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Sesto Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione in Italia\2006
LE DIETE MEDIATICHE DEGLI ITALIANI
NELLO SCENARIO EUROPEO
Sintesi dei risultati
Roma, 30 ottobre 2006
INDICE
1. L’evoluzione dei media, e del modo stesso di interpretarla
2. Lo stato dell’evoluzione in Europa “
3. La dieta mediatica degli europei “
4. Lo stato dell’evoluzione in Italia “
4.1. A cosa servono i media? “
4.2. Con quale grado di soddisfazione vengono usati? “
4.3. Lo stato dell’evoluzione dei media “
4.4. La dieta mediatica degli italiani “

1. L’EVOLUZIONE DEI MEDIA, E DEL MODO STESSO


DI INTERPRETARLA


Il Rapporto Censi/Ucsi sulla comunicazione in Italia, nel suo primo


quinquennio di vita, ha registrato e definito il processo di trasformazione in


atto nel sistema dei media. L’avvio di una seconda fase della ricerca è


contrassegnato dall’apertura verso i nuovi scenari. Alcuni di essi già


costituivano un tratto distintivo della ricerca precedente (come lo studio


delle diete mediatiche), altri rappresentano una rimarchevole innovazione


(come il confronto del consumo dei media tra le principali nazioni europee)


pensata e realizzata con tutti i sei partner del Progetto (H3G, Mediaset,


Mondatori, Ordine dei Giornalisti, Rai e Telecom Italia). Altri ancora


apparentemente risultano la continuazione di rilevazioni già svolte in


passato (come i dati sul consumo dei media), ma in realtà il loro scopo


principale consiste nell’acquisizione degli elementi grazie ai quali


reinterpretare la natura del sistema dei media.


Quando il mondo cambia le categorie adoperate in precedenza con successo


per interpretarlo cominciano a costituire un ostacolo alla sua comprensione.


Nel mondo dei media, nel corso degli ultimi anni, la trasformazione è stata


così rapida e profonda da arrivare a mettere in discussione la definizione


stessa dei mezzi di comunicazione. Quando esistono tanti modi di accostarsi


all’impiego della televisione (analogica e digitale, terrestre e satellitare,


gratuita e a pagamento, dal computer o dal videofonino), della radio (tramite


internet, telefonini, mp3), dei giornali (free press, edizioni on line) e di tutti


gli altri media, si avvia a perdere di significato il semplice confronto con i


dati degli anni precedenti e servono degli indicatori che possano mettere in


luce:


- se i professionisti coinvolti nella produzione dei messaggi (editori e


autori, funzionari e giornalisti, investitori e artisti) siano in grado di


diffondere i loro contenuti (si tratti di informazione o intrattenimento,


conoscenze o divertimento) avvalendosi delle opportunità fornite dalle


diverse piattaforme tecnologiche;


- quante tra le persone potenzialmente esposte ai messaggi diffusi dai


mezzi di comunicazione siano effettivamente capaci di accostarsi a un


buon numero di media, in modo da sfruttare al meglio le opportunità che


il sistema gli offre;


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- in quale misura paesi vicini geograficamente, economicamente e


culturalmente siano attrezzati a confrontarsi tra di loro in un mercato che


è sempre più internazionale;


- in quale modo gli stessi media, a prescindere dalla tecnologia impiegata,


riescano a costruirsi strategie affidabili attraverso le quali riconoscere i


bisogni del pubblico e soddisfarli.


Il Sesto Rapporto Censi/Ucsi sulla comunicazione comincia a rendere conto


di questi nuovi scenari. La complessità e vastità di questo lavoro di ricerca


ha consigliato di presentare in questa fase una prima parte dei dati acquisiti


attraverso le rilevazioni, quelli che indicano con maggiore chiarezza quali


sono le tendenze principali che si possono individuare nel consumo dei


media a livello italiano ed europeo. Con la pubblicazione, tra qualche mese,


dell’intera ricerca, si metterà a disposizione degli interessati la mappa


completa del nuovo continente dei media.


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2. LO STATO DELL’EVOLUZIONE IN EUROPA


A partire da quest’anno abbiamo esteso la rilevazione, condotta con criteri


omogenei in modo da ottenere dati confrontabili, anche alla Spagna, alla


Francia, alla Germania e alla Gran Bretagna.


Nelle tabelle 1-3 si riassumono i dati complessivi sul consumo dei media nei


principali paesi europei. La quantità dei dati è tale da consigliare di


rimandare al volume successivo alla presente anticipazione la loro analisi


dettagliata. Cercando in questa fase di estrarre gli elementi più significativi


si nota come la televisione tradizionale sia sempre molto seguita ovunque,


ma in Francia (82,7%) e Germania (64,9%) meno che altrove. È curioso


notare che sono ancora questi i due paesi in cui viene usato di meno il


telefonino, che ha in Italia la sua massima diffusione. Molto elevata


ovunque è la platea degli ascoltatori della radio (un po’ meno in Italia), così


come quella dei lettori di quotidiani e libri (con l’Italia sempre all’ultimo


posto). Internet è una realtà affermata in tutti i paesi, specie quelli del nord


Europa, mentre la tv satellitare stenta un po’ ovunque ad affermarsi, anche


se il 29% della Gran Bretagna non è certo un dato da sottovalutare.


Differenze anche di rilievo si notano nella diffusione di settimanali e


mensili, il cui uso è legato probabilmente ad abitudini tipiche dei singoli


paesi, su cui ci si dovrà soffermare con maggiore attenzione. La tv digitale


terrestre conosce ancora fortune alterne, legate ai ritmi della sua


sperimentazione nei vari paesi, mentre è evidente come solo l’Italia sia


praticamente fuori dal mercato della tv via cavo, che ovunque in Europa


conosce una presenza non indifferente.


Per quanto riguarda la situazione dei singoli paesi, si può notare che in


Spagna scendendo fino al quinto media siamo ancora al 68,1% di consumo


(tab. 5), e che solo dopo il sesto (internet al 44,2%) scendiamo a livelli bassi


(i settimanali al 23,9%). Della Francia colpisce il basso livello della


televisione (quella tradizionale si ferma all’82,7%, ma in generale il


consumo di tv non supera l’86,5%), ma anche quello non elevatissimo di


quotidiani (61,9%), libri (62%) e dello stesso telefonino (61,1%), così come


la generale tendenza ad attestarsi verso una fascia bassa di consumo di tutti i


media. In Germania, invece, colpisce il livello molto basso di consumo di


televisione: la tv tradizionale si attesta al 64,9% di spettatori, collocandosi


dietro a radio, quotidiani e libri; però elevato è il consumo complessivo di


media, tra cui spicca l’81,8% di lettori di quotidiani, sostanzialmente


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coincidente con quello degli spettatori della tv in generale. Dati molto


elevati sul consumo di tutti i media si ritrovano, infine, in Gran Bretagna, in


cui non solo internet raggiunge il 61,4% o la tv satellitare il 29%, ma anche


la tv tradizionale, con il suo 94,9% raggiunge il massimo di penetrazione.


Leggendo in modo trasversale la tabella 5 si possono individuare alcune


tendenze generali, su cui concentrare l’attenzione:


- In Europa la trasformazione del modello televisivo sta procedendo


velocemente. Per questo è stato necessario produrre un dato sul consumo


complessivo della tv (a prescindere dal vettore usato) per capire


veramente quante persone seguissero programmi televisivi in ciascun


paese. A questo dato va aggiunto quello presentato nella tabella 4, in cui


si indica la quota degli spettatori della sola tv tradizionale (terrestre


analogica). Sommando questi dati emerge che in Italia, Spagna e Gran


Bretagna il pubblico della tv tradizionale è ancora molto alto, ma che in


Gran Bretagna solo il 30,7% della popolazione segue i programmi


televisivi solamente attraverso questo canale, che in Spagna si arriva al


64,8% e in Italia al 72,1%: nel nostro paese la dipendenza dal modello


televisivo tradizionale è dunque il più elevato.


