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Parcelle consensuali, tirocini limitati a un anno, sistema duale, giustizia disciplinare affidata ad organismi esterni ai Consigli. Ingressi indiscriminati negli Albi a scapito della qualità e di un praticantato di durata ragionevole.

La proposta di riforma
delle professioni
varata dal “Governo Prodi”
volta le spalle alle regole
comunitarie (con
l’accesso aperto ai diplomati)
e alle legge 4/1999
del “Governo D’Alema”

Verrà favorita la trasformazione in associazioni per quegli ordini, albi e collegi già esistenti per i quali non ricorrano specifici interessi pubblici, che rendano necessario il ricorso al sistema ordinistico.


nota tecnica di Franco Abruzzo


presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia


La “riforma delle professioni”, varata il 1° dicembre 2006 dal Governo Prodi, volta le spalle all’Europa, non spiega il concetto di “professione intellettuale o regolamentata” e non delinea i confini tra Ordini e associazioni professionali. Un brutto inizio, che accentuerà scontri e divisioni anche all’interno della maggioranza. Lo sconfitto per ora è il ministro dell’Università, Fabio Mussi, che non è riuscito, nonostante i principi fissati nel dlgs 300/1999 e nella legge 4/1999 (art. 1, comma 18), a prendere in mano le redini della riforma, facendo prevalere la normativa comunitaria in base alla quale i professionisti intellettuali o regolamentati debbano avere almeno una laurea triennale, tutti e non solo quelli per i quali la normativa preesistente prevedeva questo vincolo. Il ddl, invece, prevede l’accesso alle professioni ancora con il semplice diploma. Il tirocinio avrà una  “durata non superiore a dodici mesi” e potrà essere  effettuato “parzialmente”  e “contemporaneamente” all’ultima fase degli studi necessaria per il conseguimento di ciascun titolo di laurea “garantendo in ogni caso la conoscenza dei fondamenti tecnici, pratici e deontologici della professione” (lo stesso discorso vale…per i diplomati). Il Governo pensa che così i giovani avranno più opportunità nel mondo delle professioni: c’è da scommettere, invece, che il livello basso nella preparazione complicherà l’entrata dei giovani nel comparto occupazionale. Si ripete a distanza di 40 anni quello che è avvenuto con la riforma universitaria (“Misasi”), quando fu  consentito a tutti i diplomati di accedere a tutti i corsi di laurea (opzione prima limitata a chi aveva  la  maturità classica). I governi di centro/sinistra dell’epoca, non potendo assicurare il lavoro, avevano il problema di parcheggiare i giovani nelle università (il fenomeno degli abbandoni ebbe una accentuazione notevole). Oggi il Governo pensa di sistemare i giovani nelle professioni intellettuali  all’insegna di uno slogan affascinante: “Diventa professionista e sarai ricco”.


La giurisprudenza costituzionale ha più volte precisato che l’articolo 33 della Costituzione (sull’esame di Stato)  reca in sé un principio di professionalità specifica, richiedendo che l’esercizio di attività professionali rivolte al pubblico avvenga in base a conoscenze sufficientemente approfondite ed ad un correlato sistema di controlli preventivi e successivi di tali conoscenze, per tutelare l’affidamento della collettività in ordine alle capacità dei professionisti (Corte costituzionale, sentenze 23 dicembre 1993 n. 456 e 26 gennaio 1990 n. 29).  Tale interpretazione della norma è del resto confermata dal parere n. 448/2001 reso il 13 marzo 2002 e  depositato il 7 maggio successivo dalla seconda sezione consultiva del Consiglio di Stato proprio con riferimento alla possibilità di includere la professione di giornalista nella  disciplina regolamentare. In tale parere si afferma la natura di esame di Stato della prova di idoneità prevista per l’accesso alla professione di giornalista  e si conclude per l’insussistenza di motivi ostativi alla riforma dell’ordinamento professionale dei giornalisti ai sensi dell’art. 1 (comma 18) della legge n. 4/1999.


