di Franco Abruzzo
Milano, 2 marzo 2009. Il destino dell’Istituto “Carlo De Martino” per la Formazione al Giornalismo (meglio noto come “Ifg De Martino”) è appeso a un esile filo. L’accordo, sotto forma di convenzione della durata biennale, in questi giorni è stato raggiunto tra il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e il rettore della Università Statale. Ma sulla convenzione il Consiglio dell’Ordine sarebbe spaccato, mentre i revisori dei conti nutrono forti perplessità almeno su un passaggio del patto, che implica uscite consistenti. Il 4 marzo la convenzione verrà esaminata dal Consiglio di presidenza dell’Associazione “Walter Tobagi” per la Formazione al giornalismo (“Afg Tobagi”), l’ente senza scopo di lucro che, per conto dell’Ordine, gestisce l’Ifg De Martino. La parola definitiva sarà pronunciata dal Consiglio dell’Ordine, che, con la Regione Lombardia, ha finanziato l’Afg e che, dopo il ritiro della Regione Lombardia, rimarrà da solo a sostenere economicamente l’Afg. Nel 2008 l’Ordine ha sborsato 250mila euro e quest’anno ne dovrà scucire altri 80/90mila. Il passaggio della convenzione, che fa discutere e divide, è racchiuso nell’articolo 6:
“L’Università mette a disposizione del corso per master aule per lezioni e seminari, gli spazi, i supporti tecnologici e i servizi amministrativi e tecnici attualmente utilizzati dalla Scuola, nonché le testate giornalistiche edite autonomamente dalla Scuola medesima, comprendenti un quotidiano on-line, con radio e televisione, e un periodico quindicinale, assicurando inoltre i finanziamenti necessari per il suo funzionamento.
L’Associazione “Walter Tobagi” si impegna a contribuire agli oneri connessi al funzionamento del corso per master, fornendo un vice-direttore dei laboratori e delle testate, dedicato all’attività pratico-professionale del master a tempo parziale per non meno di cinque mezze giornate settimanali, e una unità di personale amministrativo a tempo pieno, scelti d’intesa con il Direttore della Scuola. L’Associazione si impegna inoltre a finanziare, direttamente o con fondi acquisiti da terzi, 5 vouchers biennali per ciascun biennio attivato, che coprano un importo pari alla metà della tassa di iscrizione prevista per gli studenti ammessi al master”.
Il secondo comma dell’articolo 6 va tradotto in numeri: la retribuzione del vicedirettore avrebbe un costo pari a quello dell’attuale direttore dell’Ifg De Martino, cioè 65mila euro all’anno, mentre il costo dell’unità di personale amministrativo è sui 37.500 euro. Il totale fa 102.500 euro all’anno Il costo dei 5 vouchers (“buoni formativi”) è di 97.500 euro pari alla metà del gettito (195mila euro) delle rette pagate dai 30 allievi/praticanti (ognuno dovrà versare 6.500 euro all’anno). Il contributo dell’Ordine, quindi, dovrebbe ammontare a 200mila euro. Ma non è finita: la convenzione presuppone che l’Associazione “Walter Tobagi” per la Formazione al Giornalismo (“Afg Tobagi”) mantenga la sede attuale di via Filzi 17 con il personale, si presuppone, che ne garantisca l’operatività. Accade, però, che in quella sede l’Afg, in base a un accordo con la Regione Lombardia, possa rimanere soltanto fino al dicembre 2010. La Regione ha già venduto l’immobile. Prendere in affitto locali di 600 mq (per farne quale uso?) comporterebbe una uscita di almeno 250/350mila euro all’anno. L’articolo 7 della Convenzione recita: “L’Università e l’Associazione si impegnano reciprocamente a consentire alle persone coinvolte nella realizzazione del master l’accesso alle rispettive strutture, a specifiche banche dati, archivi e biblioteche, nonché l’utilizzo delle necessarie attrezzature tecnologiche”, mentre l’articolo 8 afferma: “L’Università e l’Associazione garantiscono, ciascuna per il proprio personale impegnato nelle attività del master, la copertura assicurativa contro gli infortuni e per responsabilità civile. Analoga copertura è assicurata dall’Università per gli studenti del master, anche qualora dovessero frequentare i locali dell’Associazione”. La convenzione, quindi, ha costi nascosti, che hanno suscitato l’attenzione critica dei revisori dell’Ordine contrari, pari, a sottoscrivere patti dai costi imprevedibili. La convenzione, invece, ha il sostegno del presidente e del tesoriere dell’Ordine, che fino al 2007, erano contrari a protrarre la vita della scuola.