- Solo in Italia il cellulare compete in termini di prestazione d’uso con la


televisione. Non stupisce verificare che l’Italia è il paese in cui c’è il


massimo impiego di telefonini, ma la cosa interessante è che mentre nel


nostro paese il cellulare è tra i media l’unico che si avvicina alla tv, nel


resto d’Europa si colloca al quinto posto, esclusa la Spagna, dove è


secondo come da noi, ma con un lieve vantaggio su altri media.


- La radio e i quotidiani hanno un grande pubblico in Europa. L’indice di


penetrazione della radio è molto elevato in tutti i paesi europei, mentre


solo la Francia presenta una percentuale di lettori di quotidiani


paragonabile a quella italiana (61,9% contro il nostro 59,1%). Questi dati


comportano almeno due ulteriori considerazioni:


a) Nei principali paesi europei sono quattro o cinque i media ad


autentica diffusione di massa. Solo l’Italia appare “teledipendente”,


ma non per l’estensione del pubblico televisivo, quanto per la


limitazione riscontrata nel pubblico degli altri media. In Gran


Bretagna, ad esempio, il pubblico della tv tradizionale è superiore a


quello italiano (94,9% contro 93,9%), però abbiamo la radio all’80,1%


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(in Italia è al 63,5%), i quotidiani al 77,9% (da noi al 59,1%), i libri al


75% (noi siamo al 55,3%) e internet al 61,4% (contro il 37,6%).


b) È la Francia il paese ad avere un profilo più simile al nostro. Se


escludiamo la tv tradizionale (da noi al 93,9% e da loro all’82,7%) e la


radio (63,5% contro 80%), per tutti gli altri media i dati francesi non si


discostano molto dai nostri. La Spagna, che ci si aspetta più omogenea


a noi, mostra una grande vitalità. La Francia, che si ritiene più


variegata nei suoi consumi culturali, risulta invece sostanzialmente


“pigra”. Questo dato è molto interessante, e sarà opportunamente


analizzato nel volume che raccoglierà lo studio completo, però


l’impressione che si ha è che siano diverse le strade che portano a


questi risultati analoghi. In particolare alcuni gruppi che in Italia sono


tra i più attivi, come i giovani con istruzione media dei grandi


agglomerati urbani, non sembrano svolgere una analoga funzione in


Francia. Il sospetto che questo dato rappresenti un indizio della


presenza delle sacche di emarginazione giovanile che danno vita agli


episodi di intolleranza nelle banlieu francesi è forte. Che ci sia un


rapporto tra integrazione civile e accesso al sistema dei media è


scontato. Che l’attenzione a questo tipo di fenomeni debba essere


elevata anche nel nostro paese è, di conseguenza, evidente.


- Leggere libri non è un lusso per pochi. Il pubblico dei lettori di libri è


molto ampio in tutta Europa. In Gran Bretagna e Germania coinvolge


circa i tre quarti della popolazione, in Francia e Spagna intorno ai due


terzi, ma comunque sempre molto più che in Italia, dove siamo costretti a


cercare di capire come mai siamo riusciti a superare la soglia della metà


della popolazione che ha letto almeno un libro nell’ultimo anno.


- Nel nord Europa internet è un vero mass media. Il 61,4% dei britannici


che usa internet rende vano il nostro apprezzamento per il fatto che,


finalmente, il numero degli utenti italiani di internet ha raggiunto il


37,6% della popolazione. Viaggiamo a velocità differenti, e non solo nel


campo della comunicazione digitale.


- L’Italia corre, ma gli altri sono già molto lontani. Il giudizio che


possiamo esprimere dopo questa prima analisi dei dati sul consumo dei


media in Europa è questo. Negli ultimi anni, infatti, in Italia abbiamo


conosciuto un notevole incremento della capacità di accostarsi a un


maggior numero di media per assolvere ai nostri bisogni informativi e


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comunicativi, ma questo sforzo non ci ha ancora collocato su di un piano


analogo a quello dei grandi paesi europei. E il rischio che, pur


muovendoci velocemente, le distanze possano ancora aumentare non è da


escludere.


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3. LA DIETA MEDIATICA DEGLI EUROPEI


I dati sul consumo dei media in Europa ancora non ci consentono di capire


quanti siano i cittadini dei vari paesi che si accostano all’uso dei media.


Questo ulteriore passo in avanti nella ricerca ci è reso possibile dall’analisi


della dieta mediatica degli europei (tab. 5). In nessun paese troviamo un


numero di Marginali (utenti di un solo mezzo, cioè la televisione)


paragonabile a quello italiano. Il nostro 10,6%, infatti, non solo non è


paragonabile con il 2% britannico, ma neanche con il 6,7% francese, cioè


con il dato più vicino al nostro. A proposito dei francesi, però, si può notare


che sommando ai Marginali i Poveri di media (utenti di due o tre media) si


arriva al 47,1%, cioè praticamente lo stesso dato italiano (47%), cosa che


conforta ulteriormente quanto già osservato a proposito delle analogie


riscontrate tra questi due paesi, che dovranno essere analizzate


accuratamente nel proseguimento della ricerca.


A parte il caso della Francia, risulta notevole la distanza di tutti gli altri


paesi. La Gran Bretagna appare un altro pianeta: la somma di Marginali e


Poveri di media si attesta al 25,1%, i Consumatori medi (utenti di 4 o 5


media) sono il 46,4% della popolazione, mentre Onnivori e Pionieri (cioè


gli utenti di 6 media e oltre) raggiungono il 28,5%. Il dato fondamentale


della Germania è quello relativo ai Consumatori medi, che sono il 51,6% del


totale; considerando che si tratta di persone che vedono la tv e ascoltano la


radio, leggono libri e giornali, a cui si aggiunge anche una parte di utenti di


internet, questo risultato si può ritenere interessante, anche per il fatto che


con i rappresentanti delle fasce di consumo superiore (Onnivori e Pionieri,


attestati a un complessivo 16,2%) si raggiunge un totale di oltre due terzi


della popolazione dotata comunque di una ricca dieta mediatica.


Nel mondo latino il numero di Marginali e Poveri cresce, ma in Spagna,


dove si attesta al 38,7%, meno che altrove. È comunque importante che in


questo paese i Consumatori medi (42,5%) siano da soli di più della somma


delle prime due classi e che i più dinamici (Onnivori e Pionieri)


raggiungano un non disprezzabile 18,8%.


Inutile negare che l’Italia non esce bene da questo confronto. Ancora una


volta si dimostra che il nostro problema non è rappresentato dalla


immobilità, ma dalla lentezza del cambiamento, visto che ci muoviamo, ma


lo facciamo in un mondo che si muove più velocemente di noi.


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4. LO STATO DELL’EVOLUZIONE IN ITALIA


4.1. A cosa servono i media?


Sulla base degli elementi raccolti nel corso dei precedenti Rapporti


Censis/Ucsi sulla comunicazione in Italia si è provveduto a isolare e definire


le principali aree di interesse e le più importanti attività costitutive della vita


quotidiana delle persone che possono essere collegate all’uso dei media.


In un contesto in cui il mezzo attraverso il quale sono veicolati i messaggi


risulta sempre meno vincolante, mentre è la ricerca dei contenuti a spingere


le persone verso l’uso dei media, l’individuazione dei bisogni comunicativi


del pubblico diventa l’elemento centrale della ricerca sul rapporto tra


cittadini e media. Sono innumerevoli, infatti, le funzioni che possono essere


rintracciate nel rapporto tra gli utenti e i mezzi di comunicazione, però è


possibile affermare che accostarsi all’uso dei media significhi


principalmente: informarsi, approfondire le conoscenze acquisite, trovare


un momento di svago e divertimento, oppure di compagnia, concedere


spazio alla musica, orientarsi sugli acquisti, risolvere questioni pratiche.