L’articolo 2 del dlgs  70/2003 definisce «professione regolamentata» quella professione riconosciuta ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo 27 gennaio 1992 n. 115  (Attuazione della direttiva 89/48/CEE) ovvero ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo 2 maggio 1994 n. 319 (Attuazione della direttiva 92/51/CEE relativa ad un secondo sistema generale di riconoscimento della formazione professionale che integra la direttiva 89/48/CEE). Quest’ultimo  dlgs  “europeizza” la professione di giornalista, riconoscendola su un piede di parità rispetto alle altre. La direttiva 89/48/CEE, recepita con il Dlgs 115/1992,  ha introdotto (con l’articolo 2/bis del dlgs 115/1992) la definizione di “professione regolamentata". Si definisce formazione regolamentata “qualsiasi formazione direttamente orientata all'esercizio di una determinata professione e  consistente in un ciclo di studi post-secondari di durata minima di tre anni oppure di durata equivalente a tempo parziale in un'università o in un altro istituto di livello di formazione equivalente e, se del caso, nella formazione professionale, nel tirocinio o nella pratica professionale richiesti oltre il ciclo di studi post-secondari: la struttura e il livello di formazione professionale, del tirocinio o della pratica professionale devono essere stabiliti dalle disposizioni legislative, regolamentari o amministrative dello Stato membro interessato o soggetti al controllo o all'autorizzazione dell'autorità designata a tal fine”. Mentre  l’articolo 5 del ddl prevede  “il raccordo con la normativa dell’istruzione universitaria”, il successivo articolo 6 prevede il “raccordo con la normativa dell’istruzione secondaria superiore”. Eppure il ministro dell’Università Fabio Mussi nell’audizione del 4 luglio 2006 davanti alla VII Commissione della Camera (riportata nel sito www.miur.it alla voce interventi) aveva annunciato solennemente una svolta, affermando che “l’accesso agli Ordini professionali è materia sulla quale deve logicamente far premio il recepimento della Direttiva Comunitaria sulle qualifiche professionali superiori”. La Direttiva Comunitaria sulle qualifiche professionali superiori è la numero  89/48/CEE del  21 dicembre 1988relativa ad un sistema generale di riconoscimento dei diplomi di istruzione superiore che sanzionano formazioni professionali di una durata minima di tre anni”.


L’articolo 1 (comma 18) della legge n. 4/1999, stabilisce che “Con uno o più regolamenti adottati, a norma dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica, di concerto con il Ministro di grazia e giustizia, sentiti gli organi direttivi degli ordini professionali, con esclusivo riferimento alle attività professionali per il cui esercizio la normativa vigente già prevede l’obbligo di superamento di un esame di Stato, è modificata e integrata la disciplina del relativo ordinamento, dei connessi albi, ordini o collegi, nonché dei requisiti per l’ammissione all’esame di Stato e delle relative prove”. In attuazione di tale disposizione è già stato emanato il  Dpr. n. 328/2001, che ha provveduto ad istituire le sezioni A e B degli albi dei dottori agronomi e dottori forestali, degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, degli assistenti sociali, degli attuari, dei biologi, dei chimici, dei geologi e degli ingegneri, e a definire le relative competenze professionali, prevedendo l’iscrizione ad esse, rispettivamente, dei laureati specialistici e triennali, che abbiano superato l’apposito esame di abilitazione.


La legge 4/1999 in sostanza recepisce la direttiva 89/48/Cee (dlgs 115/1992) secondo al quale i professionisti appartenenti a professioni regolamentate debbano avere alle spalle almeno una laurea triennale. I giornalisti (legge 69/1963)  sono stati esclusi  da tale Dpr, decisione questa successivamente censurata dal Consiglio di Stato (sezione seconda consultiva) con il parere  448/2001 reso nell’adunanza 13 marzo 2002 e depositato il 7 maggio successivo. In tale quadro normativo si inserisce anche la scelta operata dal legislatore con la legge n. 4/1999 che ha delegificato la materia degli esami di Stato. Il regolamento, infatti, è apparso al legislatore lo strumento più idoneo ad individuare i titoli di studio che danno accesso agli esami di Stato, tenendo conto della continua evoluzione dei percorsi formativi ad opera dei decreti ministeriali e dei regolamenti di ateneo.


