Parte la valutazione sui sistemi di accesso alle professioni regolamentate voluta dalla Commissione europea. Un percorso a tappe che, nell'intenzione di Bruxelles, dovrebbe servire a individuare gli ostacoli esistenti - ancora troppi - in materia di accesso ad alcune professioni. La tabella di marcia è stata illustrata oggi dalla Commissione Ue nella Comunicazione sulla valutazione dei sistemi nazionali di accesso alle professioni, affiancata da un documento di lavoro sulla forma giuridica, le tariffe e la partecipazione in forma societaria che riguarda, però, solo veterinari, architetti, revisori contabili, consulenti fiscali e in materia di proprietà industriale.
Un dato è certo: ancora oggi, malgrado la direttiva 2005/36 sul riconoscimento delle qualifiche professionali e la 2006/123 sui servizi continuano ad esistere condizioni di accesso troppo restrittive che si traducono in ostacoli all'ingresso nel mondo delle professioni per giovani e professionisti provenienti da altri Stati membri. La mobilità – ha precisato l'Esecutivo – è ancora troppo bassa e le differenze esistenti tra gli Stati impediscono, di frequente, la circolazione dei professionisti. Anche perché il numero delle professioni regolamentate varia troppo tra gli Stati membri: da 50 in alcuni Paesi a oltre 400 in altri, con una media di circa 157 professioni regolamentate per Stato. Il numero più alto è il settore della salute.
Questa la tabella di marcia che Bruxelles ha messo in campo, non per una deregulation nei sistemi di accesso, ma per l'affermazione di meccanismi improntati alla trasparenza e alla proporzionalità. Prima di tutto, gli Stati dovranno trasmettere l'elenco delle professioni regolamentate per aggiornare il database già esistente. Partirà così uno screening accurato per l'individuazione delle restrizioni in entrata e una successiva valutazione sulla necessità e la proporzionalità delle misure volute sul piano nazionale. In primo piano, per Bruxelles, la valutazione d'impatto su tariffe, qualità e occupazione. Nella prima metà del 2014 la Commissione divulgherà uno studio sull'impatto economico. Nei due anni successivi, gli Stati dovranno procedere a una valutazione reciproca sui meccanismi di accesso. Entro aprile 2015 i Paesi membri presenteranno un piano d'azione con l'indicazione per ogni professione di meccanismi alternativi.
La Commissione riconosce che la regolamentazione nell'accesso alle professioni è necessaria per proteggere i consumatori, per ragioni di salute pubblica (il caso delle professioni sanitarie) o di tutela della parte debole come per i revisori contabili di una società che agiscono nell'interesse di piccoli azionisti, ma l'eccessiva regolamentazione crea una barriera nell'accesso di nuovi professionisti e rischia di provocare una distorsione del mercato, nonché un incremento delle tariffe che danneggia proprio gli utenti. La riduzione degli ostacoli all'ingresso - osserva la Commissione - avrebbe un effetto vantaggioso nel consentire un incremento del numero dei professionisti facendo aumentare la concorrenza a vantaggio della qualità, anche sotto il profilo dell'innovazione e della modernizzazione. Da non trascurare, poi, i vantaggi nell'occupazione con la possibilità di una più forte mobilità e l'ingresso di più giovani tra i professionisti.
I PASSAGGI
L'INCHIESTA
La Commissione europea ha avviato un monitoraggio delle diverse legislazioni eisistenti in materia di sistemi di accesso alle professioni regolamentate
GLI OBIETTIVI
Con l'indagine la Commissione non punta a una deregulation dei sistemi di accesso, ma all'affermazione di meccanismi più trasparenti in grado di non penalizzare, come invece avviene ora, la possibilità dei giovani di intraprendere la professione
I TEMPI
La tabella di marcia prevede che gli Stati membri forniscano un elenco delle profesisoni regolamentate; successivamente andrà esaminata la necessità e proporzionalità delle misure sul fronte dell'ingresso; a inizio 2014 la Commissione divulgherà uno studio sull'impatto economico