Nella tabella 6 viene evidenziata l’importanza attribuita dagli italiani a


queste funzioni. Potendo esprimere un giudizio che andava da 0 (nessuna


importanza) a 5 (massimo dell’importanza) si può osservare che l’80,7%


degli interpellati ha assegnato all’informazione i valori più alti di


importanza, mentre il 69% ha dato questo stesso peso all’approfondimento.


In questa fase della rilevazione la definizione delle funzioni è ancora


generale, per cui non è detto che per informazione si debbano intendere le


hard news e per approfondimenti i dibattiti culturali; gli argomenti possono


anche essere i pettegolezzi sui divi della tv e le partite di calcio, però emerge


con forza il bisogno di gran parte del pubblico di usare i media per avere


informazioni, molto spesso anche approfondite, sui temi nei confronti dei


quali si mostra di avere interesse. Il fatto che non ci siano grandi differenze


tra uomini e donne, giovani e adulti, più e meno istruiti (tabb. 7-9) conferma


sia la centralità di queste funzioni che la loro estensione.


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Può apparire strano che al bisogno di intrattenimento venga assegnata


un’importanza praticamente pari a quella attribuita all’opportunità di


svolgere servizi utili. Non solo, infatti, conseguono quasi un’identica media


di interesse (3,34 contro 3,32), ma condividono anche lo stesso 41,3% di


risposte collocate al massimo della scala di importanza (tab. 6). Però l’alto


numero di persone che indica come nulla l’importanza attribuita ai servizi


utili (l’11,2% in generale, che raggiunge il 14,9% tra i meno istruiti e il


23,8% tra gli anziani) denota un carattere molto più selettivo per questo tipo


di interesse: all’intrattenimento sono interessati praticamente tutti, ai servizi


utili principalmente persone giovani e istruite, le quali sanno come usare i


media anche per questi scopi.


Un profilo simile si ritrova anche per l’interesse per la musica, che trova il


suo massimo tra i giovani (nessuno sotto i 29 anni ha dichiarato di non aver


interesse per la musica, tab. 8) e i più istruiti. Entrare in relazione con gli


altri è un bisogno estremamente sentito tra i giovani (il 58,5% dei giovani


considera importante al massimo questa funzione, vedi tab. 8), le donne


(48,4%, tab. 7) e i più istruiti (48,1%, tab. 9).


Il fatto che l’orientarsi sugli acquisti abbia per tutti un’importanza minore,


ma comunque per i giovani e i più istruiti più che per gli altri, ci porta alla


prima considerazione frutto della lettura di questi dati: non solo l’età, ma


anche l’istruzione è fondamentale per sviluppare maggiori aspettative nei


confronti della vita. Non è vero, dunque, che le persone colte prestano più


attenzione ai processi culturali (informarsi, approfondire), mentre gli altri


pensano di più a relazionarsi e a divertirsi. Chi ha studiato riempie la sua


vita di più cose, sia impegnative che leggere.


Le altre considerazioni, invece, si ricollegano al modo in cui queste funzioni


vengono soddisfatte dai media. Stabilito, infatti, in quale misura il pubblico


avverte il bisogno di informarsi, divertirsi e relazionarsi, si deve poi capire


quali sono gli strumenti a cui le persone si rivolgono per ottenere quello che


cercano e quanto i diversi media riescano a soddisfare questi bisogni.


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4.2. Con quale grado di soddisfazione vengono usati?


Quando ha bisogno di avere delle informazioni, il 90% degli italiani si


rivolge alla televisione (tab. 10). E non la tv satellitare (8,9%) o il digitale


terrestre (2,5%), ma proprio la tv tradizionale. Ben distanti si trovano i


quotidiani (55,9%) e la radio (46,7%). Da notare che l’uso di tv e quotidiani


con funzione informativa coincide all’incirca con la loro diffusione, così


come avviene anche per i settimanali (cfr. tab. 17), mentre gli altri media in


genere si collocano al di sotto di questa soglia, anche internet (che pure è


molto usata con scopi informativi) e la radio, mentre non trascurabile appare


il dato sul 29,1% d’impiego del teletext come fonte informativa (si noti che


nell’elenco dei media adoperati sono stati introdotti degli strumenti non


censiti nella rilevazione complessiva perché ancora poco diffusi - come il


videofonino -, perché presenti all’interno di altri - come il teletext – oppure


specifici – come i lettori per Mp3 – in modo da avere un panorama più


completo delle opportunità offerte ai consumatori, non sempre però questi


media vengono indicati tutti nelle tabelle).


Dunque, il 90% degli italiani usa la televisione per informarsi, ma solo il


42,2% se ne dichiara soddisfatto (tab. 10). Sono gli strumenti poco adatti a


veicolare informazioni circostanziate come i telefonini o poco usati come i


videofonini a ottenere risultati nettamente inferiori. Altri strumenti vicini


alla televisione, come il digitale terrestre e il teletext, si collocano non


lontano dalla tv tradizionale, ma per il resto mezzi vecchi e nuovi, dai


quotidiani alla radio, dai libri a internet, tutti gli altri forniscono


soddisfazioni informative migliori ai loro utenti rispetto alla televisione. In


questa graduatoria troviamo al primo posto internet, che soddisfa il 75% dei


suoi utenti, seguito dai libri (64,4% di soddisfazione). La prima ipotesi che


può essere formulata a questo proposito suggerisce che se vengono premiati


mezzi tanto diversi significa che è il concetto stesso di informazione a


essere declinato in modi molto differenti dal pubblico, o almeno da quote


non indifferenti di pubblici paralleli (è molto probabile che il 28/29% di


popolazione che usa questi strumenti sia scarsamente sovrapponibile).


Tornando a una concezione di informazione più propriamente giornalistica,


osserviamo che quotidiani e radio si collocano su posizioni vicine per l’uso


(55,9% e 46,7%) e sostanzialmente analoghe per la soddisfazione (54,4% e


53%), ponendo ancora una volta in luce una duplice esigenza del pubblico,


che ricerca sia l’aggiornamento essenziale (tipico della radio) sia


l’argomentazione estesa più caratteristica della stampa quotidiana. Uno dei


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dati più interessanti è però rappresentato dalla tv satellitare, che è usata poco


per informarsi (8,9%), però è apprezzata molto più della tv tradizionale


(53,4% di massima soddisfazione contro il 42,2% della televisione


tradizionale). Non è il mezzo televisivo in astratto a non soddisfare molto,


dunque, ma la concreta offerta informativa proposta dai grandi gruppi


editoriali italiani. Ma a tale riguardo va anche detto che la posizione della


televisione nel sistema dei media è assolutamente incomparabile: è l’unica


ad essere gratis per tutti. Quindi il fatto che abbia il massimo della


diffusione a fronte di soddisfazioni mediocri può per certi versi essere


considerato fisiologico.


Anche il bisogno di approfondimento viene soddisfatto prima di tutto


attraverso la televisione, ma in modo meno evidente dell’informazione. La


tv tradizionale, infatti, scende al 73%, ma i libri salgono al 35,8% e internet


al 31,9% (tab. 11). Non possono essere certo la radio o il teletext gli


strumenti più adatti per ottenere approfondimenti, ma qualcosa in più ci si


poteva aspettare da settimanali e mensili, la cui funzione principale


dovrebbe essere proprio questa. In effetti, in un contesto dominato dalla


televisione, la maggior parte del pubblico assegna a questo media anche la


funzione di fornire approfondimenti, mentre l’impiego di settimanali e


mensili non può certo superare, neanche in questo caso, il loro indice di


penetrazione.


