HEARST MAGAZINES ITALIA/MILANO. La vicenda della giornalista licenziata nonostante due vittorie in tribunale del lavoro (demansionamento conclamato). Dopo quella dell'Alg arriva la condanna del Cdr HMI: «Decisione incomprensibile». L'operato dell'azienda «mina il rapporto tra editore e giornalisti che in questi ultimi anni si sono fatti carico di una pesante ristrutturazione che ha fortemente ridimensionato la forza lavoro». L'organismo sindacale «esprime viva preoccupazione e censura un comportamento che appare quanto meno stravagante».
Milano, 18 gennaio 2018. Nei giorni scorsi Hearst Magazines Italia ha deciso di avviare la procedura di licenziamento di una collega 'per giustificato motivo oggettivo'. «Tale decisione – commenta il Cdr di HMI – appare del tutto incomprensibile e mina il rapporto tra editore e giornalisti che in questi ultimi anni si sono fatti carico di una pesante ristrutturazione che ha fortemente ridimensionato la forza lavoro». Il Comitato di redazione di Hearst Magazines Italia, si legge in una nota, «esprime viva preoccupazione e condanna un comportamento che appare quanto meno stravagante». Ed elenca i motivi di tale condanna: - la collega aveva ben due sentenze a suo favore del Tribunale del lavoro di Milano, sentenze che avevano condannano l’editore con obbligo di risarcire i danni cagionati alla professionalità e alla salute della giornalista, che a parere dei giudici era stata destinata a mansioni non corrispondenti alla professione. Per tutta risposta, Hearst Magazines Italia ha ritenuto di dover avviare una procedura di licenziamento; - il licenziamento arriva al termine di un lungo periodo di contratti di solidarietà e cassa integrazione sottoscritti dopo che l’editore aveva dichiarato oltre 30 esuberi tra i giornalisti. Obbiettivo di riduzione del personale che l’azienda ha raggiunto con il sacrificio, in termini economici e di impegno lavorativo, da parte dei giornalisti delle redazioni, che con senso di responsabilità hanno garantito sempre un prodotto di qualità in grado di rispondere al difficile periodo di crisi dell’editoria; - contemporaneamente alle dichiarazioni di stato di crisi ed esuberi, Hearst Magazines Italia delocalizzava in Svizzera le attività legate alla redazione dei contenuti digitali delle testate edite in Italia, procedendo allo stesso tempo all’assunzione di personale che, naturalmente, non risponde alla legislazione italiana. Una decisione che desta viva preoccupazione sul futuro del lavoro giornalistico in Italia dal momento che l’editore ha più volte sottolineato come internet rappresenti il futuro. A fronte di tali considerazioni, il Cdr di Hearst Magazines Italia, «nello stigmatizzare e condannare con forza il comportamento aziendale, avverte che sarà pronto a intraprendere in qualsiasi sede tutte le iniziative volte a riportare i rapporti tra editore e giornalisti nell’alveo di corrette e produttive relazioni cui il corpo giornalistico si è sempre dimostrato pronto e disponibile», conclude la nota. - TESTO IN http://www.fnsi.it/licenziamento-al-gruppo-hearst-la-condanna-del-cdr-decisione-incomprensibile
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17.1.2018 - MILANO. Giornalista vince (due volte) causa di demansionamento: Hearst la licenzia. “La misura, ora, è davvero colma” sostiene il presidente dell'ALG, Paolo Perucchini. Franco Abruzzo (portavoce del Mil): "Gli accordi Nato non prevedono che gli azionisti americani di società operanti nella Penisola possano violare le leggi e le sentenze italiane. Non siamo una colonia. Questo episodio è una vergogna americana dell'epoca Trump commessa in territorio italiano. Il sindacato deve agire sul piano penale soprattutto quando i maltrattamenti come in questo caso provocano danni alla salute della persona presa di mira documentati da perizie mediche". Forte denuncia del sindacato: "Ad aggravare la situazione, la strategia Hearst di “esportare” il lavoro giornalistico fuori dalla Ue, in Svizzera, assumendo nella propria consociata personale senza contratto giornalistico". - TESTO IN https://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=24332
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