14.2.2019 - Non mi fa alcun piacere scoprire che nell'indagine a mio carico per rivelazione di segreto di Stato per i miei articoli sui conti dei servizi segreti alla Banca Popolare di #Vicenza #BpVi #BancaNuova, oltre a migliaia di mie email, sono state esaminate tutte le telefonate (le hanno contate: 5.412, di cui 2.553 in ingresso e 2.859 in uscita) e gli sms (2.589, di cui 1.570 in ingresso e 1.109 in uscita), ma anche gli squilli (426, di cui 186 in ingresso e 240 in uscita) che ho scambiato sul mio cellulare aziendale e tramite la mia email aziendale tra il primo ottobre e il 22 novembre 2017.
Non solo hanno contato sms e telefonate tra me e Francesco Bonazzi de #LaVerità.
Hanno soprattutto censito contato monitorato le comunicazioni e persino gli spostamenti di un sacco di gente che non c'entrava niente: giornalisti, assistenti parlamentari, sindacalisti, presidenti di associazioni di risparmiatori.
Hanno contato quante telefonate e quanti sms sono intercorsi dai numeri di giornalisti di altre testate con me e Bonazzi. Così hanno censito il traffico telefonico tra me, Bonazzi e due colleghi de #IlFattoQuotidiano, una di #Repubblica (collega che stava pure nell'Ordine nazionale dei giornalisti #Odg e nel nostro istituto di previdenza #Inpgi), ma pure le telefonate che io e Bonazzi abbiamo ricevuto (una a testa) da assistenti di parlamentari del Movimento 5 Stelle #M5S, da sindacalisti, da Elio Lannutti che all'epoca dei fatti era presidente dell'associazione dei risparmiatori e consumatori #Adusbef e oggi è senatore di #M5S. Chissà perché hanno censito solo i contatti con M5S e non quelli con altre forze politiche...
Ma non basta: hanno pure incrociato le posizioni dei telefoni cellulari mio e di Bonazzi, attraverso le celle dei ripetitori ai quali erano agganciate momento per momento, e hanno controllato se nei paraggi c'erano altri giornalisti, magari per verificare se li avessimo incontrati. Così hanno trovato colleghi de #LaStampa e di Giornalisti editori associati #Gea.
Hanno poi censito ed esaminato le mie email di lavoro al mio direttore dell'epoca Guido Gentili e ad altri colleghi de #IlSole24Ore.
Tutti colleghi, tutta gente che non c'entra NIENTE con questa indagine e alla quale io non ho MAI né mostrato né comunicato i contenuti dei miei articoli né, meno che mai, l'unica copia dei documenti sui quali li ho scritti.
Infine - ridete anche voi, vi prego - hanno pure censito le telefonate tra me e il padre di mia moglie...
Il tutto è negli atti depositati dalla Procura di Roma che mi sono stati trasmessi oggi dal mio legale. Per i miei articoli rischio cinque anni di galera.
Adesso io chiedo alla #Fnsi, all'Associazione lombarda dei giornalisti #Alg, ad #Assostamparomana, all'Ordine nazionale dei giornalisti #Odg e a quello regionale della Lombardia, all' #Inpgi, ad #Articolo21 e a #Ossigenoperlinformazione, ai miei colleghi e al Comitato di redazione de #IlSole24Ore:
DOV'E' FINITA LA LIBERTA' DI STAMPA SANCITA DALLA COSTITUZIONE IN QUESTO PAESE?
DOV'E' FINITA LA TUTELA DELLE FONTI DEI GIORNALISTI LA CUI SEGRETEZZA E' RIBADITA DA SENTENZE DELLA CASSAZIONE, DELLA CORTE COSTITUZIONALE E DELLA CORTE DI GIUSTIZIA UE?
Ps però, mica pensavo che oltre alle 250 email al giorno io gestissi anche 100 telefonate, 50 sms e otto squilli ogni dì. Oltre a lavorare e a scrivere articoli, ovviamente.
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Domanda: quante persone passano in tre ore dalla Stazione Termini e dalla zona limitrofa di Roma nella mattinata e all'ora di pranzo di un giorno lavorativo? Decine di migliaia? Centinaia di migliaia?
Dunque: com'è possibile individuare e segnalare tra decine o centinaia di migliaia di cellulari agganciati dalle celle di ripetitori di Termini e dell'Esquilino proprio i numeri di telefono di due giornalisti, uno de #LaStampa e una di #Gea, presenti in zona mentre c'erano altre persone su cui si svolge una indagine?
Io una ipotesi di risposta ce l'ho: che tutti i colleghi #giornalisti sono costantemente mappati o mappabili, proprio in quanto giornalisti, dagli apparati di sicurezza. Sono cioè monitorati, seguiti attraverso i loro cellulari, identificati nei loro spostamenti.
Così è sempre, SEMPRE, possibile sapere con chi si incontrano e con chi parlano.
ITALIA 2019: LIBERTÀ DI STAMPA?
#FNSI #ODG #ALG #ARTICOLO21 #OSSIGENOPERLINFORMAZIONE #CORRIERE #LASTAMPA #REPUBBLICA #ILFATTOQUOTIDIANO #ILSOLE24ORE
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CORTE DI STRASBURGO. Giornalisti intercettati, condanna della Cedu per il Regno Unito. Via libera soltanto se c'è un organo indipendente a filtrare le comunicazioni. di Il Sole 24 Ore
14.9.2018 -Le intercettazioni a danno dei giornalisti violano la Convenzione europea dei diritti dell'uomo perché compromettono il diritto alla confidenzialità delle fonti. Lo ha stabilito la Corte di Strasburgo con la sentenza Big Brothers Watch e altri contro il Regno Unito, depositata ieri. Al centro della vicenda arrivata alla Corte europea e che è costata la condanna di Londra, il sistema di intercettazioni svelato da Edward Snowden a causa del quale molte informazioni, raccolte a strascico, erano state condivise dai servizi segreti inglesi e statunitensi. La Corte parte dal presupposto che le intercettazioni di massa non sono in sé vietate dalla Convenzione. Gli Stati, inoltre, hanno ampio margine di apprezzamento se le intercettazioni sono strumentali alla sicurezza nazionale. Detto questo, però, la Corte impone agli Stati il rispetto dei parametri già fissati nella sentenza Weber. Pertanto, se le intercettazioni sono effettuate senza un organo indipendente che supervisioni la selezione e il processo di ricerca, con mancanza di trasparenza sui criteri per filtrare le comunicazioni, è violato l'articolo 8 della Convenzione sul diritto al rispetto della vita privata. La Corte ha anche stabilito che è stato violato l'articolo 10 della Convenzione che garantisce il diritto alla libertà di espressione. Questo perché le autorità nazionali non hanno adottato alcuna misura per tutelare il diritto alla confidenzialità delle fonti dei giornalisti. Mar.Ca.