La soddisfazione maggiore dal punto di vista degli approfondimenti è


comunque assicurata da libri e internet (tab. 11). I libri, infatti, registrano un


indice di massima soddisfazione pari al 72,1%, mentre internet arriva al


75,9%. Verrebbe da dire che internet e libri rappresentano gli strumenti del


futuro, almeno negli ambiti che hanno a che fare con la conoscenza, e


l’affermazione non risulta azzardata, perché la loro integrazione è maggiore


di quanto non appaia a una osservazione superficiale: dopo la fase della


ricerca delle informazioni si passa agli approfondimenti e, nella rete, ci si


imbatte in una grande quantità di nozioni, si individua qualche autore che ha


compiuto ricerche specifiche sull’argomento, si scarica qualche brano, ci si


incuriosisce e si ordina on line un’opera di questo autore. È solo uno dei


percorsi possibili, ma spiega anche perché se per la semplice informazione è


possibile che i pubblici di libri e internet siano diversi, quando si passa


all’approfondimento è più probabile che ci sia una consistente


sovrapposizione tra i mezzi. Tutti gli altri media hanno meno importanza


come strumenti in grado di fornire approfondimenti rispetto al valore che gli


era stato assegnato come fonti di informazione, anche se conservano o


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migliorano la loro posizione dal punto di vista della soddisfazione. Da


sottolineare il risultato conseguito dalla tv satellitare, che raggiunge il


56,5% di massima soddisfazione, tenendo sempre a distanza la tv


tradizionale, che si migliora (48,2% rispetto al 42,2% precedente), così


come il 51,3% di soddisfazione per i mensili.


Quando si passa a considerare il bisogno di ricevere informazioni utili, la


televisione risulta ancora il mezzo più usato, ma la sua percentuale


d’impiego scende, attestandosi al 64,1% (tab.12). Internet sale fino al 35,8%


(praticamente la totalità dei suoi utenti), mentre anche il 29,9% del teletext


risulta elevato. Da notare anche il 7% raggiunto dal telefonino, mentre lo


scarso rilievo assunto da tutti i media a stampa può indicare anche uno dei


motivi della difficoltà di diffusione di questi mezzi: una volta per sapere in


quali sale proiettavano i film e per conoscere l’elenco delle farmacie di


turno si poteva ricorrere solo al giornale; oggi non è più così (ma si può


sempre ricorrere all’edizione on line del giornale).


Anche nel campo dell’accesso ai servizi utili internet sovrasta gli altri


mezzi, raggiungendo un 78,1% di massima soddisfazione che rappresenta


un risultato dal quale tutti gli altri sono molto lontani (tab. 12). Non è un


caso poi che il secondo mezzo che ottiene il grado di massima soddisfazione


è quello che, da questo punto di vista, si avvicina di più a internet, cioè il


teletext (53,7%).


Con la funzione di intrattenimento la televisione torna ad alti livelli, con


l’82,9% di utilizzo (tab. 13), seguita, ma a grande distanza, dalla radio


(45,9%) e dai libri (34,3%). Internet scende al 19,7%, mentre la tv satellitare


sale all’11,2%. Notevole il dato sul telefono cellulare, impiegato dal 6,7%


con funzione di intrattenimento (praticamente lo stesso grado d’utilizzo


riscontrato dal telefonino in relazione all’accesso ai servizi utili), mentre


nella tabella si affaccia anche il lettore di file Mp3, ricordato dal 4,8% degli


intervistati.


La voglia d’usare la tv con funzione d’intrattenimento è alta, ma la


soddisfazione che il pubblico ne ricava non è elevata (tab. 13), e si aggira


intorno ai soliti valori (in questo caso l’indice di massima soddisfazione


coinvolge il 46% degli utilizzatori). Ben diverso il risultato dei libri, che si


collocano al 75,8% di massima soddisfazione, superando ampiamente anche


internet, attestata al 68,6%. L’unico mezzo che si avvicina ai libri in questa


particolare classifica è il lettore di file Mp3, che dà la massima


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soddisfazione al 75,6% ai suoi utenti. Anche i risultati della radio (63,3% di


soddisfazione) e della tv satellitare (59%) non vanno sottovalutati,


indicandoci quanto sia da ponderare con attenzione il dato della diffusione


rispetto a quello del gradimento, in quanto non esiste nessuna correlazione


diretta e univoca tra l’uno e l’altro: è la capacità del mezzo a farsi veicolo di


un particolare bisogno che determina il grado di soddisfazione del pubblico,


a prescindere dalla sua diffusione.


Quando si tratta di soddisfare l’interesse per la musica (tab. 14), la radio


supera anche la televisione per percentuale di utilizzo (77,4% contro 57,3%)


e l’Mp3 raggiunge il 20,4% tra l’intera popolazione, ma nella fascia d’età


compresa tra i 14 e i 17 anni il dato sale fino a toccare il 54,3%.


Probabilmente la diffusione degli Mp3 si sovrappone a internet, che proprio


in relazione con la musica si colloca al suo grado minimo d’utilizzo (13,3%,


ma il 32,6% tra i 14 e i 17 anni), mentre tutti gli altri media sono lontani.


Radio e Mp3 dominano la scena, dunque, però la tv tradizionale si colloca


sempre ai vertici dell’utilizzo, a ulteriore testimonianza non solo della sua


centralità nel panorama mediatico italiano, ma anche della sua capacità di


venire incontro ai bisogni comunicativi del suo pubblico.


Passando alla soddisfazione espressa dagli utenti nei confronti dei media in


relazione alla musica (tab. 14), non stupisce l’elevatissimo grado di


massima soddisfazione assegnato a uno strumento espressamente dedicato


alla musica come l’Mp3 (77,2%), mentre internet che, come detto in


precedenza, non raggiungeva in questo caso un indice elevato d’utilizzo,


soddisfa ampiamente il 69,7% dei suoi utenti. Su questi livelli si trova anche


la radio (67,9%), mentre la televisione si colloca al 44,9%, con un valore


inferiore al 57,9% della tv satellitare e al 69,2% del digitale terrestre, ma


nettamente superiore rispetto al 37,9% di massima soddisfazione indicata


dagli utenti dei telefonini, che scende al 22,2% nei giovanissimi: proprio


perché sono affamati di musica ed esperti di nuove tecnologie, i più giovani


preferiscono l’Mp3 al telefonino per ascoltare musica. Da notare che, se


non si considera solo l’ascolto, ma anche l’acquisizione di conoscenze sul


mondo della musica, entrano in campo anche i media non sonori che,


tuttavia, suscitano interesse e soddisfazione molto limitati.


Non stupisce l’alto impiego del telefonino quando si tratta invece di entrare


in relazione con gli altri (tab. 15). Anzi, il 31,2% di utilizzo del cellulare con


questa funzione appare anche scarso, visto che viene dopo il 60,7% della


televisione e il 38,8% della radio, ma questo dato è il risultato di un


12031_06 Sesto Rapporto Censis/Ucsi sulla Comunicazione in Italia


14


comportamento molto diversificato per fasce d’età, perché tra i 14 e i 17


anni troviamo il telefonino al primo posto con il 63,2% e la tv al 44,7%,


mentre tra quanti hanno più di 65 anni si riscontra il 10,9% per il cellulare e


l’80,7% per la televisione. Minime invece le variazioni per la radio, mentre


anche internet, che ha un dato complessivo uguale al 22% di utilizzo, segue


lo stesso percorso del telefonino, diminuendo nettamente con l’avanzare


dell’età. Il dato non trascurabile di quotidiani (16,3%) e, soprattuttto, libri


(15,1%) ci introducono a una considerazione tutt’altro che banale.


I risultati del grado di massima soddisfazione registrato dall’uso dei media


per relazionarsi con gli altri appaiono tutt’altro che scontati (tab. 15).


Lasciando da parte il dato sul digitale terrestre (troppo poco diffuso per


poter essere considerato come consolidato), il massimo della soddisfazione


la troviamo infatti espressa a favore dei libri (66,7%), che si collocano sopra


a cellulare (64,5%), internet (62,1%) e radio (61,9%). Non c’è solo il


bisogno di entrare in relazione con gli altri, dunque, ma anche quello di


avere qualcosa da dire alle persone con cui si entra in contatto. Cellulare e


internet rappresentano per lo più il veicolo della comunicazione, radio e libri


offrono le motivazioni per comunicare. L’integrazione di media e bisogni


comunicativi rappresenta dunque lo strumento attraverso il quale la


relazione stessa con le persone, almeno con quelle con cui non possiamo


stabilire immediatamente un contatto diretto, acquista un senso.


