non solo: i gruppi sono divisi da profonde rivalità. Sicuramente ha perso Letizia Gonzales: aveva 5 seggi e ora ne ha tre (gli altri due consiglieri sono Mario Consani e Gabriele Dossena), perdendo anche il primato dei voti personali. Non ha vinto il MLG (diretto dai Gallizzi): conta tre consiglieri pubblicisti. Il vincitore morale è Franco Abruzzo, lo storico ex presidente dell’Ordine (1989/2007), che è risultato il più votato (549 suffragi contro i 524 di Letizia Gonzales) e che è stato eletto con Rosy Brandi (presidente dei Cronisti lombardi). Abruzzo, però, è un comandante senza truppe perché i suoi elettori non hanno votato la “squadra” in maniera massiccia. Eletto Luca Pagni di “Repubblica”, presentato da “Senza bavaglio” (la componente sindacale  guidata da Massimo Alberizzi). La lista di Abruzzo era sostenuta dalle componenti sindacali Stampa democratica (fondata da Walter Tobagi e guidata oggi da Giovanni Negri), Quarto potere (Daniela Stigliano ed Edmondo Rho) e Mil (Gianni De Felice, Ottavio Rossani, Enrico Fedocci  e Vincenzo Sansonetti).


Nessun gruppo, come detto, ha la maggioranza dei seggi (che sono 9, sei per i professionisti e tre per i pubblicisti). Il presidente per legge può essere  sia un giornalista professionista sia un pubblicista. Ovviamente da sempre il più grande Ordine italiano dei giornalisti è stato guidato da un professionista con alle spalle un percorso professionale rilevante: redattore capo del “Corriere lombardo” e poi direttore dei periodici “Settimo giorno” e “Quattrosoldi” Carlo de Martino; redattore giudiziario di punta e poi caposervizio dei  “Fatti della vita” (cronaca nazionale) del vecchio “Giorno” e successivamente redattore capo centrale del Sole 24 Ore Franco Abruzzo; già vicedirettore del periodico Eva, di Rusconi editore, e già caporedattore moda di Amica, Bella e Pratica (tutte testate edite da Rcs Media Group) Letizia Gonzales. La strada è tracciata.


Sarà presidente il consigliere che raccoglierà almeno 5 suffragi (la metà più uni degli aventi diritto al voto, che sono 9). L’ultimo comma dell’articolo 22 del Dpr 115/195 afferma: “Alla riunione si applicano le disposizioni dell'art. 23 della legge 69/1963)”. L’articolo 23 di questa legge afferma: “Per la validità delle sedute di un Consiglio regionale o interregionale o del Consiglio nazionale dell'Ordine, occorre la presenza della maggioranza dei componenti. Nelle votazioni, in caso di parità, prevale il voto del presidente. Fino all'insediamento del nuovo Consiglio dell'Ordine, rimane in carica il Consiglio uscente.  Le stesse norme si applicano al Comitato esecutivo”.  Serve, quindi, la  maggioranza dei componenti” (5 su 9) per eleggere il presidente e le altre cariche. Una proposta si considera approvata se ha riportato la maggioranza assoluta dei voti, e cioè se abbia votato a favore la metà più uno dei votanti. “E' principio generale regolante il procedimento di adozione delle delibere da parte di organi collegiali, la regola secondo la quale, quando la legge non richiede una maggioranza qualificata, una proposta si considera approvata se ha riportato la maggioranza assoluta dei voti, e cioè se abbia votato a favore la metà più uno dei votanti, calcolando nel numero dei votanti anche coloro che abbiano espresso voti invalidi o schede bianche (Cons. Stato, Sez.V, 14/06/1994, n. 672)”. Questo  principio generale si ricava dall’articolo 276 del Cpc il quale precisa che - nei collegi giudicanti, ndr - “la  decisione è presa a maggioranza di voti”.


In via di ipotesi è il caso di precisare che, in caso di mancata elezione del presidente e delle altre cariche, il Consiglio dell’Ordine di Milano rischia il commissariamento perché non  è in grado di “funzionare regolarmente”. Dice l’articolo 24 della legge 3 febbraio 1963 n. 69: “Il Ministro di grazia e giustizia esercita l’alta vigilanza sui Consigli dell’Ordine. Egli può, con decreto motivato, sentito il parere del Consiglio nazionale, sciogliere un Consiglio regionale o interregionale, che non sia in grado di funzionare regolarmente; quando sia trascorso il termine di legge senza che si sia provveduto all’elezione del nuovo Consiglio o quando il Consiglio, richiamato all’osservanza degli obblighi ad esso imposti, persista nel violarli. Con lo stesso decreto il Ministro nomina, scegliendo fra i giornalisti professionisti, un commissario straordinario, al quale sono affidate le funzioni fino all’elezione del nuovo Consiglio, che deve avere luogo entro novanta giorni dal decreto di scioglimento”. Trattative sono in corso tra i gruppi. E’ possibile anche la staffetta tra due candidati che abbiano 5 voti. Il mandato è di 3 anni: 18 mesi a testa con lettera di dimissioni depositata da uno dei due presso un notaio.


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Leggi e giurisprudenza.


Analisi del processo decisionale nell’ambito


dei Consigli dell’Ordine dei Giornalisti:


“in caso di parità prevale il voto del presidente”,


ma non quando si decide a votazione segreta


sulle “persone” o sulla “questione di persone”


di Franco Abruzzo


Articolo/saggio 19/10/2002 in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=3198


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Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia: Franco Abruzzo è il primo degli eletti (549 voti conto i 524 voti di Letizia Gonzales presidente uscente). Ma nessun gruppo ha la maggioranza dei seggi (che sono 9, sei per i professionisti e tre per i pubblicisti). Entro 8 giorni la convocazione della prima riunione del nuovo Consiglio per eleggere il presidente e le altre tre cariche, ma si naviga (purtroppo) a vista. Franco Abruzzo: “Ringrazio i tanti colleghi che mi hanno rinnovato la fiducia e sono pronto ad assumermi la responsabilità dell’ente per impostare l’imponente lavoro che ci attende dopo la riforma del 2011/2012 e dopo lo ‘scorporo’ della deontologia a favore del Consiglio territoriale di disciplina”. La piaga dell’assenteismo. IN CODA I RISULTATI LOMBARDI DEL CONSIGLIO NAZIONALE: SEGGI FRAZIONATI tra i professionisti. Tra i pubblicisti vince il MLG.  -  di Francesco M. De Bonis


TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=12169


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