Roma, 16 ottobre 2012. ''E' successo quello che immaginavo. Questi politici cialtroni sono ipocriti e codardi. Ora la procura renda esecutiva la pena e mi venga a prendere''. E' veemente la reazione di Alessandro Sallusti alla notizia dello slittamento dei tempi per l'approvazione del disegno di legge sulla diffamazione al Senato. Il futuro del direttore del Giornale, condannato a 14 mesi di reclusione per un articolo scritto da Renato Farina, e' legato alla sorte del provvedimento, perche' l'abolizione del carcere per i giornalisti farebbe cessare, in base al principio del favor rei, gli effetti anche della sentenza che lo riguarda. La commissione Giustizia del Senato, che avrebbe dovuto dare in settimana il via libera al testo per poi passarlo direttamente alla Camera, dovra' ultimare il lavoro in sede referente.
La richiesta di un passaggio in aula e' stata avanzata da sei membri della Commissione, di Pd, Idv e Radicali (ne bastavano cinque). Troppo complessa la materia per non sottoporla a un dibattito piu' ampio, e' la motivazione che hanno dato. Data per scontata la cancellazione della galera per i giornalisti, tra i punti non pacifici, con oltre 100 emendamenti presentati, c'erano l'entita' delle pene e l'estensione della normativa al web. In serata e' stato poi trovato un accordo su questi punti ed il via libera in commissione dovrebbe arrivare giovedi', ma
sbilanciarsi sui tempi per l'approvazione definitiva a questo punto appare complicato.
''I pm abbiano il coraggio di trasmettermi l'ordine di carcerazione - dice ancora Sallusti all'ANSA -. Io non l'ho ancora ricevuto e vorrei capire chi si prende la responsabilita' di tenere questo ordine nel cassetto''. La procura di Milano fa sapere che ha dovuto attendere la trasmissione da Roma del dispositivo della sentenza e che la sospensione della pena scattera' in maniera automatica al momento della notifica dell'ordine di carcerazione. Da allora Sallusti avra' 30 giorni per chiedere l'affidamento ai servizi sociali o la detenzione domiciliare, ma il giornalista conferma oggi quello che aveva gia' detto nei giorni scorsi: ''Io non chiedero' nulla, sono
pronto ad andare in galera''.
''Sallusti adesso non va in galera neanche se bussa al portone di San Vittore - afferma il senatore Pd Gerardo D'Ambrosio -. C'e' tutto il tempo di approvare la legge prima che lui vada in carcere''. Il via libera in commissione dovrebbe
arrivare giovedi'. I relatori Filippo Berselli (Pdl) e Silvia Della Monica (Pd), in un incontro con il sottosegretario alla Giustizia, Sabato Malinconico, hanno trovato l'accordo sul nuovo testo che dovrebbe essere approvato. Tra le novita', l'applicazione delle norme non al web in generale (ipotesi che aveva gia' suscitato proteste in rete), ma solo ai siti di quotidiani; pene pecuniarie tra 5 mila e 50 mila euro; multe aumentate o diminuite, in base alla pubblicazione o meno della
rettifica, sia per l'autore che per il direttore; l'esclusione della radiazione definitiva dall'albo. Il ddl e' stato gia' calendarizzato alla Camera per il 29 ottobre. ''Manovre dilatorie o ostruzionistiche sono errate e vanno superate con un intenso impegno della Commissione'', afferma il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Per
Vincenzo Vita del Pd ''passare alla sede referente non significa rallentare l'iter del provvedimento''. La Fnsi esprime, invece, ''profonda preoccupazione'', denunciando il rischio ''di aggiungere lacci all'autonomia e alla liberta' dell'informazione''. (ANSA).