Nel  “ddl di riforma” non  c’è alcun riferimento alle direttive  89/48/Cee e 92/51/CEE né  al dlgs 8 luglio 2003 n. 277 (Attuazione della direttiva 2001/19/CEE che modifica le direttive del Consiglio relative al sistema generale di riconoscimento delle qualifiche professionali). Nel ddl non c’è  alcun accenno alla “legge D’Alema” 4/1999,  che, all’articolo 1 (comma 18), raccorda  l’esame Stato (abilitativo all’esercizio delle professioni intellettuali)  con il sistema delle lauree, principio valevole per tutte le professioni esistenti e organizzate con Ordini e Collegi e con l’esame di Stato. La legge 4/1999 conferisce al Ministero dell’Università l’iniziativa regolamentare “di concerto” con il Ministero della Giustizia.


Il  provvedimento dell’1 dicembre 2006 afferma semplicemente che “il Governo è delegato ad emanare, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi aventi ad oggetto la disciplina delle professioni intellettuali, e delle relativi forme organizzative, nel rispetto delle competenze delle Regioni, in coerenza con la normativa comunitaria in materia di libertà di accesso”. Buio sulle regole comunitarie per l’accesso (laurea almeno triennale per tutte le professioni regolamentate e non solo per quelle che avevano il vincolo universitario). Mussi su questo punto non ha nulla da dire?  Le professioni per le quali originariamente non era prevista la laurea come condizione di accesso rimarranno al palo? Il parere del Consiglio di  Stato per i giornalisti rimarrà lettera morta?


Il   “ddl di riforma” contempla  i seguenti punti:



  • viene previsto il riconoscimento pubblico di associazioni professionali con il compito di certificare la qualità professionale degli iscritti: a queste associazioni sono richiesti alcuni requisiti di serietà ed organizzazione interna come richiesto dalla normativa comunitaria;

  • è previsto il riordino degli Albi esistenti e il loro eventuale accorpamento in funzione dell’esistenza di gruppi professionali omogenei. Verrà favorita la trasformazione in associazioni  per quegli ordini, albi e collegi già esistenti per i quali non ricorrano specifici interessi pubblici, che rendano necessario il ricorso al sistema ordinistico;

  • i controlli sulla deontologia professionale vengono rafforzati, anche tramite la vigilanza affidata a rappresentanti non tutti iscritti al medesimo Albo;

  • le parcelle saranno fissate dalle parti, anche pattuendo compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi conseguiti;

  • viene consentito il ricorso alla pubblicità di carattere informativo;

  • vengono individuati diversi percorsi per l’accesso dei giovani al mercato delle professioni, introducendo criteri di tirocinio differenziati, cioè anche all’estero o contemporaneamente all’ultima fase degli studi per il titolo professionale;

  • viene mantenuto l’esame di Stato per l’abilitazione a quelle professioni il cui esercizio può incidere su diritti costituzionalmente garantiti o riguardanti interessi generali meritevoli di specifica tutela;

  • per garantire la terzietà degli esaminatori e l’oggettività delle valutazioni viene prevista una nuova disciplina per la composizione delle commissioni esaminatrici in modo da sottrarla alla prevalente competenza degli ordini;

  • viene prevista anche una nuova rilevanza delle strutture territoriali degli ordini e delle associazioni attraverso una maggiore responsabilizzazione delle loro strutture territoriali.

