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MAFIA. FNSI: APPELLO AI DIRETTORI PER IMPEGNO SULLE MINACCE AI GIORNALISTI. Paolo Borrometi e altri 18 giornalisti sono sotto tiro.


Roma, 11 aprile 2018 -  "Care direttrici e cari direttori, avete  una grande responsabilità nel dirigere gli organi di informazione nel   nostro Paese perché dalla qualità del vostro lavoro dipende la qualità  della nostra democrazia. Noi, firmatari di questa lettera aperta,   siamo convinti che le mafie sono state e sono sempre pericolose e che  se alcuni cronisti sono costretti a vivere sotto scorta è perché altri   giornalisti non fanno il loro dovere". E' l'appello di un folto numero  di giornalisti firmatari di una lettera aperta alle testate   giornalistiche, diffuso dalla Fnsi. "Abbiamo deciso di scrivervi ora perché c'è un nostro collega, Paolo  Borrometi, che sta vivendo un momento drammatico per la sua e per la nostra vita. Paolo Borrometi - proseguono- è un giornalista precario,  collaboratore dell'Agi ed è il direttore della Spia.it, un giornale  online della Sicilia Orientale. Al termine di un'indagine che si è  conclusa con alcuni provvedimenti restrittivi, la procura antimafia di   Catania ha reso pubblico il contenuto di un'intercettazione tra due  mafiosi di Pachino, città in provincia di Siracusa, perché diventi   operativo l'ordine di uccidere il cronista". Paolo Borrometi "è sotto tiro come sono sotto tiro altri 18   giornalisti protetti dallo Stato e tanti altri cronisti che - spiegano   i giornalisti - quotidianamente sfidano la morte perché raccontano   quello che accade sui loro territori. L'elenco delle minacce è   lunghissimo, vogliamo solo ricordarvi l'ennesima intimidazione alla   collega di Repubblica, Federica Angeli, che si è vista recapitare una  busta con proiettile, lei che è già sotto protezione per le minacce  della mafia di Ostia". "Noi siamo convinti che la solidarietà nei confronti dichi subisce le minacce non sia più sufficiente - rimarcano - Il temadelle mafia è scomparso dall'agenda della politica. Chiediamo   all'informazione di riportarlo al centro della discussione. Noi,  firmatari di questa lettera aperta, chiediamo un impegno concreto a  tutte le testate giornalistiche a scrivere, a realizzare inchieste,  servizi radiofonici e televisivi, sulla carta stampata e sul web, in  quelle terre di mafia che minacciano un giornalista, noi tutti".  "Chiediamo inoltre di richiamare l'attenzione delle istituzioni e   degli editori - concludono - sulle vite precarie di molti dei cronisti  che fanno ogni giorno il loro dovere senza alcuna forma di tutela   contrattuale: precarietà che indebolisce il giornalismo d'inchiesta.  Vi proponiamo una settimana, quella che va dal 25 aprile al primo   maggio, nella quale sensibilizzare l'opinione pubblica e a metà maggio  un incontro pubblico in Sicilia con voi, direttrici e direttori,   cittadini e associazioni per discutere dei risultati di questo comune   impegno informativo sulle mafie. Paolo Borrometi non può restare solo. Non deve restare solo". È possibile aderire inviando una mail a  sito@fnsi.it o redazione@articolo21.info  (AdnKronos)






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