Home     Scrivimi     Cercadocumenti     Chi è     Link     Login  

Cerca documenti
Cerca:
in:


Documenti
Attualità
Carte deontologiche
CASAGIT
Corte di Strasburgo
Deontologia e privacy
Dibattiti, studi e saggi
Diritto di cronaca
Dispensa telematica per l’esame di giornalista
Editoria-Web
FNSI-Giornalismo dipendente
Giornalismo-Giurisprudenza
I fatti della vita
  » INPGI 1 e 2
Lavoro. Leggi e contratti
Lettere
Ordine giornalisti
Premi
Recensioni
Riforma professione
Scuole di Giornalismo e Università
Sentenze
Storia
Tesi di laurea
TV-Radio
Unione europea - Professioni
  INPGI 1 e 2
Stampa

Inchiesta del Sole 24 Ore
“Mattone a dieta nelle
Casse private”. Le criticità
dell’Inpgi previste dopo il 2026:
l’Istituto entro il 30 giugno
presenterà il piano per
ristabilire l’equilibrio del
rapporto tra contributi
e prestazioni. Allo studio
tre provvedimenti mirati.

Comunicato 24/11/2010 dell’Inpgi: “Il Consiglio di amministrazione, in sede di approvazione del documento attuariale, ravvisando la necessità di assumere nell’arco di qualche mese provvedimenti atti a ristabilire l’equilibrio del rapporto tra contributi e prestazioni, ha assunto l’impegno di adottare le idonee misure, anche sulla base degli incontri e delle eventuali determinazioni delle Parti sociali, entro il 30 giugno 2011. Le ipotesi da approfondire per fare fronte allo squilibrio, di concerto con le Parti sociali, sono un progressivo aumento delle aliquote contributive a carico degli editori, un graduale innalzamento dell’età pensionabile delle donne, la concessione di sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato”. IN CODA i tre articoli del quotidiano economico/normativo sulle Casse private.

nota di Franco Abruzzo

Milano, 29 aprile 2011. Tre giornalisti del Sole 24 Ore, specialisti della materia, hanno analizzato, nell’edizione di ieri, la situazione degli investimenti immobiliari delle singole casse di previdenza private: un patrimonio valutato intorno ai 10 miliardi di euro, valore riferito però alle risultanze di bilancio o, nella migliore delle ipotesi, rivalutato a 10 anni fa. Emerge che la redditività netta per quanto riguarda l’Inpgi sia del 2,04% per il residenziale e del 3,95 per gli uffici (un dato qeust’ultimo che è il migliore tra le tutte le casse). Si legge che Tra gli enti con il fiato più corto ci sarebbero l'Inpgi (l'ente dei giornalisti), l'Enpam (quello dei medici), Cipag (la Cassa geometri), la Cassa ragionieri e quella dei consulenti del lavoro”. Ai  redattori è sfuggito che l’Inpgi sta lavorando da mesi sulle misure per ristabilire l’equilibrio del rapporto tra contributi e prestazioni. I provvedimenti sono tre: un progressivo aumento delle aliquote contributive a carico degli editori, un graduale innalzamento dell’età pensionabile delle donne, la concessione di sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato. L’argomento relativo all’aumento delle aliquote contributive è al centro delle trattative in corso tra Fnsi e Fieg sul rinnovo del secondo biennio eocnomico del Cnlg. Sarebbe stato raggiunto un accordo di massimo: le aliquote aumenteranno di un punto percentuale subito e poi di altri due punti nel 2013 e nel 2015.


Un comunicato 24/11/2010 fotografa la situazione dell’Inpgi e annuncia le misure per salvaguardarne il futuro. Il titolo recita: “Ratificato l’assestamento al bilancio 2010 e il preventivo 2011: atteso un avanzo di 61,5 milioni”. Questo il testo (in http://www.inpgi.it/?q=node/859).


