Home     Scrivimi     Cercadocumenti     Chi è     Link     Login  

Cerca documenti
Cerca:
in:


Documenti
Attualità
Carte deontologiche
CASAGIT
Corte di Strasburgo
Deontologia e privacy
Dibattiti, studi e saggi
Diritto di cronaca
Dispensa telematica per l’esame di giornalista
Editoria-Web
FNSI-Giornalismo dipendente
Giornalismo-Giurisprudenza
  » I fatti della vita
INPGI 1 e 2
Lavoro. Leggi e contratti
Lettere
Ordine giornalisti
Premi
Recensioni
Riforma professione
Scuole di Giornalismo e Università
Sentenze
Storia
Tesi di laurea
TV-Radio
Unione europea - Professioni
  I fatti della vita
Stampa

Enti di previdenza: nell'ultima proposta di riforma del comparto anche l'apertura ai professionisti senz'albo. M5S predica il ritorno al pubblico. Cesare Damiano propone l'istituzione di un fondo di garanzia finanziato dalle stesse Casse al fine di assicurare stabilità finanziaria e certezza dei trattamenti previdenziali. Altra innovazione riguarda gli accorpamenti fra enti per creare delle economie di scala.

di Bruno Fioretti/di ItaliaOggiSette


27.2.2017 - L'ultima iniziativa legislativa in materia di previdenza dei professionisti, il cui iter non è ancora partito, è stata quella che ha avuto maggiore notorietà. Sia per il primo firmatario, Titti Di Salvo (Pd), componente della Bicamerale di controllo enti gestori, che a lungo si è occupata di indagare sul pianeta della previdenza dei professionisti. Sia perché il testo apre le porte delle Casse esistenti ai professionisti non iscritti agli albi e recentemente, con la legge 4/2013, regolamentati e soprattutto perché «chiede» di accorpare entro cinque anni 10 dei 21 enti privatizzati/privati. Ma l' interesse a riformare questo comparto non è nuovo. Oltre alla prassi ormai consolidata di intervenire su questa materia con la legge di bilancio ogni fine anno, infatti, in Parlamento nel corso della legislatura sono state presentate almeno altre due proposte di legge altrettanto incisive, seppur sotto punti di vista differenti: l' iniziativa a firma di Cesare Damiano (Pd) presentata il 3 giugno 2013 e quella a firma di Roberta Lombardi (Movimento 5 Stelle) e altri presentata il 14 giugno 2016. Nel primo caso si punta a valorizzare l'esperienza maturata nel tempo dal sistema previdenziale privato mentre nel secondo si mira a ripubblicizzare le Casse. Entrambe le proposte sono state assegnate alla commissione lavoro della camera, ma mai calendarizzate.
Valorizzare l' esperienza. L' atto camera 1132 è stato il primo a essere presentato, all'indomani delle ultime elezioni politiche. Cesare Damiano, già ministro del lavoro, recupera le linee guida contenute nel «Memorandum» sottoscritto l' 8 aprile 2008 con l' Associazione degli enti previdenziali privati (Adepp) e frutto di una lunga interlocuzione con i rappresentanti degli enti. La proposta di legge, fra le altre cose, affronta la questione fiscale per superare l'attuale sistema che prevede un'esenzione dei contributi versati, una tassazione dei redditi di capitale accumulati in capo alle Casse stesse e una tassazione delle prestazioni erogate (Ett). Si determina così, si legge nel testo, «una doppia tassazione in capo agli iscritti nonché una disparità di trattamento, in quanto la tassazione sui rendimenti avviene con le aliquote proprie dei singoli strumenti che vengono utilizzati per l' impiego delle risorse. Si propone pertanto di realizzare, almeno in una prima fase, un' equiparazione con il sistema di tassazione della previdenza complementare, anch' essa gestita da organismi di natura privata. Tale soluzione appare, peraltro, avvalorata dal fatto che le Casse si trovano a gestire forme obbligatorie di previdenza». Damiano, inoltre, propone l' istituzione di un fondo di garanzia finanziato dalle stesse Casse al fine di assicurare stabilità finanziaria e certezza dei trattamenti previdenziali. Altra innovazione, da tempo a cuore del dibattito politico, riguarda gli accorpamenti fra enti per creare delle economie di scala. La pdl Damiano prevede la conferma della previsione normativa contenuta nel comma 36 dell' art. 1 della legge n. 243 del 2004: accorpamenti possibili su base esclusivamente volontaria, per determinazione congiunta delle casse stesse, prevedendo altresì la possibilità di inclusione di altre categorie professionali, prive di protezione previdenziale pensionistica.
Tornare nel pubblico. 'atto camera 3673 della prima firmataria pentastellata Roberta Lombardi punta sul ritorno nella gestione pubblica della previdenza dei professionisti.
«La libertà di gestione del patrimonio», si legge sulla proposta di legge, «ha prodotto effetti disastrosi per la maggior parte degli enti di previdenza, i quali si sono lanciati in investimenti tanto rischiosi da creare preoccupanti passivi di bilancio.
Si è assistito a terremoti giudiziari e contabili dovuti a investimenti spericolati, consulenti in conflitto di interessi, irruzioni di mediatori, gestori, consulenti finanziari, tutti attirati da un tesoro enorme e scarsamente tutelato. Tutto ciò è avvenuto con il denaro versato dai cittadini nella convinzione di accantonare risorse per la vecchiaia, che invece veniva usato per finanziare l' acquisto di immobili, azioni e strumenti finanziari che mettevano a repentaglio le pensioni». Se questa è la diagnosi di una cattiva gestione, per Lombardi la cura non può che essere riportare gli istituti pensionistici da dove sono usciti nel 1994 con la privatizzazione: nel sistema pubblico. Diverse sarebbero le conseguenze, riguardanti la natura del bilancio, il regime dei controlli, l' applicazione della normativa relativa al pubblico impiego (per esempio in materia di revisione della spesa) e alla centralizzazione degli acquisti. L' iniziativa legislativa propone quindi la presenza di un magistrato contabile alle sedute degli organi di amministrazione e di controllo di ciascun ente; l' attribuzione alla Covip delle competenze di carattere regolatorio, ispettivo e sanzionatorio (facendo valere la responsabilità personale degli amministratori); l' accorpamento di casse di previdenza istituite dopo il 1994, suddividendole in tre aree distinte per attività economica; un regime di favore per gli investimenti destinati alla tutela sanitaria, all' accesso al credito agevolato, alle politiche in favore dei giovani e del loro sviluppo professionale; la verifica dell' andamento delle dismissioni immobiliari.
Enti più piccoli da accorpare. La proposta legislativa di Titti Di Salvo punta a valorizzare l' ultima indagine conoscitiva della bicamerale di controllo degli enti gestori di cui fa parte e che, in linea con il passato, in questa legislatura si è molto interessata delle Casse e dei loro investimenti. Si tratta di un testo unificato in materia di enti previdenziali privati ufficializzato qualche giorno fa (si veda ItaliaOggi dell' 11 febbraio 2017).
Il Testo prevede l' esclusione delle Casse dalla normativa relativa agli enti pubblici, fatte salve l' applicazione delle norme del T.u. finalizzate a garantire la trasparenza e la correttezza gestionale. Previsione attesa e sollecitata da tempo. L' iniziativa legislativa mira a rivoluzionare il comparto. L' art. 3, infatti, non solo sbarra la strada a nuovi enti monocategoriali dando la possibilità di accorpare quelli esistenti. Ma apre le porte degli enti esistenti anche alle categorie professionali (privi di un ente specifico e attualmente sotto il tetto della gestione separata dell' Inps insieme ai parasubordinati) non organizzate in ordini e collegi e disciplinati dalla legge 4/13. Di più: «Al fine di consentire il riordino del settore», si legge nel testo, «e di favorire l' accrescimento della solidità economica-finanziaria e lo sviluppo di sinergie gestionali a tutela degli interessi degli iscritti, entro cinque anni dall' entrata in vigore del Tu gli enti di previdenza con iscritti inferiori a 60 mila deliberano l' accorpamento con altri enti, secondo criteri di riunione delle professionalità similari e tra loro professionalmente interconnesse».

