Internet assume un’importanza cruciale quando si tratta di operare scelte


d’acquisto (tab. 16). Addirittura il 42,9% dichiara di usare la rete per questo


scopo, una percentuale superiore a quella dei suoi utenti, anche occasionali


(che si attesta al 37,6%, vedi tab. 17). È evidente che ci sono persone che


non usano internet, ma che se devono fare degli acquisti chiedono ad altri di


trovare delle informazioni tramite le rete, specie nelle fasce d’età comprese


tra i quaranta e i cinquanta anni, in cui questo incremento nell’impiego di


internet per questa funzione appare più accentuato. La televisione,


comunque, è sempre lì, al primo posto (49,1%) e tutti gli altri sono molto


staccati.


Dal punto di vista della soddisfazione ricavata dai media quando vengono


usati per gli acquisti, la televisione mostra la massima soddisfazione


attestata al 29,9%, mentre è ancora una volta internet a rivelarsi più vicina


alle aspettative degli utenti (65,1% di massima soddisfazione). Escludendo


digitale terrestre e videofonino (il cui 60% di soddisfazione è poco


significativo a fronte di una penetrazione dell’1,2%), tutti gli altri media non


12031_06 Sesto Rapporto Censis/Ucsi sulla Comunicazione in Italia


15


danno molta soddisfazione agli utenti. La tv satellitare raggiunge il 50%, gli


altri si collocano tutti al di sotto di questa quota, anche se il 42,9% del


teletext non è indifferente, così come il 36% della radio.


In conclusione si può affermare che sebbene sia vero che i contenuti si


configurano con sempre maggiore autonomia rispetto al veicolo della loro


diffusione, è altrettanto palese come non tutti i vettori siano intercambiabili


tra di loro allo stesso modo per assicurare il successo della comunicazione.


Escludendo casi particolari, come ad esempio quello della musica, risulta


evidente che da una parte troviamo l’aspetto della facilità d’accesso al


mezzo, e la televisione non ha ancora rivali in questo campo, ma di fronte a


questo aspetto si colloca, con sempre maggiore forza, la duttilità del mezzo,


la sua capacità ad adattarsi alle diverse funzioni comunicative, e qui non


solo internet, ma anche i libri o la radio, guadagnano molti punti. L’interesse


di questi dati, tuttavia, richiede necessariamente la prosecuzione delle


analisi anche per i prossimi anni in modo da avere per lo meno un elemento


comparativo temporale e poter quindi ragionare sulle tendenze.


L’acquisizione dei contenuti veicolati dai media assume sempre più


importanza in una società in cui il trasferimento di informazioni e


conoscenze costituisce il fondamento su cui si costruisce il diritto stesso di


cittadinanza, ma l’aumento dell’indipendenza dei contenuti rispetto ai media


impiegati per veicolarli richiede un pubblico più competente nella selezione


e nell’impiego dei media. Di conseguenza, la capacità di passare da un


mezzo all’altro per soddisfare le proprie esigenze comunicative costituisce il


fattore centrale intorno a cui ruota la crescita civile (da cui, in un contesto di


attività produttive sempre più spostate verso il versante immateriale, deriva


anche quella economica) di un Paese.


4.3. Lo stato dell’evoluzione dei media


La conclusione del primo quinquennio di ricerche sulle modalità del


rapporto degli italiani con i media e l’avvio di una nuova fase, in cui


l’attenzione è centrata sul confronto dei dati sul consumo dei media


riscontrato nei principali paesi europei, non ha prodotto solamente un


cambiamento nelle prospettive generali della ricerca, ma ha anche imposto


delle trasformazioni dal punto di vista della metodologia di rilevazione dei


dati. Visto che da questo momento in poi la priorità risulta, come è ovvio, la


12031_06 Sesto Rapporto Censis/Ucsi sulla Comunicazione in Italia


16


confrontabilità tra i dati europei, a questo obiettivo è stata data la


precedenza. Di conseguenza il confronto tra i dati italiani del passato e


quelli attuali potrà risultare meno preciso rispetto agli anni precedenti, anche


se non meno significativo: il cambiamento di metodologia potrà aver infatti


portato a una leggera variazione nel valore assegnato a ciascun dato, ma le


tendenze di fondo vengono comunque colte.


È per questo che è possibile affermare che il rapporto degli italiani con i


media si è tendenzialmente modificato nel corso dell’ultimo anno.


Televisione, cellulari e radio, che si trovano al vertice dei consumi, hanno


un leggero calo; mezzi a stampa come quotidiani e libri invertono la


tendenza calante degli ultimi anni; i nuovi media crescono, ma non in modo


dirompente. La stessa ampiezza di questi mutamenti sembra indicare che,


prima ancora di un cambiamento nel consumo di ciascun media, potrebbe


esserci stata una trasformazione nel modo stesso di accostarsi ad essi da


parte del pubblico. Se, ad esempio, prendiamo il caso della televisione,


possiamo constatare che il 93,9% degli italiani dichiara di vederla (tab. 17),


eppure se sommiamo tutti quelli che vedono programmi televisivi, a


prescindere dalla piattaforma impiegata, il dato sale al 94,4%. La differenza


è minima, però ci dice che non basta più parlare di televisione per farsi


capire dai propri interlocutori, bisogna anche precisare di quale televisione


si sta parlando. Infatti, scavando nei dati si può accertare che gli utenti della


sola tv tradizionale (terrestre analogica) sono il 72,1% (tab. 4) e quindi c’è


un venti per cento abbondante di italiani che per televisione intende


qualcosa di molto diverso rispetto non a trenta anni fa, ma alle ultime due o


tre stagioni.


Discorsi analoghi si possono fare anche per gli altri media. Solo tre anni fa


la free press rappresentava un fenomeno molto marginale, mentre la


consultazione delle pagine on line dei quotidiani era appannaggio di un


pubblico ristretto. Già lo scorso anno, invece, il 35,9% degli utenti di


internet dichiarava di connettersi alla rete per informarsi sull’attualità e il


49,9% dei lettori di giornali affermava di leggere quotidiani gratuiti (Censis


2005). È difficile immaginare che non ci sia un collegamento tra questi dati


e l’aumento delle persone che affermano di leggere i giornali, specie in


assenza di un equivalente aumento di copie vendute in edicola.


Allo stesso modo i milioni di libri entrati nelle case degli italiani insieme a


giornali e periodici devono aver trovato dei lettori, così come la possibilità


di ascoltare la radio da telefonini e lettori mp3 ha oscurato una fetta di


12031_06 Sesto Rapporto Censis/Ucsi sulla Comunicazione in Italia


17


pubblico radiofonico. Del resto nel Rapporto dello scorso anno era emerso


un 46,2% di lettori di libri che aveva acquistato volumi allegati a quotidiani


o periodici, mentre un 18,2 % del pubblico della radio non badava al mezzo


che veicolava il loro ascolto radiofonico (Censis 2005). Inoltre, incrociando


i dati del 2006 relativi alla radio così come è stato fatto per individuare la


platea complessiva degli ascoltatori della televisione in generale, è stato


possibile rintracciare un ulteriore 3,8% di ascoltatori della radio, il cui


numero totale salirebbe di conseguenza al 67,3%.


Con un apparente paradosso sono i media che da poco si sono presentati


all’attenzione del pubblico che manifestano un andamento meno turbolento.


In realtà è proprio la loro novità a renderli più definiti, mentre sono i media


preesistenti a loro che si stanno ridefinendo, creando più problemi di


identificazione negli utenti.


