Niente discriminazioni tra testate e a maggior ragione nessun canale informativo privilegiato con singoli giornalisti; mai esprimere opinioni personali o giudizi di valore su persone e eventi; rispettare sempre la presunzione di non colpevolezza degli indagati; tutelare il diritto dell’imputato «di non apprendere dalla stampa quanto dovrebbe essergli comunicato preventivamente in via formale». Sono alcune delle indicazioni contenute nelle linee guida per una corretta comunicazione tra uffici giudiziari e stampa approvate oggi (11/7, ndr) dal plenum del Csm a larghissima maggioranza con un solo voto contrario.
ROMA, 11 luglio 2018 - Niente discriminazioni tra testate e a maggior ragione nessun canale informativo privilegiato con singoli giornalisti; mai esprimere opinioni personali o giudizi di valore su persone e eventi; rispettare sempre la presunzione di non colpevolezza degli indagati; tutelare il diritto dell’imputato «di non apprendere dalla stampa quanto dovrebbe essergli comunicato preventivamente in via formale». Sono alcune delle indicazioni contenute nelle linee guida per una corretta comunicazione tra uffici giudiziari e stampa approvate oggi dal plenum del Csm a larghissima maggioranza con il solo voto contrario del consigliere di Autonomia e Indipendenza Aldo Morgini. Regole chiamate ad ovviare alle «serie criticità» del rapporto tra magistrati e mass media, e che hanno come destinatari i giudici, non chi fa informazione, come ha chiarito un emendamento al testo. «In alcun modo, le linee guida intendono interferire sul libero esercizio dell’attività giornalistica, nè sulla ricerca delle fonti da parte della stampa, come oggi precisato in Plenum, essendo indirizzate esclusivamente agli Uffici giudiziari, e quindi destinate ai soli magistrati», ha voluto sottolineare anche il vice presidente Giovanni Legnini, esprimendo soddisfazione per l’approvazione della delibera con cui «il CSM provvede a colmare un ritardo sulla cultura dell’organizzazione in materia di comunicazione rispetto a diversi altri Paesi europei». «Con tale strumento di soft law -ha aggiunto Legnini - intendiamo fornire indicazioni e modelli organizzativi agli Uffici giudicanti e requirenti per accrescere la qualità e la tempestività della comunicazione delle decisioni giudiziarie». (ANSA).
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