LINGUA ITALIANA. CITATI: IMBRUTTITA PER COLPA DI POLITICI E GIORNALISTI. “'DIFENDERLA È PIÙ IMPORTANTE CHE BATTERSI PER L'ARTICOLO 18
Roma, 15 febbraio 2012. Giusti i gridi di allarme per il degrado della lingua italiana, tanto che «battersi in difesa della lingua è più importante che battersi per la abolizione o la difesa dell'articolo 18», e «nel caso dell'italiano assistiamo a un fenomeno singolare», ovvero «la nostra lingua si imbruttisce non per via della sua progressiva povertà, ma del tentativo di ostentare una ricchezza metaforica inesistente», soprattutto da parte di politici e giornalisti. Lo sostiene lo scrittore e critico letterario Pietro Citati in un elzeviro sul Corriere della Sera. «Un uomo politico o un giornalista televisivo non dicono più -esemplifica Citati- che bisogna togliere la fiducia in Parlamento a Berlusconi o a Monti, ma che si deve togliere la spina a Berlusconi o a Monti. È una metafora sinistra, perchè allude al distacco del respiratore che tiene in vita un moribondo: episodio di cui molto si è parlato al tempo del caso Englaro». «Meno sinistra, ma non meno ridicola è l'espressione Berlusconi o Bersani devono fare un passo indietro, che esprime con un'immagine una semplice riserva politica. Nei due casi -aggiunge Citati- assistiamo al tentativo grottesco di dare fantasia, inventività ed espressività a una lingua impoverita e cadaverica. Il gergo politico è pieno di queste metafore oziose che rendono incomprensibile a uno straniero l'ascolto della nostra televisione o la lettura dei nostri quotidiani». (Adnkronos)
|