Uffici Stampa: non basta l’iscrizione all’Albo. La Cassazione complica il riconoscimento dell’attività giornalistica nelle case editrici.
https://www.giornalistitalia.it/uffici-stampa-non-basta-liscrizione-allalbo/#more-212406
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per sintetizzare meglio la decisione della Cassazione in https://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snciv&id=./20230814/snciv@sL0@a2023@n24636@tS.clean.pdf si può affermare che la Suprema Corte ha praticamente creato un distinguo tra i giornalisti (nel caso pubblicisti) iscritti all'Albo che lavorano negli Uffici stampa delle Case editrici e i giornalisti iscritti all'Albo che lavorano invece negli Uffici stampa della pubblica amministrazione lasciando poi il giudice del lavoro libero di decidere caso per caso senza più dare peso all'iscrizione all'Ordine dei Giornalisti. Questa soluzione appare molto discutibile perché nella lunga e articolata motivazione della complessa sentenza che va letta con attenzione la Suprema Corte non ha tenuto minimamente conto della cronica lentezza della nostra giustizia civile. Nel caso dei tre pubblicisti che lavoravano negli uffici stampa della Mondadori sono passati una quindicina d'anni prima che la Cassazione abbia stabilito che la loro non era un'attività giornalistica e non bastava assolutamente l'iscrizione all'Albo! Ciò rimette anche in discussione il ruolo dell'Ordine dei Giornalisti e la sua stessa esistenza in mancanza di una precisa norma di legge che stabilisca cosa si intende per attività giornalistica.
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