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Laura Baccaro e Maurizio Corte. IL BIONDINO DELLA SPIDER ROSSA – Crimine, giustizia e media. Un libro universitario sulla vicenda di Milena Sutter e Lorenzo Bozano rimette in discussione le “certezze” su una vicenda tutta da ristudiare.


La concessione della semilibertà a Lorenzo Bozano, condannato nel 1975 per il rapimento e l’omicidio di Milena Sutter (Genova, 6 maggio 1971), riporta alla memoria degli italiani un dramma che sconvolse l’Italia e mezza Europa. Su quel caso non è però stato raccontato tutto. E non sono stati analizzati aspetti medico-legali e investigativi che oggi, con tecniche adeguate, è possibile comprendere da un diverso punto di vista. Vi è un libro universitario sul caso di Milena Sutter e Lorenzo Bozano“Il Biondino della Spider Rossa. Crimine, giustizia e media”, editore Cacucci, Bari – il quale accende le luci della ricerca universitaria su quel fatto di cronaca nera, che nel 1971 fu presentato come un sequestro e un omicidio per motivi di denaro. Grazie alle nuove tecniche di analisi e di ricerca messe a disposizione dalle scienze sociali, gli autori Laura Baccaro (criminologa e psicologa di Padova) e Maurizio Corte (studioso dei media e scrittore di Verona) e il gruppo di ricerca ProsMedia dell’Università degli Studi di Verona, rileggono da una diversa prospettiva e senza pregiudizi gli aspetti di una vicenda ancora tutta da comprendere. E sulla quale la verità storico-scientifica non è ancora stata scritta. Insieme con il libro viene pubblicato anche il sito web www.ilbiondino.org che ricostruisce alcuni aspetti della vicenda e il ruolo dei media.




La vicenda di Milena Sutter e Lorenzo Bozano



Genova, giovedì 6 maggio 1971, ore 17. Milena Sutter, una ragazza di 13 anni, scompare all’uscita della Scuola Svizzera, dove frequenta la terza media. È figlia di un ricco industriale. Il corpo della ragazza, senza vita, viene trovato in mare due settimane dopo la scomparsa. L’ipotesi investigativa è soltanto una: il sequestro per motivi di denaro. Ad essere accusato del rapimento e dell’omicidio della studentessa è un giovane di 25 anni, Lorenzo Bozano, un perdigiorno di famiglia alto-borghese. È soprannominato il “biondino della spider rossa”. Non è biondo, né magrolino. Assolto in primo grado nel 1973, Bozano viene condannato all’ergastolo nel 1975. Scappa in Francia e in Africa, ma nel 1979 viene arrestato e portato, in una contestata operazione di polizia, in Italia. Dopo oltre 40 anni di carcere Lorenzo Bozano continua a professarsi innocente: “Milena? Non l’ho mai conosciuta”. Il libro di Laura Baccaro e Maurizio Corte è il frutto di una ricerca durata otto anni, condotta con la collaborazione del gruppo ProsMedia del Centro Studi Interculturali dell’Università degli Studi di Verona.I diritti d’autore sono devoluti in beneficenza alla prevenzione dello stalking e della violenza di genere. Al libro si accompagna il sito web www.ilbiondino.org con altre analisi dei giornali e una sezione riservata di approfondimento di alcuni aspetti della vicenda. Il libro affronta gli aspetti fondamentali del caso:



i nodi non risolti sulla vicenda di Milena Sutter



gli indizi contro l’imputato Lorenzo Bozano e il suo alibi che non c’è



la discutibile perizia medico-legale



la personalità controversa del giovane della spider rossa



il ruolo dei media



la seconda vittima della vicenda (l’amica di Milena, Isabelle)



Con un’analisi rigorosa gli autori studiano gli elementi contraddittori di un evento che ha segnato la Storia civile d’Italia. È una vicenda, quella di Milena Sutter e Lorenzo Bozano, che anticipa di trent’anni la mediatizzazione televisiva dei grandi casi giudiziari.




Il libro “Il Biondino della Spider Rossa” e gli interrogativi sul caso Sutter-Bozano



Cos’è accaduto a Milena Sutter, figlia di un noto industriale della cera, il 6 maggio 1971 a Genova? La sentenza di condanna di Lorenzo Bozano all’ergastolo, del 1975, indica la morte, il colpevole, il giorno e il luogo (la spider rossa) del “rapimento”; e viene pronunciata dopo una sentenza di assoluzione, emessa nel 1973.Chi era Lorenzo Bozano? Non era certo il “biondino della spider rossa”, perché il proprietario di quella spider sgangherata, che perdeva i pezzi per strada, non aveva i capelli biondi e non era magro. Sono gli stessi investigatori, guidati dal commissario Angelo Costa, della Questura di Genova, a dircelo. Era poi Bozano quel “deviato sessuale” di cui parlavano le cronache e i documenti di condanna? Le accuse contro di lui riguardavano gli atti che egli aveva commesso o partivano da un suo presunto “profilo” per dedurne le azioni? E cos’era quella storia di una confessione resa a un suo avvocato che sarebbe poi stata riferita a un magistrato prima del processo del 1973? Ebbe egli una corretta rappresentazione a livello mediatico? Era davvero, Bozano, quel “mostro” rappresentato dai giornali? Gli interrogativi non sono però solo questo: che significato ha, ai giorni nostri, quella vicenda? Quale ruolo deve avere la Scienza in ambito giudiziario? Siamo giudicati da media, magistrati e opinione pubblica per le azioni, dimostrate, che compiamo o sulla base di pregiudizi? Il dramma di Milena e la vicenda umana e processuale di Lorenzo Bozano appartengono alla Storia d’Italia. Come tali sono stati trattati. In questo sono stati di aiuto i progressi della scienza dal 1971 a oggi: dalle Scienze Sociali alla Medicina Legale, dalla Criminologia alle Scienze della Comunicazione.



 





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