Si chiude con un avanzo stimato di 61,5 milioni di euro il bilancio assestato dell’Inpgi per l’esercizio 2010. Oggi il Consiglio generale dell’Istituto ha ratificato l’assestamento al bilancio di previsione per il 2010 e il bilancio preventivo del 2011. Sul risultato dell’assestato pesa in maniera più che rilevante la situazione economica del mercato editoriale che sta attraversando una pesante crisi economica e finanziaria e che ha influenzato in senso negativo le dinamiche occupazionali del settore. La conseguenza è la distanza, rispetto all’avanzo con il quale si è chiuso il bilancio consuntivo 2009, che è stato pari a 94 milioni di euro. L’analisi dei dati evidenzia immediatamente una contrazione sulla media dei rapporti di lavoro che sono diminuiti di 267 unità. Prendendo in considerazione i soli rapporti regolati dal contratto Fieg/Fnsi, il cui saldo negativo tra il raffronto fra le due annualità è di 475 unità, è evidente la crescita del numero dei rapporti regolati da contratti diversi, a significare una progressiva modificazione della composizione della platea degli iscritti con una presenza sempre crescente di giornalisti che operano in settori esterni a quello tipicamente editoriale, che però non riesce a compensare la diminuzione dei rapporti di lavoro complessivi. Nella gestione previdenziale il rapporto tra la spesa per prestazioni e le entrate contributive determina una forbice che dall’86,29% del 2009 passa all’89,77% del 2010. In sostanza, il volume della spesa per prestazioni cresce in misura maggiore del volume delle entrate contributive, sia sotto il profilo del numero delle prestazioni pensionistiche (che da  4.485 del 2009 passano a 4.888 del 2010 con un più 8,98%) sia sotto il profilo della relativa spesa (che da 346,4 milioni del 2009 passa  a 369,5 milioni del 2010 con un più 6,67%). Anche la spesa per ammortizzatori sociali, conseguente agli stati di crisi, è stimata attorno ai 15 milioni di euro. Risultati positivi si registrano nella gestione patrimoniale, con un rendimento degli investimenti mobiliari stimato prudenzialmente attorno al 5% netto, valore che molto presumibilmente sarà confermato, se non superato, in sede di consuntivo. Positivo anche il dato relativo al rendimento del patrimonio immobiliare il cui introito è stimato con un aumento del  3,96% a fronte dell’incremento registrato a consuntivo 2009 che è stato pari al 2,68%.
A latere dell’esame e  ratifica dei bilanci contabili il Consiglio generale ha discusso a lungo anche sulle risultanze del bilancio tecnico attuariale, approvato dal Consiglio di amministrazione lo scorso 10 novembre e che, così come prescritto dalla legge, l’Inpgi dovrà presentare ai Ministeri vigilanti – assieme a tutte le Casse privatizzate – entro il prossimo 30 novembre. Dal bilancio tecnico al 31.12.2009 redatto dall’attuario dell’Istituto emerge chiaramente uno squilibrio tra entrate per  contributi e uscite per prestazioni a  partire dal 2026, con riferimento al valore di mercato del patrimonio. Il Consiglio di amministrazione, in sede di approvazione del documento attuariale, ravvisando la necessità di assumere nell’arco di qualche mese provvedimenti atti a ristabilire l’equilibrio del rapporto tra contributi e prestazioni, ha assunto l’impegno di adottare le idonee misure, anche sulla base degli incontri e delle eventuali determinazioni delle Parti sociali, entro il 30 giugno 2011.
Le ipotesi da approfondire per fare fronte allo squilibrio, di concerto con le Parti sociali, sono un progressivo aumento delle aliquote contributive a carico degli editori, un graduale innalzamento dell’età pensionabile delle donne e la concessione di sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato. Temi che andranno approfonditi ed eventualmente arricchiti nei prossimi mesi.
Al termine della riunione odierna del Consiglio generale si sono riuniti presso la sede dell’Inpgi, i rappresentanti della Fnsi e della Fieg e sono stati siglati due importanti accordi; il primo riguarda la liquidazione dell’indennità ex fissa e il secondo lo sgravio contributivo di circa un punto percentuale per le aziende editoriali, contenuto nell’accordo sul Welfare del 20 ottobre 2007, ma ancora non reso  esecutivo dal Governo.
Per quanto riguarda il primo accordo, a seguito del progressivo aggravarsi dello stato di crisi del settore l’andamento della gestione del Fondo integrativo di previdenza (ex-fissa) ha subito effetti negativi con la conseguenza che, ad  oggi, sono in attesa di liquidazione 564 colleghi, per un importo complessivo di circa 46,6 milioni  di euro più gli interessi. A fronte dell’esigenza ravvisata dalle Parti Sociali di individuare interventi finalizzati alla riduzione dei tempi di attesa per l’effettiva liquidazione delle prestazioni (per ottenere l’indennità, allo stato attuale,  i colleghi dovranno aspettare circa  cinque anni) l’Inpgi ha dato la propria disponibilità ad anticipare al Fondo integrativo 37 milioni di euro, che dovranno essere restituiti dalle aziende in un arco temporale di dieci anni al tasso di interesse del 4,60%. Le Aziende (esclusa la Rai – Radiotelevisione Italiana che versa in un fondo a gestione separata) verseranno all’inpgi a titolo di addizionale contributiva straordinaria un’aliquota dello 0,35% sulle retribuzioni mensili dei giornalisti L’accordo dovrà ora essere recepito in una delibera del Consiglio di amministrazione e trasmesso ai Ministeri vigilanti per la necessaria approvazione. Subito dopo l’approvazione l’Inpgi erogherà la prima tranche della somma pari a 18,5 milioni euro, la successiva, di pari importo, sarà erogata all’inizio del successivo anno di esercizio.
Il secondo accordo deriva da una questione rimasta aperta da anni. Il Governo, infatti, con un documento del 20 settembre 2007 del Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale “sul lavoro e previdenza dei Giornalisti”, aveva assunto uno specifico impegno in merito alla concessione, anche alle aziende editrici, degli  sgravi per i giornalisti dipendenti. Tale impegno, ad oggi, non ha ancora trovato attuazione. Con l’accordo siglato oggi la Federazione Italiana Editori Giornalisti e Federazione Nazionale della Stampa Italiana – in esercizio delle determinazioni previste dal Decreto legislativo n. 509/94 – convengono di elevare l’aliquota previdenziale a carico degli editori in misura pari all’eventuale sgravio concesso.
“Gli accordi firmati oggi – afferma il Presidente Andrea Camporese – sono importanti perché inquadrati in un clima di fattiva collaborazione per la tenuta del sistema in un momento di grave crisi del settore. L’inpgi resta un Istituto sano, ma deve fare i conti con proiezioni che impongono interventi. Le prestazioni non possono essere tagliate, dopo la responsabile riforma messa in atto nel 2006, mentre si può agire con equilibrio e gradualità su altri fronti. La sostenibilità di lungo periodo è anche tenuta del mercato del lavoro e crescita dei contratti. Attraverso una responsabilità condivisa tra Inpgi, Fnsi e Fieg possono essere colti obbiettivi virtuosi”.  
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx


Gli articoli pubblicati da Il Sole 24 Ore  il 28/4/2011


1. Bilanci tecnici


Controlli «ai raggi X»


senza messa in mora


MILANO. Controllo incrociato sui patrimoni immobiliari e sui bilanci tecnici "a visione trentennale" delle Casse di previdenza professionali. Lo scorso 23 marzo la Commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali, guidata da Giorgio Jannone, ha avviato l'indagine conoscitiva sulla gestione del patrimonio immobiliare (si veda «Il Sole 24 Ore» del 24 marzo). Già sentiti Inpdap ed Enasarco. Il prossimo incontro è fissato mercoledì 4 maggio con la Cassa del notariato.


Intanto, il ministero del l'Economia, tramite la Ragioneria generale, ha ultimato l'esame dei bilanci tecnico-attuariali per valutare la sostenibilità degli Istituti a 30 anni. Tra gli enti con il fiato più corto ci sarebbero l'Inpgi (l'ente dei giornalisti), l'Enpam (quello dei medici), Cipag (la Cassa geometri), la Cassa ragionieri e quella dei consulenti del lavoro. L'attenzione sulla tenuta dei conti è una priorità del ministero di Tremonti – spiegano da Via XX Settembre – così come sulla redditività degli investimenti (mobiliari e immobiliari). Tuttavia non esiste alcuna messa in mora formale dei due ministeri vigilanti (Economia, appunto, e Lavoro) nei confronti degli enti con maggiori criticità».


«Ogni anno – ha spiegato Francesco Verbaro, segretario generale del ministero del Lavoro – i singoli enti ricevono una comunicazione sui risultati delle analisi di bilancio, sulle criticità rilevate dai dicasteri e indicazioni sugli indirizzi da seguire. Ma i ministeri non possono obbligare le Casse a fare le riforme (benché auspicate), imporre scelte di merito, né mettere in mora i vertici delle Casse».


«La Cassa ragionieri – ha spiegato il presidente, Paolo Saltarelli – ha incontrato i vertici del dicastero del Lavoro lo scorso 19 marzo e di fronte a un deterioramento della nostra sostenibilità nel bilancio tecnico presentato a dicembre abbiamo esposto – con una previsione di fondo chiuso – le nostre proposte di correttivi. Stiamo già lavorando per correggere la situazione. Non vedo intenti "punitivi" dei ministeri nei confronti delle Casse».


…………………………….


