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"Il Giorno" - il quotidiano che ha aiutato l'italia a mutare volto: Un’epoca segnata da un avvenimento - dopo il covid una realtà che ritorna. Libro di Guido Nicosia - Disponibile sugli store Mondadori, Hoepli, Ibs, La Feltrinelli – Euro 12

6.10.2021 - E’ un piccolo libro. Ma, a pieno titolo, degno del nome. Perché un libro - come si sa - non si valuta per la consistenza cartacea del volume, bensì per altre importanti prerogative, ovvero l’autorevolezza del testo e il valore intellettuale del contenuto. Per quanto riguarda questo, che è un saggio, sono una settantina di pagine. Si tratta di una puntuale ed esauriente descrizione di un fatto storicamente rilevante (non solo nell’ambito della storia del giornalismo, ma in generale della storiografia tout court)  e di grande portata politica. Una sorta di “dossier” che fa luce e documenta una circostanza rilevante, un “episodio” finora non sufficientemente indagato, nella sua essenza, tra quanti hanno connotato la straordinaria stagione del riscatto socio economico e civile del Paese, all’indomani del secondo conflitto mondiale. E non è un fatto marginale o di secondaria importanza quello descritto nel libro di Guido Nicosia, un giornalista che ha vissuto in prima persona l’esaltante  esperienza de “Il Giorno , il quotidiano che ha aiutato l’Italia - come precisa il titolo del libro - a mutare volto”. Con una lucida analisi racconta l’eccezionale evento del nuovo quotidiano “che irrompe come un ciclone, il 21 aprile 1956, nella asfittica realtà della stampa italiana” evidenziandone i limiti e i difetti, innovando profondamente nel panorama editoriale e ponendo le basi per un salutare rinnovamento del settore. Ma c’è di più. Il Giorno agita la morta gora di una informazione asservita agli interessi costituiti nel Paese, promuove inchieste, con un linguaggio diretto ed essenziale infrange molti tabù che resistono, superstiti di un retaggio autoritario, nell’Italia del dopoguerra. Quell’Italia che, tuttavia, comincia a godere i benefici della ricostruzione industriale, della rinascita delle città devastate dalla guerra, del miracolo economico reso possibile dagli ingenti finanziamenti del piano Marshall. Il giornale risveglia da un lungo sonno un’opinione pubblica che stenta ad emergere, sollecita lo slancio delle nuove generazioni che rivendicano diritti e traguardi sociali. Stimola la democrazia ad affermare i propri principi. L’Autore analizza, nei dettagli, un periodo storico di transizione , ne descrive l’evoluzione ed evidenzia il contributo fondamentale che a quel processo  - pur con luci ed ombre - è venuto dall’ ’esperienza di giornalismo militante promossa dal nuovo quotidiano. E conclude con notazioni interessanti e significative riferite ai tempi attuali, segnati dalla tragica calamità sanitaria del Coronavirus. Identifica  le analogie con gli anni lontani  della ripartenza successiva al disastroso conflitto bellico. Oggi, come allora, si avvertono il disagio e la sofferenza prodotti dalla pandemia virale che ha lasciato uno strascico di morte. Edoggi come allora - l’Autore svolge una accurata disamina  e una acuta analisi - la società civile reagisce al male, sorretta dalla speranza di un nuovo riscatto, reso possibile dai cospicui interventi finanziari dell’Unione Europea e dalla luce che comincia ad apparire, in fondo al tunnel, aprendo alla speranza di nuovi traguardi: di autentiche prospettive di conquista civile.





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