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IL PREMIOLINO 2016. I VINCITORI E LE MOTIVAZIONI.

Milano, 5 maggio 2016 – Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con Il Premiolino, il premio giornalistico più antico e prestigioso d’Italia. La Giuria - composta da Giulio Anselmi, Chiara Beria di Argentine (Presidente), Piero Colaprico (Vicepresidente), Francesco Conforti, Ferruccio de Bortoli, Milena Gabanelli, Giancarlo Galli, Massimo Gramellini, Enrico Gramigna, Enrico Mentana, Alfredo Pratolongo, Donata Righetti, Valeria Sacchi, Beppe Severgnini, Gian Antonio Stella e Carlo Verdelli – ha infatti consegnato ieri sera (4 maggio) a Palazzo Marino, storica sede del Comune di Milano, i premi ai  vincitori  della 56esima edizione. Promosso dalla Fondazione Birra Moretti, Il Premiolino, viene assegnato, da regolamento: ”alle espressioni del giornalismo che si sono particolarmente distinte per varietà e originalità dei contenuti, per pregi professionali e formali e, soprattutto, per la volontà di testimoniare la realtà, impegno primario di ogni giornalista libero, non condizionato da qualsiasi influenza esterna”.  Storico, prestigioso e dunque ambito, Il Premiolino, dal 1960, rappresenta un punto fermo nella storia del giornalismo italiano. Nel corso degli anni, edizione dopo edizione, se lo sono aggiudicato grandi firme come Indro Montanelli, Eugenio Scalfari e Giorgio Bocca, Sergio Zavoli, Pier Paolo Pasolini, Altiero Spinelli, ma anche tanti giovani e nomi meno noti, spesso al lavoro in piccole testate, segnalati per qualità morali e professionali. Ed ecco i nomi dei vincitori e le motivazini.


 


FRANCESCO ZIZOLA – PHOTOREPORTER, NOOR AGENCY


Motivazione: Per il reportage “In the same boat”, la nave di Medici Senza Frontiere che ha salvato migliaia di profughi nel Mediterraneo. Quei volti, quegli sguardi, quei corpi. Con grande sensibilità e compassione, l’obiettivo di Zizola ha restituito dignità a ogni singolo essere in fuga verso la vita. Oltre la cronaca, il reportage è straordinaria testimonianza dell’emergenza umanitaria che deve far riflettere tutti noi.


Nato a Roma nel 1962, ha fotografato le principali crisi e conflitti che si sono succeduti nel mondo negli ultimi 25 anni. Un forte impegno etico e una personale cifra stilistica caratterizzano la sua produzione fotografica. I suoi progetti e gli assignment per numerose testate italiane e internazionali lo hanno portato in tutto il modo, dandogli l'occasione di ritrarre crisi umanitarie spesso rimaste ai margini della notizia.  Francesco ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui dieci World Press Photo e sei Picture of the Year International. Sette sono i libri che ha pubblicato, tra cui il recente "Uno sguardo inadeguato" (2013), "Iraq" (2007) e "Born Somewhere" (2004) dedicato alla condizione dell'infanzia in 27 Paesi del mondo. Nel 2003 Henri Cartier Bresson include una fotografia di Francesco tra le sue 100 preferite. Da questa collezione nasce una mostra, 'Les Choix d'Henri Cartier Bresson' e un libro. Nel 2007 insieme a un gruppo di colleghi, fonda l'agenzia NOOR, la cui sede è ad Amsterdam. Nel 2008 è tra i fondatori del 10b Photography di Roma, un centro polifunzionale dedicato alla fotografia professionale. È stato membro della giuria del World Press Photo per l'edizione 2014. Vive a Roma.


 


ANTONIO GNOLI – LA REPUBBLICA


Motivazione: Per la sapienza e la vivezza con la quale ha descritto numerosi personaggi della cultura italiana. E per aver riportato l’intervista a un suo ruolo nobile e quasi dimenticato: essere  un ritratto autentico dell’intervistato che, guidato da domande mai banali, accetta di essere sincero e di offrire la propria verità.


Antonio Gnoli è nato a Roma, laureato in filosofia negli anni Settanta, svolge la professione di giornalista. È stato a capo delle pagine culturali di “Repubblica”, giornale per con il quale continua a scrivere. Si è occupato di Rilke, Heidegger, Kojève. Ha scritto, con Bruce Chatwin, “La nostalgia dello spazio”. Con Franco Volpi: “I prossimi titani”, conversazioni con Ernst Jünger; “L’ultimo sciamano”; “I filosofi e la vita”.Sono anche state pubblicate le sue conversazioni letterarie con Edoardo Sanguineti e quelle machiavelliane con Gennaro Sasso. Si è occupato di Dos Passos, curando “42° parallelo”. È appena uscito per Laterza “Passo d’uomo”, conversazioni con Francesco De Gregori. Attualmente lavora con Giacomo Rizzolatti a un libro sui neuroni specchio e autismo.


 


FRANCESCA MANNOCCHI – PIAZZAPULITA (LA7)


Motivazione: Una giornalista che si è fatta da sola, che senza mandato di qualche testata, ha investito su se stessa trovandosi le storie da raccontare. È sua una delle più crude documentazioni sulla guerra dello Stato Islamico in Siria.


35 anni, romana, una laurea in storia del cinema. Inizia a lavorare nelle radio private a Roma, poi Report (Rai3), quattro stagioni da inviata per Piazzapulita (La7). Da un anno vive tra Roma e Beirut collaborando con numerose testate italiane e internazionali (Skytg24, Rai3, TgLa7, L'Espresso, Al Jazeera English, Middle East Eye) occupandosi principalmente della guerra civile libica, dell'espansione dell'Isis nel Magreb e dell'emergenza rifugiati siriani in Medio Oriente.