(Fonti: www.cittadinolex.it dell’1 dicembre 2006 e “Il Sole 24 Ore” del  2 dicembre 2006)


 


PROFESSIONI: MASTELLA, NESSUNA VOLONTA' DI ABOLIRE ORDINI.


ROMA, 1 dic 06. ''Nessun terremoto per gli ordini e i collegi esistenti, nessuna volonta' di abolirli, ma soltanto la necessita' di procedere ad una loro riorganizzazione eventualmente attraverso un accorpamento in gruppi professionali omogenei''. E quanto ha dichiarato il ministro della Giustizia Clemente Mastella conversando con i giornalisti a margine del forum ''Verso il piano strategico'', organizzato dall Amministrazione comunale di Benevento. ''E chiaro ha aggiunto il Guardasigilli che se viene meno l interesse pubblico che ha reso necessaria l istituzione dell ordine, l attivita' professionale dovra' essere diversamente disciplinata al fine di garantire gli interessi degli utenti, la cui tutela e' di primaria importanza''. (ANSA). COM-CAM 01-DIC-06 20:02


 


PROFESSIONI: MASTELLA, NESSUNO VUOLE ELIMINARE GLI ORDINI = MA IL CAMBIAMENTO E' UNA NECESSITA' .


Vicenza, 3 dic. 06. ''E' ovvio che vi siano delle apprensioni, ma gli ordini non sono eliminati. Francamente però oggi come oggi gli ordini professionali non sono in linea con il modello europeo''. Lo ha sottolineato il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, intervenendo oggi al congresso dell'Udeur di Vicenza. Il ministro ha detto di ''aver visto reazioni scomposte. Ma nessuno vuole eliminare gli ordini che pero' devono 'accamparsi' in una realta' diversa. Per questo credo per davvero che il disegno di legge che ho proposto abbia trovato un equilibrio e una mediazione difficile tra le idee di Bersani e Bonino e chi voleva lasciare invece tutto inalterato. E' stata una proposta concertata con altri ministri. E la riforma permettera' maggior qualita' a favore dei cittadini''. Mastella ha detto di augurarsi che ''le perplessita' siano eliminate''. ''Discuteremo ancora -ha aggiunto- abbiamo ascoltato moltissimo gli ordini e le professioni. In Parlamento discuteremo con i gruppi parlamentari e con le forze politiche e poi ancora con gli ordini, perche' la linea concertativa rimane la stella polare di riferimento. Anche quando ci sara' la delega voglio discutere con loro. Pero' anche loro -ha sottolineato il ministro riferendosi agli ordini professionali- devono dare una mano per il cambiamento che e' una necessita', devono cambiare e concorrere al cambiamento''. (Dac/Pn/Adnkronos) 03-DIC-06 14:27


 


PROFESSIONI: MARITATI, RIFORMA CONDIVISIBILE E NON-RADICALE SOTTOSEGRETARIO, CI SARANNO CAMBIAMENTI MIGLIORATIVI.


