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Stampa

Il Gattopardo ha lavorato
negli uffici del Consiglio
nazionale dell’Ordine
dei Giornalisti: gli affari
disciplinari rimarranno
di fatto dove sono oggi.
Senza l’impulso del vecchio
Ordine, i Consigli di disciplina
non potranno agire neanche
d’ufficio. La volontà del
Parlamento viene tradita:
scompare la separazione
tra funzioni amministrative
e funzioni disciplinari!
Doveva cambiar tutto
e invece non cambierà nulla!

di Franco Abruzzo

Roma, 8 ottobre 2012. Il Gattopardo ha lavorato oggi negli uffici del Consiglio nazionale dell’Ordine (nella centralissima via Parigi a due passi dalla Stazione Termini), dove si sono riuniti i presidenti e i vicepresidenti degli Ordini regionali. Tema all'ordine del giorno: la bozza del regolamento dei nuovi Consigli di disciplina chiamati dal dl 138/2011 a istruire e a giudicare in tema di procedimenti deontologici. Il Parlamento ha separato nettamente le funzioni amministrative da quelle disciplinari. L’Ordine oggi, in sostanza, ha due Consigli: quello storico che si occupa di formazione, esami di Stato e Albo, quello nascente che vigilerà sulla condotta degli iscritti. Che è successo? I presidenti e i vicepresidenti non vogliono mollare l’osso e la polpa dei procedimenti disciplinari. Se ne vogliono occupare, dimenticando che le passate inerzie hanno gettando ombre pesantissime sull’Ordine professionale.  Nell’articolo 1 della bozza di regolamento figura questo passaggio: “Il procedimento disciplinare è iniziato d'ufficio dal Consiglio territoriale di disciplina  o anche su richiesta del Consiglio dell'Ordine o del Procuratore generale competente”.  Tolte le parole in giallo si torna all'antico.  In altri termini il Consiglio dell’Ordine vaglia tutti gli esposti e le situazioni scabrose della categoria e passa le carte, se crede, al Consiglio di disciplina (Nei miei 18 anni di presidenza dell’Ordine lombardo avrò ricevuto non più di 5 segnalazioni dall’Ufficio del Pubblico Ministero). Senza questo impulso, i Consigli di disciplina non possono far nulla.  Eppure doveva cambiare tutto e, invece, non cambierà nulla a meno che la ministra della Giustizia,  Paola Severino, non bocci il regolamento. Il Gattopardo ha fatto un buon lavoro. Gli unici contenti sono gli avvocati: avranno da lavorare qualora dovessero decidere di far saltare i procedimenti disciplinari viziati dalla presenza  di un soggetto che una legge dello Stato esclude. 


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APPELLO.


Da FRANCO ABRUZZO ai


presidenti degli Ordini


regionali dei Giornalisti:


“Il dl 138/2011 ha previsto


che i Consigli dell’Ordine


non si  occupino più di


disciplina. Rispettate


la volontà delle Camere.


Non imbrigliate l’attività


dei nascenti Consigli di


disciplina. Sul potere deontologico


del vecchio Ordine è  ormai


tramontato il sole ed è


calato un buio impenetrabile”.


 


C’è  chi afferma che l’Ordine senza la disciplina ha perso la sua identità e il suo ruolo storico. Ma non è così.  Il  potere disciplinare resta sempre nell’ambito dell’Ordine, ma verrà esercitato presto da un particolare Consiglio istituito ad hoc. L’Ordine oggi in sostanza ha due Consigli: quello storico che si occupa di formazione, esami di Stato e  Albo, quello nascente che vigilerà sulla condotta degli iscritti. 


In http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=10140


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