Come se il futuro dei cosiddetti “old media” non possa altro che diventare,


trasformarsi in “new” e viceversa, il futuro dei recenti “new media” non


consisterà in altro che evolvere gradualmente in “old”, ovvero divenire più


familiari, meno ostici, più intelligentemente banali.


Da anni si parla di una futura società digitale, in cui la possibilità di


trasformare qualunque messaggio in una serie di bit avrebbe reso più


importante il contenuto della comunicazione rispetto allo strumento


adoperato per veicolarlo. Ora che società digitale è arrivata, dobbiamo al più


presto attrezzarci per capire come e tra chi i messaggi circolano, piuttosto


che accanirci unicamente a distribuire col bilancino le audience tra i vari


media.


4.4. La dieta mediatica degli italiani


Risulta cruciale, dunque, la capacità di accostarsi a un numero ampio di


media, in modo da poter acquisire i vari contenuti a prescindere dal mezzo


da cui vengono di volta in volta veicolati. Lo studio di questa “dieta”


mediatica degli italiani rappresenta da tempo uno dei punti qualificanti del


Rapporto Censi/Ucsi sulla comunicazione in Italia. Nella tabella 18 si


riporta il confronto tra la stratificazione nell’impiego dei media registrata


nel 2006 con quella che si era riscontrata nel 2005. Ricordando che la vera


differenza si ha nel passaggio dalla fascia dei Marginali/Poveri di media


12031_06 Sesto Rapporto Censis/Ucsi sulla Comunicazione in Italia


18


(che usano praticamente solo la televisione tradizionale e poco più) alle


fasce successive, possiamo registrare un lieve miglioramento della


situazione complessiva, in quanto da un anno all’altro è diminuita di 3,7


punti percentuali la classe dei Poveri di media, mentre sono aumentate tutte


le classi superiori.


In questo caso il confronto con l’anno precedente risulta più coerente, in


quanto la difficoltà nel definire la natura dei media nel momento della loro


rapida trasformazione si presenta quando si misura il consumo dei media


presi uno alla volta, ma non quando si compie la rilevazione della dieta


mediatica. In realtà, infatti, è l’uso dei nuovi media che può alterare i dati


complessivi sul consumo, ma dato che i Marginali, i Poveri di Media e gli


stessi Consumatori medi non usano internet e le altre nuove tecnologie,


questo tipo di considerazioni può spostare solo qualche decimo di punto il


rapporto tra Onnivori e Pionieri, comunque le due categorie più elevate e


più limitate, ma non mettere in discussione quel 47% tra Marginali e Poveri


di media da cui, pur con qualche innegabile miglioramento, non riusciamo a


discostarci sensibilmente.


Tab. 1 – L’uso complessivo (abituale+occasionale) dei media in Europa (val. %)


Media Italia Spagna Francia Germania Gran Bretagna


Televisione tradizionale 93,9 94,5 82,7 64,9 94,9


Tv Satellitare 16,7 11,3 11,2 22,7 29,0


Tv Digitale Terrestre 6,6 13,6 4,8 3,1 24,7


Tv via cavo 0,3 8,7 6,4 7,6 13,8


Televisione in generale 94,4 96,4 86,5 82,8 97,0


Cellulare 78,9 77,8 61,1 61,4 72,4


Radio 63,5 73,5 80,0 83,6 80,1


Quotidiani 59,1 68,5 61,9 81,8 77,9


Libri 55,3 68,1 62,0 72,6 75,0


Internet 37,6 44,2 42,5 54,1 61,4


Settimanali 32,5 23,9 38,9 38,5 27,7


Mensili 22,2 15,0 17,3 19,9 24,7


Nota: Per “uso complessivo” si intendono tutte le persone che sono entrate in contatto con i media indicati almeno una volta nella


settimana precedente la rilevazione (o hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno). Le persone che nel corso della settimana hanno


seguito programmi televisivi, a prescindere dal tipo di tv utilizzata, sono indicati come utenti della televisione in generale.


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 2 - L’uso abituale dei media in Europa (val. %)


Media Italia Spagna Francia Germania Gran Bretagna


Televisione tradizionale 89,4 90,0 77,8 60,6 88,8


Tv Satellitare 14,4 9,2 11,5 21,5 27,1


Tv Digitale Terrestre 3,3 10,5 3,7 2,7 21,7


Tv via cavo 0,2 7,8 5,6 6,8 13,3


Cellulare 69,6 70,9 54,2 50,6 61,1


Radio 55,1 68,6 73,9 78,5 72,6


Quotidiani 43,9 51,1 42,8 71,3 56,8


Libri 39,8 47.7 48,3 60,2 63,7


Internet 28,5 37,9 35,9 41,7 51,9


Settimanali 12,5 6,8 13,3 15,7 6,7


Mensili 6,5 5,9 4,0 6,0 5,2


Nota: Per “uso abituale” si intendono tutte le persone che sono entrate in contatto con i media indicati almeno tre volte nella


settimana precedente la rilevazione (o hanno letto almeno tre libri nell’ultimo anno).


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 3 – L’uso occasionale dei media in Europa (val. %)


Media Italia Spagna Francia Germania Gran Bretagna


Televisione tradizionale 4,5 4,5 4,9 4,3 6,2


Tv Satellitare 2,3 2,1 0,2 1,2 1,8


Tv Digitale Terrestre 3,3 3,1 1,1 0,4 3,0


Tv via cavo 0,1 0,9 0,7 0,7 0,5


Cellulare 9,3 6,9 6,9 10,8 11,3


Radio 8,4 4,9 6,1 5,1 7,5


Quotidiani 15,2 17,4 19,1 10,5 21,1


Libri 15,9 20,4 13,7 12,4 11,2


Internet 9,1 6,3 6,6 12,4 9,5


Settimanali 20,0 17,1 25,6 22,8 21,1


Mensili 15,7 9,1 13,3 13,9 19,5


Nota: Per “uso occasionale” si intendono tutte le persone che sono entrate in contatto con i media indicati solo una o due volte


nella settimana precedente la rilevazione (o hanno letto uno o due libri nell’ultimo anno).


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 4 - Utenti della sola televisione tradizionale in Europa (val. %)


Paesi Utenti


Italia 72,1


Spagna 64,8


Francia 65,0


Germania 49,6


Gran Bretagna 30,7


Nota: Per utenti della sola televisione tradizionale si intendono quelle persone che nella


settimana precedente alla rilevazione hanno visto solo programmi della tv analogica


terrestre e non della tv satellitare, digitale terrestre, web tv o tv via cavo.


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 5 – La stratificazione sociale dell’uso dei media in Europa (val. %)


Utenti di media Italia Spagna Francia Germania Gran Bretagna


PIONIERI 1,3 1,3 0,9 0,9 1,7


ONNIVORI 12,2 17,5 10,8 15,3 26,8


CONSUMATORI MEDI 39,5 42,5 41,2 51,6 46,4


POVERI DI MEDIA 36,4 32,6 40,4 28,3 23,1


MARGINALI 10,6 6,1 6,7 4,0 2,0


Nota: I Pionieri sono gli utenti di 8 media e oltre, gli Onnivori gli utenti di 6-7 media, i Consumatori medi gli utenti di 4-5


media, i Poveri di Media gli utenti di 2-3 media e i Marginali di utenti di un solo mezzo.


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 6 - Grado di importanza nella vita quotidiana di alcune aree di


interesse/attività personali (val. % e valori medi)


Interessi/ Importanza (val. %)


attività personali Massima Minima Nessuna


Valore


medio


Informarsi 80,7 4,0 0,8 4,37


Approfondire 69,0 8,6 3,2 4,07


Interesse per la musica 46,5 22,8 8,4 3,50


Relazionarsi 45,3 23,1 12,3 3,45


Servizi utili 41,3 25,4 11,2 3,34


Intrattenimento 41,3 25,1 4,7 3,32


Orientarsi per gli acquisti 20,6 36,2 25,0 2,70


Nota: Il grado di importanza è stato assegnato sulla base di una scala da 0 (nessuna importanza) a


5 (massima importanza). I valori percentuali indicano quante persone hanno espresso una valutazione


uguale a 4-5 (massima), 1-2 (minima), 0 (nessuna ) importanza.