Delle commissioni di selezione per l’ammissione al master, -dice l’articolo 3 -, faranno parte anche membri designati dall’Associazione “Walter Tobagi” in accordo con l’Ordine dei giornalisti della Lombardia, in numero tale per cui i componenti giornalisti, a norma dell’art. 22 del “Quadro di indirizzi per il riconoscimento, la regolamentazione e il controllo delle scuole di formazione al giornalismo” approvato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, risultino complessivamente pari al numero dei componenti universitari. Questo articolo fa capire la ratio della convenzione: l’Ordine vuole contare nella struttura universitaria, nominando commissari e docenti,.ma questo sfizio implica uscite pesanti per l’ente. Non è più conveniente consegnare l’Afg/Ifg alla Statale senza giocare alcun ruolo? E a costo zero? L’Università statale pertanto dovrebbe assorbire l’Ifg, contando soltanto sulle rette degli studenti. Lo farà? Senza il salvagente della Statale, l’Ifg chiuderà a fine ottobre 2009, quando terminerà il XVI biennio. In 32 anni di vita l’Ifg ha formato 650 giornalisti professionisti, di cui almeno 500 (tra i quali, 40 direttori e vicedirettori) hanno una occupazione stabile.
Dalla fusione tra l’attuale master della Statale e il corso dell’Ifg dovrebbe nascere una nuova Scuola ridenominata “Scuola di Giornalismo Walter Tobagi dell’Università degli Studi di Milano”. Con l’autorizzazione dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, il master avvierà alla professione 30 allievi per anno in possesso di laurea conseguita in una qualunque classe. In sostanza l’Ordine e l’Università recupererebbero la Convenzione del 2004, che prevedeva il trasferimento dell’Ifg nella Statale. Quell’accordo fu bloccato dall’assessore regionale alla Formazione con la garanzia che il Pirellone avrebbe continuato a finanziare l’Afg-Ifg, ma l’impegno fu disatteso nel giro di sei mesi, quando ormai la Statale aveva dato vita al suo master biennale in giornalismo. Il Consiglio dell’Ordine, per far fronte alle esigenze del bilancio Afg 2005, chiese 10 euro a ognuno dei 22mila ìscritti all’Albo. Non mancarono le polemiche per quell’esigua richiesta una tantum. L’anno successivo l’Afg si è trovata costretta a licenziare due impiegate per mancanza di fondi. Il bilancio 2007/2008 ha chiuso in pareggio grazie a un contributo straordinario dell’Ordine di 250mila euro, mentre quest’anno l’Ordine dovrà sborsarne altri 80/90mila per portare a conclusione il XVI biennio.
In Lombardia attualmente sono aperte 4 delle 18 scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine nazionale. Altre scuole hanno chiuso i battenti o sono in difficoltà (Bari, Potenza, Firenze, Palermo). Le scuole lombarde sono quelle della Università Statale, della Università Iulm e della Università Cattolica. La quarta scuola è l’Ifg De Martino (40 allievi praticanti al biennio contro i 30 delle altre). Gli allievi al biennio sono 550 circa sul piano nazionale, mentre ogni anno le redazioni perdono grosso modo 200/250 giornalisti, che vanno in pensione. Questi numeri fanno capire la gravità delle prospettive. Bisogna considerare anche che gli editori non hanno alcun obbligo di assumere i praticanti delle 18 scuole. Possono assumere chi vogliono. I giornalisti disoccupati sul piano nazionale sono 2mila circa, di cui 520 in Lombardia. La crisi dei mass media dal 2003 ad oggi ha mandato in frantumi il “sogno” di tanti giovani diventati professionisti. Gli assunti sono pochissimi, mentre i precari formano un reggimento. Possono le scuole dell’Ordine sfornare solo precari? O è meglio ridurle da 18 a 6 (tre a Milano e tre a Roma), negando il praticantato alle altre 12? E’ urgente una decisione drastica.
Per ora il bando del XVII biennio 2009/2011 è bloccato. Oggi la Regione Lombardia ha il problema serio di riservare i suoi mezzi anche agli ammortizzatori sociali alla luce di una crisi occupazionale acuta nella maggior parte delle 11 province in cui è diviso il suo territorio. Una crisi che ha colpito anche le redazioni di quotidiani, periodici, Tg, radiogiornali e giornali telematici. La Regione Lombardia non può finanziare una scuola, che, nata nel 1977, soprattutto dal 2003 in poi sforna, come tutte le altre scuole, per lo più disoccupati e precari. L’Ordine deve rispondere a una domanda che viene dal basso: gli euro versati dagli iscritti, come quota annuale, possono essere spesi per coloro che diventeranno giornalisti o devono essere spesi per coloro che sono già giornalisti e che sono senza lavoro? All’Ordine anche il sindacato chiede di finanziare corsi sofisticati di aggiornamento professionale che possano dare una speranza a chi oggi è disoccupato.
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In: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=3306
IFG ”DE MARTINO”:
il futuro potrebbe essere
quello dell’assorbimento
nella Università statale
di Milano. L’Ordine
lombardo deciderà presto.
Pronta la convenzione.
Per ora il bando del XVII
biennio 2009/2011 è bloccato.
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In: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=3307
IFG DE MARTINO:
botta e risposta
Gonzales-Abruzzo.
Abruzzo: “Le notizie
si pubblicano senza
chiedersi a chi
giovano. Sei ferma
agli Anni Settanta”.
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