La Repubblica Partenopea del 1799 è stata una formidabile esperienza rivoluzionaria celebrata, dove prendeva piede, con la messa a dimora di una pianta. Era l'Albero della Libertà, sotto al quale si celebravano i momenti più importanti della comunità. Con la restaurazione borbonica, gli Alberi della Libertà furono divelti e bruciati dal furore della reazione restauratrice. Oggi, in Italia, di quegli alberi non ne rimane traccia. O quasi, perché per fortuna a Montepaone, in provincia di Catanzaro, ancora svetta un ultimo residuato. Montepaone, come altri paesi del meridione, ebbe i suoi martiri. I cugini Luigi Rossi e Gregorio Mattei che furono afforcati il 28 novembre del 1799 nella Piazza Mercato di Napoli. E così, dopo tutto questo tempo sulla cima del paesino ionico svetta ancora quell'Albero proprio di fronte la casa natale di Gregorio Mattei. È un grande olmo, alto 14 metri, con una chioma altrettanto estesa ed un tronco enorme. Bisogna purtroppo aggiungere che i duecento anni cominciano a farsi sentire, mettendolo in pericolo. Il giornalista Franco Pitaro, già nel 1985, con alcuni scritti per primo l'aveva valorizzato, salvaguardandone la vita e scongiurando la morte. Un messaggio che nel 1997 raccoglievo e rilanciavo come socio WWF, quando I'olmo ha mostrato difficoltà dopo pesanti mutilazioni di gente senza scrupoli (ignota, s'intende!). Attacchi fungini e la carie incipiente del legno hanno messo in pericolo la sopravvivenza, anche se il pericolo è stato alleviato da un primo parziale intervento disposto dal Sindaco. Intanto, con ostinazione, si coinvolgevano associazioni, storici, politici tra i quali l'eurodeputato On. Gianni Pittella, giornalisti, scienziati ed a difesa dell'olmo della libertà intervenivano il WWF, il Gr1, l'Istituto Studi Filosofici ed il Sindaco di Napoli. La Fondazione "Critica Liberale" gli dedicava la prima pagina del suo sito Internet e il Ministero ai Beni Culturali che sta apponendovi il vincolo di bene storico. Ma l'intervento, forse, più interessante resta quello del Prof. Lorenzo Mittempergher e di Salvatore MORICCA dell'Istituto per la Patologia degli Alberi Forestali di Firenze (CNR). Gli studiosi, infatti, hanno deciso di porre l'attenzione al germoplasma dell'olmo crio-conservandolo sotto azoto liquido a -180°. Dal materiale genetico, per clonazione saranno ottenuti olmi identici a quello di Montepaone, già inserito nella banca dati degli olmi monumentali del continente europeo. E così, una volta riprodotte le piantine, abbiamo lanciato l'idea per distribuirle in tutti quei Comuni che ne faranno richiesta per piantare nelle piazze del Meridione tanti alberi della libertà a ricordo della storia della Repubblica Partenopea. Un modo originale per celebrare quei tragici avvenimenti, riaffermando le nostre radici storico-culturali. E già cominciano a pervenire richieste delle piantine. Una arriva da San Vito dei Normanni (BR) dove all'Olmo di Montepaone hanno dedicato un capitolo in un libro da loro pubblicato. Su tale scia, si vorrebbe stabilire un gemellaggio ideale sul sacrificio di chi ha offerto la propria vita per I'affermazione dei principi che, apparentemente sconfitti, in seguito avrebbero costituito le basi del moderno stato democratico.
arch. Aurelio Tuccio
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Gazzetta del Sud - Catanzaro (13/05/2010)
L'olmo della libertà, un patrimonio da tutelare
Il Fondo per l'ambiente italiano si è interessato allo storico albero
di Sabrina Amoroso
Montepaone. Da anni è il simbolo di Montepaone al centro delle attenzioni delle associazioni ambientaliste. Parliamo dell'olmo della libertà raro arbusto e unico esemplare esistente in Italia. Si erge imponete in piazza Immacolata, nel centro storico del paese di Montepaone e nei giorni scorsi è stato oggetto della visita di una delegazione Fai (Fondo Ambiente Italiano) associazione che promuove la tutela del paesaggio italiano.
«Un'occasione per richiamare l'attenzione sul patrimonio culturale ed artistico del paese ionico- ha dichiarato l'assessore all'ambiente Michele Malta- e per comunicare l'impegno dell'associazione per seguire le procedure di tutela dell'albero della libertà di Montepaone».
In epoca lontana sotto questo arbusto si celebravano i momenti più importanti della comunità, la restaurazione borbonica impose che tali alberi fossero bruciati o abbattuti. Fa eccezione il paesino calabrese che conserva l'unico esemplare nazionale che svetta di fronte la casa natale di Gregorio Mattei (figlio di Saverio Mattei amico e biografo di Metastasio e poeta di corte) magistrato, tra i redattori e i promotori del Venditore Repubbliciano, giornali fioriti nel semestre rivoluzionario a Napoli.
Per l'imponente albero, alto quattordici metri, si era temuto lo scorso anno quando per le forti raffiche di vento il tronco era stato danneggiato. Gli oltre due secoli di vita non hanno però eliminato un simbolo che continua a raccontare un pezzo di storia italiana da un piccolo centro calabrese.