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L'Inpgi maltratta i suoi iscritti con i capelli bianchi. Rifatti i cedolini di marzo e aprile, mentre i cedolini del mese di maggio, con il primo prelievo forzoso sulle pensioni, non corrispondono alle somme accreditate sui conti correnti. L'accredito è leggermente inferiore. I conti tornano, ma è un pasticcio senza logica destinato inevitabilmente a creare disorientamento. Non avvisare i pensionati con una spiegazione anticipata è, invece, arroganza allo stato puro. La trasparenza è una parola scritta sull'acqua.
di Salvatore Rotondo
3.5.2017 - Cari colleghi, i cedolini del mese di maggio, con il primo prelievo forzoso sulle pensioni, non corrispondono alle somme accreditate sui nostri conti correnti. L'accredito è leggermente inferiore. Non si tratta di una svista ma di un atto di pura arroganza. Cerco di spiegare la ragione dell'accredito inferiore, ma vi avviso che non è facile perché la metodologia utilizzata dall'Inpgi è assurda, seppur matematicamente corretta. L'Istituto ha applicato con due mesi di ritardo, a maggio, il primo prelievo forzoso sulle pensioni dividendo la quota, che avrebbe dovuto tagliare a marzo ed aprile, in dieci rate. Le prime due rate sono state retroattivamente inserite nei cedolini di marzo e aprile e contabilizzate sull'accredito di maggio. La conseguenza è che la somma indicata nel cedolino di maggio e la somma accreditata in banca non coincidono. Fidatevi, i conti tornano, ma è un pasticcio senza logica destinato inevitabilmente a creare disorientamento. Non avvisare i pensionati con una spiegazione anticipata è invece arroganza allo stato puro. Ma il punto, lo sappiamo, non è come ci scippano, il punto è che ci scippano. E non lasceremo che lo facciano impunemente. Sul ricorso al Tar e sulla raccolta dei fondi necessari presto i colleghi che se ne stanno occupando invieranno una nota aggiornata ai tanti che hanno contribuito alla colletta. Lo sforzo organizzativo - incontrare e concordare i termini del ricorso con gli avvocati, contattare via mail i 1.162 che ad ottobre avevano firmato l'appello ai ministri, compilare gli elenchi di chi annuncia di aver fatto il bonifico o di essere in procinto di farlo, verificare gli accrediti già avvenuti, tener conto dei consigli utili e ringraziare anche per quelli superflui - è uno sforzo che non riesco neppure ad immaginare. Dobbiamo essere grati a chi se ne è fatto carico. Ed avere la pazienza di aspettare le notizie che presto arriveranno.
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