PESCARA, 2 DIC 06 - ''E' una legge delega che, secondo me, puo' essere ampiamente condivisibile perche' non determina cambiamenti radicali, ma migliorativi del sistema''. Lo ha sottolineato a Pescara il sottosegretario alla Giustizia, Alberto Maritati, commentando il disegno di legge-delega che riforma gli ordini professionali approvato ieri in Consiglio dei Ministri. ''Gli ordini - ha spiegato Maritati a margine di un convegno incentrato proprio sulla riforma delle professioni - non vengono toccati, non vengono smantellati, ma rafforzati e migliorati''. Il sottosegretario inoltre ha fatto presente come, accanto all' ordine, sia prevista la liberta' di associazione, come vuole la Costituzione. ''Pero' - ha notato il sottosegretario di Stato - c'e' una differenza perche', mentre l'ordine continuera' ad essere l'organo di rappresentanza esterna a livello istituzionale e persegue obiettivi pubblici, le associazioni saranno piu' spostate nella difesa degli interessi dei professionisti che liberamente si associano''. Per Maritati, con questa legge delega, il Governo ha percepito e intende tradurre in legge un principio nuovo: liberta' assoluta di associarsi, di esercitare le libere professioni. ''Mentre nel passato, sulla base di un concetto liberale forte e radicato, - ha fatto presente - i professionisti erano garanti di se stessi, erano associati per difendere i propri interessi, oggi questa liberta' va garantita si''', ma va anche indirizzata ''verso altri valori che sono quelli sociali e di destinazione del servizio agli utenti''. ''Non credo, quindi, - ha sottolineato - che ci possano essere dei dardi avvelenati da lanciare contro questa legge delega'' anche perche', ha aggiunto, ''stabilisce principi fondamentali, in difesa, per esempio, dei nuovi iscritti, dei giovani che vedono accorciato e retribuito il tirocinio. Quindi, puntiamo a superare una fase di sfruttamento a danno dei giovani''. Maritati ha sottolineato, inoltre, che si andra' a stabilire un collegamento con le scuole superiori e con le universita' in maniera tale che il professionista si cominci a formare gia' nella fase conclusiva della preparazione universitaria. (ANSA). Y1M-CAL 02-DIC-06 16:53


 


PROFESSIONI: ALPA (CNF), RIFORMA E' FATTO POSITIVO DISEGNO DI LEGGE ELIMINA TENSIONI E RISPETTA AUTONOMIA


PESCARA, 2 DIC - ''Consideriamo un atto positivo il fatto che il Governo abbia approvato un disegno di legge sugli ordini professionali'': lo ha detto il presidente del Consiglio Nazionale Forense (Cnf), Guido Alpa, a margine di un convegno a Pescara commentando l'approvazione avvenuta ieri in Consiglio dei Ministri del disegno di legge delega che riforma gli ordini professionali. ''Ora - ha aggiunto Alpa - c'e' un fatto positivo sul quale, ovviamente, si dovra' ragionare durante l'iter parlamentare ma, secondo me, elimina tutte le tensioni, osservazioni che precedevano questa formulazione governativa''. Per quanto riguarda l'ordine forense, Alpa ha sottolineato che due sono le condizioni che si desidera vengano rispettate. La prima e' l'autonomia, ''perche' riteniamo che l'autogoverno sia un fatto importante per una categoria che emana un proprio codice deontologico da rispettare. Chi non lo rispetta deve essere giustamente sanzionato''. La seconda condizione, ha aggiunto, riguarda la valenza pubblicistica dell'ordine: ''L'ordine provvede a garantire alla gente che il proprio iscritto, quando da' un servizio, e' un laureato, e' un abilitato, ed e' di buona condotta civile e morale. Questa certificazione che fa l'ordine, secondo noi, e' una garanzia per la gente''. Per Alpa, questi elementi sono rispettati nel disegno di legge, quindi ''a nostro parere - ha ribadito - e' un atto positivo che accogliamo con favore''. Per quanto riguarda i recenti scioperi degli avvocati, Alpa ha sottolineato che l'Ordine non ha intenzione di fare azioni. ''Noi aderiamo al Cup (Comitato Unitario dei Professionisti). So - ha aggiunto - che c'e' un'assemblea generale nei prossimi giorni, ma azioni di piazza, di forza, a livello di tuta, non trovano consenziente la mia persona e, ritengo, la mia categoria''. Il presidente del Cnf si e' pronunciato a margine di un convegno sulla riforma delle professioni organizzato a Pescara dall'amministrazione comunale. (ANSA). Y1M-CAL 02-DIC-06 13:46 NNN


 