2. Enti previdenziali. Il valore di libro degli investimenti è di 10 miliardi ma l'ultima rivalutazione è stata fatta tra i dieci e i quindici anni fa


Mattone a dieta nelle Casse private


Dismissioni già in corso per l'Enasarco - Ragionieri verso la gara a evidenza pubblica - INIZIATIVE AVVIATE - L'Istituto dei rappresentanti ha già avviato l'operazione per alleggerire di un terzo il patrimonio: agli inquilini 60 giorni per decidere - VENDITE MIRATE - La strategia dei giornalisti mira a vendere le proprietà situate fuori Roma e Milano in un'ottica di maggiore efficienza territoriale


 


di Laura Cavestri e Federica Micardi


Un patrimonio valutato intorno ai 10 miliardi di euro. È questa la cassaforte immobiliare degli enti di previdenza private. Stiamo però parlando del valore di bilancio, rivalutato, quando va bene, 10 anni fa. Quindi la cifra è in difetto: di quanto, dipende dalla tipologia di case, negozi, uffici e capannoni di proprietà. I rendimenti, però, non sono molto alti, anche se vanno leggermente meglio di sei anni fa, quando la resa massima non superava il 2,6%.


Parliamo solo degli enti che vantano una storia piuttosto lunga, e che sono stati privatizzati con il decreto legislativo 509 del 1994. Le cosiddette "nuove Casse", infatti, istituite ex novo con il Dlgs 103 del 1996 non vanno oltre l'1,8% di patrimonio immobiliare sul totale degli investimenti. Del resto la scelta del mattone ha un andamento diversificato tra le diverse Casse, c'è chi si tiene intorno al 10% come la Cassa forense, e chi addirittura si pone al di sotto di questa percentuale, strada seguita dalla Cassa dei dottori commercialisti (7%).


Dai bilanci 2009 emerge che diversi enti hanno immobilizzato circa il 20% del patrimonio, tra questi: consulenti del lavoro (20%), farmacisti (18,8%), geometri (23%), ingegneri e architetti (23%). Un solo ente si attesta intorno al 30%, si tratta dell'Enpam (medici), che vanta un patrimonio immobiliare a bilancio di due miliardi e mezzo di euro. Due, infine, sono le Casse che hanno il patrimonio diviso in egual misura tra beni mobili e immobili, Enasarco (agenti e rappresentanti di commercio) e Inpgi (giornalisti).


Enasarco vanta il più alto patrimonio immobiliare in assoluto, pari a tre miliardi di euro. Le cose, però, sono destinate a cambiare. L'obiettivo dell'ente è la dismissione totale. Un'operazione che è stata annunciata già due anni fa, nota come Progetto Mercurio, e che riguarda 17mila appartamenti. Sono partite due mesi fa le prime 500 lettere agli inquilini. «La risposta è stata decisamente al di sopra delle aspettative - dicono all'ente - con un'adesione media dal 92 al 94% a seconda degli stabili, con due eccellenze che hanno registrato il 100% degli assensi».


Nel piano di dismissione approvato il 18 settembre 2008 dal consiglio di amministrazione l'invenduto era stato stimato intorno al 30 per cento. Altre 400 lettere soni state spedite il mese scorso, e tra un mese si saprà quanti inquilini decideranno di diventare proprietari; una volta ricevuta la proposta di acquisto, infatti, hanno 60 giorni di tempo per decidere.


Dismissioni in arrivo anche nella Cassa ragionieri, che sta studiando la possibilità di fare una gara europea ad evidenza pubblica. L'idea piace al Consiglio di amministrazione e aspetta solo il parere dei consiglieri delegati. La riserva sarà sciolta entro l'estate, per poter raggiungere l'obiettivo di dismettere entro l'anno un terzo degli immobili, per un controvalore di 166 milioni. Il residenziale che i ragionieri vogliono mettere sul mercato è composto da 38 fabbricati, per un totale di 16mila appartamenti; valore a bilancio 170milioni, resa stimata 570milioni.


Diversa la strategia dell'Inpgi, l'ente di previdenza dei giornalisti. Mesi fa è stata avviata una piccola dismissione, che riguarda una cinquantina di immobili (di cui la metà disabitati), per un valore di 28 milioni di euro. I cespiti da dismettere si trovano fuori da Roma e Milano, città dove l'ente ha concentrato le sue proprietà. La decisione di vendere è stata prese in un'ottica di maggior efficienza "territoriale. «L'equilibrio ideale cui dovremmo aspirare secondo gli advisor - spiega il presidente Andrea Camporese - è di un 30% di patrimonio immobiliare, pensiamo di arrivarci in modo graduale nell'arco di qualche lustro». Non finirà nel mattone, quindi, l'avanzo del bilancio 2010, stimato in 60 milioni di euro ma, conti alla mano, pari a 68 milioni.