 






Editore/proprietario/direttore: Francesco Abruzzo - via XXIV Maggio 1 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) - telefono-fax 022484456 - cell. 3461454018
---------------------------------
Decreto legge n. 63/2012 convertito con la legge 103/2012. Art. 3-bis (Semplificazioni per periodici web di piccole dimensioni): 1. Le testate periodiche realizzate unicamente su supporto informatico e diffuse unicamente per via telematica ovvero on line, i cui editori non abbiano fatto domanda di provvidenze, contributi o agevolazioni pubbliche e che conseguano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100.000 euro, non sono soggette agli obblighi stabiliti dall'articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, dall'articolo 1 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, e dall'articolo 16 della legge 7 marzo 2001, n. 62, e ad esse non si applicano le disposizioni di cui alla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 666/08/CONS del 26 novembre 2008, e successive modificazioni. 2. Ai fini del comma 1 per ricavi annui da attività editoriale si intendono i ricavi derivanti da abbonamenti e vendita in qualsiasi forma, ivi compresa l'offerta di singoli contenuti a pagamento, da pubblicità e sponsorizzazioni, da contratti e convenzioni con soggetti pubblici e privati.
---------------------------------
Provider-distributore: Aruba.it SpA (www.aruba.it) - piazza Garibaldi 8 / 52010 Soci (AR) - Anno XV Copyright � 2003

Realizzazione ANT di Piccinno John Malcolm - antconsultant@gmail.com