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DIBATTITO. LETTERA di Ezio Chiodini a Franco Abruzzo: il caso Giannino deve far riflettere l’intera categoria professionale. E’ il momento di una rigenerazione del giornalismo italiano, così come da tempo si avverte il problema di una rigenerazione della politica.

Caro Franco,  il "caso" Oscar Giannino ci deve fare riflettere. Non tanto per quanto riguarda ciò che Giannino ha detto o non ha detto. Non tanto per quanto riguarda la sua personalità, evidentemente contorta e patologica, perchè questi sono aspetti personali che inducono semplicemente a un sentimento di pena. No, il caso Giannino ci deve far riflettere perchè sta creando molti imbarazzi alla categoria. Io sarei propenso a dire: Giannino è quello che si è dimostrato, ignoriamolo, compatiamolo e lasciamolo perdere. Altri colleghi non la pensano così e si sentono molto colpiti e avviliti dalle sue bugie e dal suo modo di essere. Perchè? Per la semplice ragione che Oscar Giannino è un giornalista, per di più un giornalista noto anche al grande pubblico e il fatto ch abbia raccontato un sacco di balle non mina soltanto la sua personalità e il suo modo di voler apparire, ma anche la credibilità della categoria, cioè di tutti noi giornalisti.


Trovo questa analisi corretta anche se non mi convince al cento per cento. Però questa analisi ne induce altre e il quadro che ne emerge è davvero preoccupante. Come non riflettere sul fatto che il mondo dell'editoria sta vivendo la crisi più acuta dal secondo dopoguerra? E come non considerare che il giornalismo italiano sta vivendo uno dei suoi momenti più bassi, con colleghi che pur di avere un'intervista la offrono senza contraddittorio anche a discutibili personaggi, che preferiscono il gossip alle notizie, l'avanspettacolo alle inchieste, l'ironia alla critica? Come non riflettere su tutto ciò?


Io credo che sia giunto il momento di una rigenerazione del giornalismo italiano, così come da tempo si avverte il problema di una rigenerazione della politica.


A questo punto mi domando: che cosa ne pensano i colleghi? Perchè non aprire un ampio dibattito? Credimi, a trarne vantaggio sarebbero tutti i colleghi, primi fra tutti quelli giovani, alcuni dei quali - va detto - si avvicinano alla professione considerandola uno status invece di un impegno civile.


Ciao, Ezio Chiodini





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