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 7 - Grado di importanza nella vita quotidiana di alcune aree di


interessi/attività personali, in base al sesso dell'intervistato (val. % e valori


medi)


Interessi/attività Importanza (val. %)


personali Massima Minima Nessuna


Valore


medio


Donna


Informarsi 81,8 4,5 0,4 4,35


Approfondire 69,6 9,7 1,7 4,02


Interesse per la musica 47,1 22,9 7,2 3,48


Relazionarsi 41,9 26,4 11,4 3,30


Servizi utili 40,1 25,0 10,1 3,33


Intrattenimento 36,8 29,1 4,3 3,19


Orientarsi per gli acquisti 22,5 33,9 24,4 2,79


Uomo


Informarsi 79,7 3,5 1,2 4,39


Approfondire 68,4 7,6 4,7 4,12


Relazionarsi 48,4 20,0 13,2 3,59


Interesse per la musica 45,9 22,7 9,5 3,52


Intrattenimento 45,5 21,3 5,0 3,44


Servizi utili 42,4 25,8 12,2 3,34


Orientarsi per gli acquisti 18,8 38,4 25,6 2,61


Nota: Il grado di importanza è stato assegnato sulla base di una scala da 0 (nessuna importanza) a


5 (massima importanza). I valori percentuali indicano quante persone hanno espresso una valutazione


uguale a 4-5 (massima), 1-2 (minima), 0 (nessuna ) importanza.


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 8 - Grado di importanza nella vita quotidiana di alcune aree di


interessi/attività personali, in base all’età dell'intervistato (val. % e valori


medi)


Interessi/attività Importanza (val. %)


personali Massima Minima Nessuna


Valore


medio


Giovani (14-29 anni)


Informarsi 83,8 3,1 - 4,36


Approfondire 71,2 7,0 - 4,03


Servizi utili 45,0 19,2 4,8 3,43


Intrattenimento 43,2 24,5 1,7 3,31


Interesse per la musica 68,6 14,0 - 3,96


Relazionarsi 58,5 19,7 1,3 3,64


Orientarsi per gli acquisti 27,5 30,1 10,5 2,96


Adulti (30-64 anni)


Informarsi 82,4 3,9 0,7 4,44


Approfondire 74,2 6,8 2,3 4,20


Servizi utili 43,9 25,0 9,1 3,40


Intrattenimento 38,1 26,0 4,3 3,25


Interesse per la musica 41,5 25,1 7,0 3,37


Relazionarsi 44,6 23,4 12,5 3,45


Orientarsi per gli acquisti 20,5 37,6 25,0 2,69


Anziani (65 anni e oltre)


Informarsi 72,9 5,2 1,9 4,20


Approfondire 52,9 15,2 9,0 3,77


Servizi utili 30,5 33,3 23,8 3,00


Intrattenimento 47,6 23,3 9,0 3,51


Interesse per la musica 35,7 26,2 21,4 3,28


Relazionarsi 32,9 26,2 23,8 3,19


Orientarsi per gli acquisti 13,3 39,0 41,0 2,32


Nota: Il grado di importanza è stato assegnato sulla base di una scala da 0 (nessuna importanza) a


5 (massima importanza). I valori percentuali indicano quante persone hanno espresso una valutazione


uguale a 4-5 (massima), 1-2 (minima), 0 (nessuna ) importanza.


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 9 - Grado di importanza nella vita quotidiana di alcune aree di


interessi/attività personali, in base al titolo di studio (val. % e valori medi)


Interessi/attività Importanza (val. %)


personali Massima Minima Nessuna


Valore


medio


Meno istruiti (1)


Informarsi 74,4 5,4 0,9 4,23


Approfondire 63,0 10,7 4,6 3,94


Intrattenimento 46,3 24,2 4,9 3,43


Interesse per la musica 45,3 24,2 11,4 3,49


Relazionarsi 43,2 24,6 14,0 3,40


Servizi utili 36,8 26,7 14,9 3,22


Orientarsi per gli acquisti 17,2 39,6 29,3 2,55


Più istruiti (2)


Informarsi 89,1 2,1 0,7 4,56


Approfondire 77,0 5,8 1,4 4,24


Interesse per la musica 48,1 20,9 4,4 3,51


Relazionarsi 48,1 21,2 10,0 3,52


Servizi utili 47,2 23,7 6,3 3,48


Intrattenimento 34,7 26,3 4,4 3,17


Orientarsi per gli acquisti 25,1 31,6 19,3 2,88


(1) licenza elementare e media


(2) diploma e laurea


Nota: Il grado di importanza è stato assegnato sulla base di una scala da 0 (nessuna importanza) a


5 (massima importanza). I valori percentuali indicano quante persone hanno espresso una valutazione


uguale a 4-5 (massima), 1-2 (minima), 0 (nessuna ) importanza.


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 10 - Media usati per informarsi e relativo grado di soddisfazione (val. % e


valori medi)


Media % d’uso Soddisfazione (val. %)


Massima Minima


Valore


medio


Televisione 90,0 42,2 22,3 3,28


Quotidiani 55,9 54,4 17,6 3,52


Radio 46,7 53,0 20,2 3,48


Teletext 29,1 47,7 27,5 3,29


Internet 29,0 75,5 13,6 4,00


Libri 28,2 64,4 20,1 3,67


Settimanali 27,2 45,5 28,4 3,27


Mensili 17,7 49,7 28,0 3,33


Tv Satellitare 8,9 53,4 20,5 3,52


Cellulare 6,6 21,5 52,3 2,54


Tv Digitale Terrestre 2,5 36,0 12,0 3,24


Videofonino 1,3 23,1 61,5 2,31


Nota: Il grado di soddisfazione è stato assegnato sulla base di una scala da 1 (minima


soddisfazione) a 5 (massima soddisfazione). I valori percentuali indicano quante persone hanno


espresso una valutazione 4-5 (massima) e 1-2 (minima) soddisfazione.


Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 11 - Media usati per approfondire e relativo grado di soddisfazione (val. % e


valori medi)


Media % d’uso Soddisfazione (val. %)


Massima Minima


Valore


medio


Televisione 73,0 48,2 20,8 3,39


Quotidiani 43,1 51,6 15,1 3,51


Libri 35,8 72,1 13,3 3,98


Internet 31,9 75,9 9,9 4,00


Radio 28,0 51,9 20,5 3,46


Settimanali 23,3 47,9 27,4 3,31


Mensili 17,4 51,3 26,9 3,38


Teletext 14,2 45,0 31,3 3,22


Tv Satellitare 7,5 56,5 15,9 3,62


Cellulare 3,3 10,0 63,3 2,30


Tv Digitale Terrestre 2,0 55,6 22,2 3,56


Videofonino 1,1 - 80,0 1,90


Nota: Il grado di soddisfazione è stato assegnato sulla base di una scala da 1 (minima


soddisfazione) a 5 (massima soddisfazione). I valori percentuali indicano quante persone hanno


espresso una valutazione 4-5 (massima) e 1-2 (minima) soddisfazione.


Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 12 - Media usati per accedere a servizi utili e relativo grado di soddisfazione


(val. % e valori medi)


Media % d’uso Soddisfazione (val. %)


Massimo Minimo


Valore


medio


Televisione 64,1 43,4 27,5 3,25


Internet 35,8 78,1 8,8 4,16


Teletext 29,9 53,7 18,8 3,55


Quotidiani 27,3 51,7 22,0 3,39


Radio 27,2 49,0 22,6 3,34


Settimanali 12,0 45,7 38,0 3,12


Libri 9,7 50,0 25,7 3,36


Mensili 8,6 45,5 30,3 3,29


Cellulare 7,0 31,5 51,9 2,69


Tv Satellitare 5,2 45,0 25,0 3,35


Videofonino 2,2 29,4 58,8 2,65


Tv Digitale Terrestre 1,2 44,4 22,2 3,56


Nota: Il grado di soddisfazione è stato assegnato sulla base di una scala da 1 (minima


soddisfazione) a 5 (massima soddisfazione). I valori percentuali indicano quante persone hanno


espresso una valutazione 4-5 (massima) e 1-2 (minima) soddisfazione.


Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 13 - Media usati per l'intrattenimento e relativo grado di soddisfazione (val. %


e valori medi)


Media % d’uso Soddisfazione (val. %)


Massima Minima


Valore


medio


Televisione 82,9 46,0 24,6 3,38


Radio 45,9 63,3 13,9 3,82


Libri 34,3 75,8 11,5 4,08


Quotidiani 27,1 48,0 23,2 3,41


Settimanali 19,8 46,8 28,0 3,39


Internet 19,7 68,6 16,2 3,84


Mensili 13,2 54,8 25,8 3,47


Tv Satellitare 11,2 59,0 17,1 3,58


Cellulare 6,7 46,0 27,0 3,24


Teletext 4,9 41,3 45,7 2,93


Tv Digitale Terrestre 4,8 53,3 26,7 3,60


Mp3 4,8 75,6 20,0 3,91


Videofonino 1,8 17,6 58,8 2,41


Nota: Il grado di soddisfazione è stato assegnato sulla base di una scala da 1 (minima


soddisfazione) a 5 (massima soddisfazione). I valori percentuali indicano quante persone hanno


espresso una valutazione 4-5 (massima) e 1-2 (minima) soddisfazione.


Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 14 - Media usati per soddisfare l’interesse per la musica e relativo grado di


soddisfazione (val. % e valori medi)


Media % d’uso Soddisfazione (val. %)


Massima Minima


Valore


medio


Radio 77,4 67,9 14,4 3,91


Televisione 57,3 44,9 30,1 3,26


Mp3 20,4 77,2 11,4 4,13


Internet 13,3 69,7 12,8 3,98


Tv Satellitare 5,8 57,4 8,5 3,79


Quotidiani 4,5 24,3 45,9 2,68


Libri 4,4 30,6 55,6 2,75


Mensili 4,2 35,3 35,3 2,94


Settimanali 3,9 25,0 40,6 2,78


Cellulare 3,5 37,9 31,0 3,00


Videofonino 2,1 35,3 35,3 3,06


Teletext 1,8 40,0 46,7 2,80


Tv Digitale Terrestre 1,6 69,2 15,4 3,69


Nota: Il grado di soddisfazione è stato assegnato sulla base di una scala da 1 (minima


soddisfazione) a 5 (massima soddisfazione). I valori percentuali indicano quante persone hanno


espresso una valutazione 4-5 (massima) e 1-2 (minima) soddisfazione.


Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 15 - Media usati per relazionarsi e relativo grado di soddisfazione (val.% e


valori medi)


Media % d’uso Soddisfazione (val. %)


Massima Minima


Valore


medio


Televisione 60,7 49,5 26,5 3,37


Radio 38,8 61,9 17,0 3,70


Cellulare 31,2 64,5 12,9 3,83


Internet 22,0 62,1 13,7 3,78


Quotidiani 16,3 47,8 19,5 3,36


Libri 15,1 66,7 11,4 3,83


Settimanali 11,1 49,4 26,0 3,40


Mensili 6,8 53,2 27,7 3,36


Tv Satellitari 5,0 40,0 14,3 3,37


Teletext 4,5 35,5 41,9 2,94


Mp3 3,2 31,8 54,5 2,73


Videofonino 2,7 21,1 52,6 2,47


Tv. Digitale Terrestre 1,3 66,7 - 3,78


Nota: Il grado di soddisfazione è stato assegnato sulla base di una scala da 1 (minima


soddisfazione) a 5 (massima soddisfazione). I valori percentuali indicano quante persone hanno


espresso una valutazione 4-5 (massima) e 1-2 (minima) soddisfazione.


Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 16 - Media usati per orientarsi negli acquisti e relativo grado di soddisfazione


(val. % e valori medi)


Media % d’uso Soddisfazione (val. %)


Massima Minima


Valore


medio


Televisione 49,1 29,9 41,6 2,78


Internet 42,9 65,1 14,0 3,77


Quotidiani 18,5 21,6 40,5 2,74


Settimanali 15,5 32,3 30,6 3,02


Radio 12,5 36,0 36,0 3,06


Mensili 9,7 33,3 41,0 2,79


Libri 5,2 33,3 38,1 3,05


Tv Satellitare 2,5 50,0 20,0 3,30


Cellulare 2,0 25,0 62,5 2,75


Teletext 1,7 42,9 57,1 2,71


Tv Digitale Terrestre 1,2 60,0 20,0 3,20


Videofonino 1,2 60,0 40,0 3,20


Nota: Il grado di soddisfazione è stato assegnato sulla base di una scala da 1 (minima


soddisfazione) a 5 (massima soddisfazione). I valori percentuali indicano quante persone hanno


espresso una valutazione 4-5 (massima) e 1-2 (minima) soddisfazione.


Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte


Fonte: indagine Censis, 2006


Tab. 17 - Il rapporto degli italiani con i media. Evoluzione dell’uso complessivo (abituale +


occasionale). Confronto 2001/2006 (val. %)


Media 2001 2002 2004 2005 2006(*)


Televisione tradizionale 95,8 98,5 97,5 97,2 93,9


Tv Satellitare 11,9 12,3 15,6 15,5 16,7


Tv Digitale Terrestre -- -- -- 5,8 6,6


Web Tv -- -- -- 2,1 2,4


Tv via cavo -- -- -- -- 0,2


Televisione in generale 96,0 98,5 97,7 97,3 94,4


Cellulare 72,8 75,3 75,3 82,5 78,9


Radio 68,8 65,4 62,0 70,1 63,5


Quotidiani 57,5 56,1 47,5 54,6 59,1


Libri 43,1 42,5 43,6 46,6 55,3


Internet 20,1 27,8 27,8 35,7 37,6


Settimanali -- 44,3 42,2 44,1 32,5


Mensili -- 24,0 30,7 23,2 22,2


Nota: Per “uso complessivo” si intendono tutte le persone che sono entrate in contatto con i media indicati


almeno una volta nella settimana precedente la rilevazione (o hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno).


Nel 2003 il Rapporto ha riguardato solo la popolazione giovanile quindi l’anno non è nella serie storica.


L’assenza di alcuni dati significa che non sono stati rilevati ovvero che non erano rilevabili.


Le persone che nel corso della settimana hanno seguito programmi televisivi, a prescindere dal tipo di tv


utilizzata, sono indicati come utenti della “televisione in generale”.


(*) Le variazioni percentuali rilevate fra il 2005 e il 2006 sono dovute sia alle fenomenologie di evoluzione dei


media analizzate nel testo sia a differenze di metodologia di rilevazione; dal 2001 al 2005 è stato usato il


metodo C.A.P.I. (interviste dirette), da quest’anno il metodo C.A.T.I. (interviste telefoniche)


Fonte: indagini Censis, 2001, 2002, 2004, 2005 e 2006


Tab. 18 - La stratificazione sociale dell’uso dei media in italia. Confronto 2005/2006


(val. %)


Utenti di media 2005 2006


PIONIERI 1,1 1,3


ONNIVORI 10,6 12,2


CONSUMATORI MEDI 37,9 39,5


POVERI DI MEDIA 40,1 36,4


MARGINALI 10,3 10,6


Nota: I Pionieri sono gli utenti di 8 media e oltre, gli Onnivori gli utenti di 6-7 media, i


Consumatori medi gli utenti di 4-5 media, i Poveri di Media gli utenti di 2-3 media e i Marginali di


utenti di un solo mezzo.


Fonte: indagini Censis, 2005 e 2006





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