………………………………….. 


3. Le politiche di gestione. Dall'analisi dei dati emerge un quadro preoccupante e qualche possibile soluzione


La redditività è sempre bassa, vince chi punta su canoni concordati


 


di Saverio Fossati


Cattivi gestori quasi sempre. Con punte di redditività passabile e inspiegabili scelte antieconomiche. Il quadro che emerge dai dati forniti dalle Casse sul loro patrimonio immobiliare è preoccupante ma consente di intravedere soluzioni plausibili. Una premessa: i calcoli sono stati fatti sulla base dell''ultima rivalutazione, che si è svolta tra 10 e 16 anni fa. Quindi, volendo attualizzare le stime, bisogna considerare che le attuali percentuali di redditività sono sovrastimate, dovendo i canoni confrontarsi con immobili che in realtà valgono, in media, dal 34% (negozi) al 50% (case e uffici) in più. Va tuttavia considerato che la gestione di un grande patrimonio di vecchia data non può mai essere particolarmente dinamica.


Anzitutto emerge una pattuglia che vanta una redditività netta (da tasse e spese) media intorno al 3 per cento, che si avvicina a una performance accettabile. Si tratta di infermieri, giornalisti e farmacisti. Oltretutto i farmacisti hanno un grande patrimonio abitativo (l'80% del totale) e la percentuale di quello affittato a canone concordato è elevata: il 70%. I segreti sembrano essere due: il risparmio fiscale sui canoni concordati, anche a fronte di una politica evidentemente attenta sulle manutenzioni, visto che, sottratte le tasse e il netto, resta una percentuale di spese abbastanza elevata, pari al 2,60 per cento (ma ci sono anche le rivalutazioni); e aver puntato su immobili decenti, dismettendo quelli disastrati. Inoltre, per il canone concordato è stata scelta sistematicamente la «fascia» più alta.


Una politica diversa quella degli infermieri, ordine però giovane e proprietario di soli immobili per uffici (di cui uno è la sede), un po' sotto la redditività lorda media ma che deve la performance anche all'assenza quasi totale di spese di manutenzione.


Anche i giornalisti hanno segnato un minimo miglioramento, la politica di acquisizioni a Milano Porta Nuova e Roma Tiburtina indica che sta maturando un orientamento più serio. Ma sulle dismissioni si segna ancora il passo.


La grande massa degli altri patrimoni viaggia invece sotto il 2 per cento, ad eccezione dei notai (2,1%), anche perché c'è un dato interessante: indipendentente dalla percentuale di uffici posseduta, che segna performance quasi uguali a quelle del residenziale, con la sola eccezione di Enasarco e Inpgi, la redditività netta finale è sempre deludente.


Questo pone in evidenza un problema strutturale di gestione del patrimonio: nonostante la diversificazione degli investimenti e le differenti scelte e pesi fiscali, l'unica strada percorsa con qualche certezza di buoni risultati sembra essere quella dei farmacisti. Ma loro, evidentemente, sono partiti per tempo.


 


 


xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx


Tutte le vicende dell’Inpgi dal 2009 ad oggi in


http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=6274


xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx


 


 


 


 


 


 


 


 


 





Editore/proprietario/direttore: Francesco Abruzzo - via XXIV Maggio 1 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) - telefono-fax 022484456 - cell. 3461454018
---------------------------------
Decreto legge n. 63/2012 convertito con la legge 103/2012. Art. 3-bis (Semplificazioni per periodici web di piccole dimensioni): 1. Le testate periodiche realizzate unicamente su supporto informatico e diffuse unicamente per via telematica ovvero on line, i cui editori non abbiano fatto domanda di provvidenze, contributi o agevolazioni pubbliche e che conseguano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100.000 euro, non sono soggette agli obblighi stabiliti dall'articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, dall'articolo 1 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, e dall'articolo 16 della legge 7 marzo 2001, n. 62, e ad esse non si applicano le disposizioni di cui alla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 666/08/CONS del 26 novembre 2008, e successive modificazioni. 2. Ai fini del comma 1 per ricavi annui da attività editoriale si intendono i ricavi derivanti da abbonamenti e vendita in qualsiasi forma, ivi compresa l'offerta di singoli contenuti a pagamento, da pubblicità e sponsorizzazioni, da contratti e convenzioni con soggetti pubblici e privati.
---------------------------------
Provider-distributore: Aruba.it SpA (www.aruba.it) - piazza Garibaldi 8 / 52010 Soci (AR) - Anno XV Copyright � 2003

Realizzazione ANT di Piccinno John Malcolm - antconsultant@gmail.com