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Stampa

Giornalista di Tolentino tra gli eroi della Grande Guerra. Gaetano Serrani, caduto nel 1916 sul Carso, fu tra i primi redattori de “Il Popolo d’Italia”. La città di Milano gli ha dedicato una via nel quartiere “Villaggio Giornalisti”. Pierluigi Roesler Franz, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, è autore di un approfondito e prezioso lavoro di ricerca sui giornalisti italiani morti eroicamente nella Grande Guerra. A lui si deve la “scoperta” di circa centocinquanta nomi di giornalisti italiani morti in combattimento o a seguito delle ferite riportate negli eventi bellici del primo conflitto mondiale.

di Alessandro Feliziani


Nell’area nord-est della città di Milano, tra la Stazione Centrale e l’ospedale Niguarda, quasi a segnare il confine tra la zona residenziale Maggiolina e il contiguo quartiere conosciuto con il nome di Villaggio dei Giornalisti, a pochi isolati da via Lepanto, nota per le caratteristiche case a forma d’igloo, c’è una via intitolata a Gaetano Serrani. Pochi sanno che Gaetano Serrani fu un giornalista (le due targhe agli estremi della strada non lo specificano) e sicuramente sono ancora meno coloro che associano quel nome della toponomastica milanese con quello del Ten. Gaetano Serrani che a Tolentino appare sulla lapide posta, a ricordo dei Caduti nella Prima Guerra mondiale, al centro del Monumento alla Vittoria, eretto nel 1938 a lato di via Nazionale proprio davanti allo stadio.



A svelare a chi scrive tale comune identità è stata la lettura di una nota di Pierluigi Roesler Franz, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, autore di un approfondito e prezioso lavoro di ricerca sui giornalisti italiani morti eroicamente nella Grande Guerra. A lui si deve la “scoperta” di circa centocinquanta nomi di giornalisti italiani morti in combattimento o a seguito delle ferite riportate negli eventi bellici del primo conflitto mondiale. Ben più, quindi, degli ottantatré nomi (tra i quali quello del tolentinate Gaetano Serrani) trovati incisi su una lapide rinvenuta casualmente nel 2011 a Roma negli scantinati di uno stabile di proprietà dell’Istituto nazionale previdenza giornalisti italiani (Inpgi). La lapide, di cui per decenni si era persa ogni traccia, era stata realizzata nel 1934 e collocata nell’atrio del Circolo della stampa di Roma.



Difficile trovare a Tolentino documenti sull’attività giornalistica di Gaetano Serrani. Di lui, nella città natale, si perdono le tracce quando non aveva ancora compito 21 anni. Grazie alla disponibilità di Maurizio Felicioni, funzionario dei servizi demografici del Comune, abbiamo potuto vedere la scheda anagrafica dell’epoca. Da essa risulta che era nato il 6 novembre 1882. I suoi genitori, Pacifico e Anna Giampieri abitavano in Traversa Fondaccio, nella zona del centro storico di Tolentino compresa nel triangolo tra la basilica di San Nicola, la chiesa di Santa Maria e il tratto delle mura a sud, che guardano verso il Ponte del Diavolo. Dalla scheda si apprende che nel marzo 1903 Serrani emigra a Roma e, dopo di allora, l’unica annotazione riguarda la morte, avvenuta il 17 marzo 1916 a seguito delle ferite riportate in combattimento. Dalla documentazione militare risulta che fu arruolato e combatté come Sottotenente nel 29° reggimento fanteria della Brigata “Pisa” e che morì nell’ospedale da campo n. 76 a San Martino al Carso, la stessa località (ricordata da Giuseppe Ungaretti in una poesia proprio del 1916) dove sei mesi prima, il 23 ottobre 1915, era caduto in combattimento Filippo Corridoni, pure lui giornalista, rimasto famoso per la sua attività di sindacalista e politico.



A Roma, Serrani entrò probabilmente a far parte del movimento socialista e alla vigilia della Grande Guerra, come Corridoni, si schierò a favore dell’intervento dell’Italia nel conflitto bellico. Le ricerche di Pierluigi Franz hanno permesso di individuare il tolentinate Gaetano Serrani tra i sostenitori de “Il Popolo d’Italia”, il quotidiano che Benito Mussolini, dopo essersi dimesso dalla direzione dell’Avanti, fondò nel novembre 1914 proprio allo scopo di dare voce e stimolo all’area interventista. Il nome di Gaetano Serrani figura nell’elenco di una ventina di redattori dei primi tempi di attività de “Il Popolo d’Italia”, testata con sede a Milano e che ben presto divenne terzo giornale nazionale per numero di copie.



La ricerca condotta da Pierluigi Franz ha appurato che era marchigiano anche il primo giornalista italiano morto nella Grande Guerra. Si tratta di Lamberto Duranti di Ancona, arruolatosi volontario nella Legione Garibaldina. Morì in combattimento nelle Argonne, in Francia, il 5 gennaio 1915, diversi mesi prima, quindi, dell’ingresso dell’Italia nel conflitto. Probabilmente è per questo motivo che il suo nome non figura nella lapide del 1934 al Circolo della Stampa di Roma.  Figura però regolarmente nell’Albo d’Oro dei militari caduti nella guerra 1915-1918, a suo tempo pubblicato dal ‘Ministero delle Guerra’. Un Albo, composto da ben ventotto volumi, che vede elencati in ordine alfabetico tutti i Caduti, tra i quali cinque giornalisti nati nelle Marche: Augusto Agabiti di Pesaro, Filippo Corridoni (decorato di Medaglia d’Oro) di Pausola (oggi Corridonia), Lamberto Duranti (la sua tomba è nel cimitero di Tavernelle di Ancona), Amilcare Mazzini di Mondolfo e Gaetano Serrani di Tolentino. (TESTO IN http://www.cronachemaceratesi.it/2015/01/11/giornalista-di-tolentino-tra-gli-eroi-della-grande-guerra/611519/)



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LETTERA DI PIERLUIGI FRANZ AD ALESSAMNDRO FELIZIANI - Caro collega, mi complimento molto per l'ottimo servizio odierno in memoria del giornalista Gaetano Serrani, Caduto nella Grande Guerra, pubblicato sul giornale online "Cronache Maceratesi". In aggiunta a quanto hai scritto ti segnalo, qualora non lo sapessi già, che:


-  Gaetano Serrani era sposato ed aveva 5 bambini in tenera età;


- é sepolto nel SACRARIO MILITARE DI REDIPUGLIA Tomba n. 34603;


- era Socio dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti. Dette notizia della sua morte il Bollettino della Federazione della Stampa del 25/4/1916.


- il suo nome compare nel 1° Elenco dei Caduti della Federazione della Stampa del 25 settembre 1916 e sulla copertina de "La Guerra Italiana" n. 23 del 15 ottobre 1916.


Ti accludo:


1) la foto della lapide ritrovata a Roma dove figura il nome di Serrani;


2) copia del Bollettino della Federazione della Stampa del 25/4/1916;


3) copia del Bollettino della Federazione della Stampa del 25 settembre 1916 con il 1° Elenco dei giornalisti Caduti;


4) copia della copertina de "La Guerra Italiana" n. 23 del 15 ottobre 1916.


Cordialità,   Pierluigi Roesler Franz



 






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