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BERSELLI (presidente della Commissione Giustizia): “Accordo su ddl, voto domani 17 o giovedì. Norme estese solo ai siti dei giornali e dei periodici, tra le pene non c'è la radiazione. Pene pecuniarie tra 5 mila e 50 mila euro per l’autore del testo, multe aumentate o diminuite, in base alla pubblicazione o meno della rettifica, sia per l'autore che per il direttore. Sono invece previsti aumenti di pena in caso di mancata pubblicazione. E’ stato deciso di non istituire il Giurì per la lealtà dell'informazione, 'perché allungherebbe troppo i tempi''
Roma, 16 ottobre 2012. ''Abbiamo rimodulato il testo in modo che dovrebbe incontrare il favore di tutti i gruppi. Voteremo domani o giovedi'''. Lo dichiara all'ANSA il presidente della commissione Giustizia al Senato, Filippo Berselli, in merito al ddl diffamazione. Tra le novita', l'applicazione delle norme solo ai siti dei giornali cartacei, pene pecuniarie tra 5 mila e 50 mila euro, multe aumentate o diminuite, in base alla pubblicazione o meno della rettifica, sia per l'autore che per
il direttore. Esclusa la radiazione dall'albo. ''Abbiamo recepito alcuni subemendamenti e domani mattina daremo i pareri che sono stati gia' concordati - aggiunge Berselli -. Poi, se il governo non porra' la fiducia sul ddl anticorruzione, voteremo nel pomeriggio, altrimenti lo faremo giovedi'. Penso che in una giornata riusciremo ad approvare il testo''. Il presidente della commissione Giustizia, che e' relatore del provvedimento, ha incontrato il sottosegretario alla Giustizia, Sabato Malinconico, insieme al capogruppo del Pd, Silvia Della Monica, che e' l'altra relatrice. Nell'incontro si e' deciso di rimodulare il testo, che cancella il carcere per i giornalisti, alla luce degli emendamenti presentati. La normativa non sara' estesa ai siti web in generale, ma solo ai siti di quotidiani o periodici. ''Non abbiamo voluto esagerare con le pene - dice inoltre Berselli -. Abbiamo escluso la radiazione definitiva dall'albo. Solo in caso di recidiva e' prevista la radiazione da uno a tre anni''. Si e' deciso, inoltre, di prevedere pene pecuniarie da 5 mila a 50 mila euro per l'autore del testo. Per il direttore, responsabile per colpa, si prevede la riduzione di un terzo della pena ed in caso di pubblicazione della rettifica un'ulteriore riduzione di un terzo. Sono invece previsti aumenti di pena in caso di mancata pubblicazione. Berselli aggiunge che e' stato deciso di non istituire il Giuri' per la lealta' dell'informazione, ''perche' allungherebbe troppo i tempi''. (ANSA).
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DIFFAMAZIONE. Il Senato sta per decidere. Allarme della Fnsi: “Ok per l’obbligo di rettifica, l’eliminazione del carcere per i giornalisti è certo necessaria e importante, ma se (come prevedono alcuni emendamenti) fosse abbinata ad un pesante aumento delle sanzioni pecuniarie produrrebbe un condizionamento ancora più minaccioso al quotidiano esercizio del diritto-dovere di informare. E’ indispensabile introdurre meccanismi per scoraggiare la querela temeraria e richieste spropositate di risarcimento danni, anche promosse direttamente in sede civile, che troppo spesso sono finalizzate ad intimidire giornalisti ed editori”.
Roma, 16 ottobre 2012. “Suscitano profonda preoccupazione alcune ipotesi di modifica della legge sulla stampa e del codice penale all’esame del Senato, che rischiano di aggiungere lacci all’autonomia e alla libertà dell’informazione. Nessuna urgenza può giustificare rimedi peggiori del male. Non perda, perciò, il Parlamento l’occasione per una vera riforma della legge sulla diffamazione a mezzo stampa, quella riforma che il giornalismo italiano sollecita da anni. La Fnsi rinnova l’appello ai senatori e alle senatrici della Commissione Giustizia, che nelle prossime ore voteranno il testo in sede deliberante. L’eliminazione del carcere per i giornalisti è certo necessaria e importante, ma se (come prevedono alcuni emendamenti) fosse abbinata ad un pesante aumento delle sanzioni produrrebbe un condizionamento ancora più minaccioso al quotidiano esercizio del diritto-dovere di informare. E’ giusto rafforzare, come vero ristoro di eventuale danno, l’obbligo di rettifica (fin qui troppo spesso disatteso dalla categoria), ma allora essa deve essere considerata - tranne che nei casi di grave recidiva - motivo di esclusione della procedibilità. E’ indispensabile introdurre meccanismi per scoraggiare la querela temeraria e richieste spropositate di risarcimento danni, anche promosse direttamente in sede civile, che troppo spesso sono finalizzate ad intimidire giornalisti ed editori. E’ urgente varare il “Giurì per la lealtà dell’informazione”, capace di intervenire in modo immediato a garanzia della dignità dei cittadini violata da errori e orrori di stampa. E’ fondamentale distinguere, in rete, tra i doveri più stringenti ai quali deve rispondere l’informazione professionale e le regole alle quali devono attenersi i blogger, che non possono essere considerati alla pari di una struttura redazionale organizzata. Se mancheranno questi semplici interventi, la legge in gestazione non sarà una legge di libertà ma sarà una legge non buona, marchiata ad personam e di danno per il bene da tutelare: la libertà e il pluralismo dell’informazione. Il tempo è breve, ma si può ancora fare una legge che sia strumento per una informazione meno asservita e al tempo stesso più responsabile verso i cittadini” (www.fnsi.it)