PROFESSIONI: MANTINI, GIOVANI PROTAGONISTI DELLA RIFORMA


PESCARA, 2 DIC - ''I giovani sono un tema di grandissimo rilievo nella riforma delle professioni'', che riguarda quattro-cinque milioni di professionisti: lo ha sottolineato Pierluigi Mantini, deputato della Margherita e componente della Commissione giustizia alla Camera dei Deputati. ''Dobbiamo far si' - ha sottolineato Mantini parlando ad un convegno a Pescara - che i giovani diventino attivi nei mercati del lavoro e nei mercati professionali prima''. In un convegno incentrato sulla riforma delle professioni, Mantini ha spiegato che nelle proposte e' previsto un tirocinio piu' breve: ''sara' un tirocinio non superiore ai 12 mesi e potra' essere fatto in forme anche alternative'' e, ha aggiunto, l'esame di stato ''non sara' piu' quel terno al lotto che, a volte, e'''. Naturalmente pero' - ha tenuto a sottolineare - ''l'impegno e l'obbligo per la qualita' rimane e si sposta anche durante tutta l'attivita' professionale e, quindi, anche dopo l'accesso''. (ANSA). Y1M-CAL 02-DIC-06 13:19


 


PROFESSIONI: MANTINI, DDL MASTELLA VA MEGLIO PRECISATO RELATORE ALLA CAMERA DELL'ULIVO, NO PAURE SU RIDUZIONI ORDINI


ROMA, 4 dic 06. Precisare meglio le nuove professioni, chiarire le attivita' soggette a riserva e i modelli societari ammessi. Queste le modifiche al ddl Mastella che il relatore alla Camera dell'Ulivo, Pier Luigi Mantini, ha intenzione di proporre nel corso dell'esame del provvedimento. ''Le deleghe sono obbiettivamente troppe - dice Mantini - per il resto penso che il lavoro fatto dal ministro della Giustizia sia equilibrato e degno di molta attenzione''. Mantini giudica poi ''ingiustificati'' i timori di chi pensa a una riduzione degli Ordini. ''Certo - dice - effettueremo degli accorpamenti di ordini simili. Penso ad esempio tra Geometri, Periti Industriali e Periti Agrari per creare un forte ordine delle professioni dei tecnici con laurea triennale''. (ANSA). Y18-GER 04-DIC-06 13:03


 


PROFESSIONI: FALCONE (LAPET), SCIOLTO NODO SOVRAPPOSIZIONI CON DDL MASTELLA ATTIVITA'LIBERA DOVE NON ESISTANO RISERVE LEGGE


ROMA, 4 dic 065. ''L'articolo 8 del ddl Mastella sulla riforma delle professioni suona come il de profundis delle sovrapposizioni''. Lo afferma Roberto Falcone, presidente nazionale Lapet (Associazione nazionale Tributaristi) e segretario generale di Assoprofessioni, riferendosi al capitolo relativo ai principi e ai criteri in materia di associazioni professionali riconosciute e sottolineando che ''Si scioglie cosi' definitivamente il nodo delle sovrapposizioni che di sicuro ha rappresentato finora uno degli ostacoli principali per la riforma delle professioni''. ''Gia' era chiaro precisa Falcone che per il ministro della Giustizia le sovrapposizioni non esistono. Sin da quando ha annunciato i punti salienti della riforma delle professioni, infatti, Mastella ha sottolineato che non ci sarebbe stato il veto, come richiesto dai commercialisti, al riconoscimento delle associazioni che operano in settori professionali privi di riserve di esercizio perche' cio' sarebbe in contrasto con le direttive europee''. ''Il ministro prosegue Falcone ha avuto il merito di riconoscere normativamente quello che in fin dei conti tutti sostengono da sempre. Nell'ipotesi di attivita' riservate, dunque, le associazioni possono essere costituite solo da iscritti agli albi''. ''Pertanto - conclude Falcone - trova finalmente autorevole conferma la posizione della Lapet, la quale da sempre sostiene che le sovrapposizioni non sono mai esistite. Significa che laddove non esistono riserve di legge, l'attivita' e' libera, e come tale puo' essere esercitata da tutti coloro che hanno le dovute competenze''. (ANSA). LS 04-DIC-06 13:24





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