 


MICHELE ALBANESE – IL QUOTIDIANO DEL SUD, ANSA


Motivazione: Cronista de Il Quotidiano del Sud e collaboratore dell’Ansa, da anni con rigore ed estremo coraggio denuncia i fatti di ‘ndrangheta che grazie a omertà e silenzio prosperano nella sua terra. Minacciato anche per aver raccontato l’episodio della processione sotto la finestra di un boss, Albanese vive sotto scorta continuando il suo lavoro e raccontando la Calabria troppo spesso dimenticata dai grandi mass media.


Michele Albanese è un giornalista professionista calabrese. Vive e lavora in provincia di Reggio Calabria. Redattore de Il Quotidiano del Sud e corrispondente dell'Ansa, da quasi due anni vive sotto scorta, dopo che, grazie a un'intercettazione della Polizia, è stato scoperto che alcuni boss della 'ndrangheta stavano progettando di farlo saltare in aria, per i suoi articoli su una sanguinaria cosca della sua zona. Da tantissimi anni scrive di 'ndrangheta ed ha raccontato la metamorfosi della criminalità organizzata calabrese da mafia rurale a mafia imprenditrice fino a diventare oggi leader del traffico di cocaina in Europa. Racconta la sua Calabria con il desiderio di vederla un giorno liberata dalla morsa delle mafie. È sposato ed ha due figlie. E a chi gli chiede perché dopo le minacce continua a vivere nella sua regione e a rischiare ogni giorno continuando a scrivere egli non si stanca mai di ripetere che "la Calabria è la sua terra e non di quelli che la rendono schiava con violenze e soprusi di ogni genere".


 


MARCO IMARISIO – CORRIERE DELLA SERA


Motivazione: Marco Imarisio è un inviato paracadutista. Dove lo butti, si butta. Su ogni terreno, su ogni tema. E torna sempre (sempre) col pezzo in bocca. Di più: se ha perfino un po’ di tempo per scriverlo, quel pezzo è spesso un gran pezzo. L’attacco giusto, i cambi di passo giusti, la chiusa giusta. Notizie, puntualità, qualità: averne…


Marco Imarisio è nato a Milano nel 1967. Inviato del Corriere della Sera, quotidiano per il quale ha seguito i principali avvenimenti degli ultimi 15 anni. Si occupa in prevalenza di cronaca e politica italiana, immigrazione, terrorismo internazionale, ha trascorso lunghi periodi in Iraq, Afghanistan, Kosovo. Nel 2007 ha pubblicato Mal di Scuola (Rizzoli), premio Corrado Alvaro, I giorni della vergogna (2008, Ancora del Mediterraneo), cronaca dell'emergenza rifiuti e dell'anno nero di Napoli, "La ferita. Il sogno infranto dei no-global italiani" (2011, Feltrinelli).


 


MATTEO FRASCHINI KOFFI – AVVENIRE


Motivazione: Cronista coraggioso, è andato a vedere da vicino lo sfruttamento dei braccianti stranieri nelle campagne italiane. Grazie alle origini africane s’è calato fra gli immigrati nel gran ghetto di Rignano nelle Puglie condividendone la vita; poi raccontandone il sistematico sfruttamento in una serie di articoli.


Nato il 10 luglio del 1981 a Lomé, in Togo, uno dei più piccoli stati dell'Africa Occidentale. A dieci mesi viene adottato da una famiglia italiana e inizia la sua vita milanese. Con il sogno di diventare un inviato di guerra, gira per Paesi come i territori occupati della Palestina, Israele, Romania, Sudafrica, Kosovo, Iraq e Tajikistan. A 24 anni torna in Togo. Dopo tre mesi di indagini sulle sue origini africane, decide di trascorrere il resto della sua vita in Africa. Pubblica un'autobiografia intitolata "I 19 giorni di Lomé, Confessioni di un viaggio alla ricerca della propria identità". Come giornalista freelance scrive, fotografa e produce servizi radio e televisivi. Collabora con testate italiane ed estere occupandosi esclusivamente di Africa subsahariana, dove vive fisso dal 2006.


 


PREMIO FONDAZIONE BIRRA MORETTI PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA ALIMENTARE


FEDE & TINTO (FEDERICO QUARANTA E NICOLA PRUDENTE) – RAI RADIO2


Motivazione: Con la conduzione di Decanter, programma cult di Rai Radio2, Fede e Tinto accompagnano gli italiani alla scoperta dei grandi temi dell’enogastronomia e dell'agricoltura, con analisi approfondite e il loro stile ironico e scanzonato. Nel 2015 hanno raccontato EXPO in diretta dall’esposizione universale, arricchendo la diffusione della cultura alimentare del nostro Paese.


Fede & Tinto, ovvero Federico Quaranta, genovese, e Nicola Prudente, pistoiese, conducono da tredici anni “Decanter”, il programma cult di Rai Radio2 dedicato al mondo dell’agricoltura e dell’enogastronomia. Nel 2005 sono anche volti di Rai Uno nel programma “Linea Verde-Orizzonti”, nel 2010 a “Magica Italia” sempre su Rai Uno. Dal 2011 al 2013 su La7, nel road trip “Fuori di Gusto”. Nel 2014 e 2015  Fede è su  Rai Uno a «Linea Verde Orizzonti», all’ «Estate in diretta» e a «Mezzogiorno Italiano, l’estate dell’Expo» mentre Tinto è su Rai Due con «Un pesce di nome tinto» e con «Frigo». Da settembre sono nel cast della «Prova del Cuoco» in qualità giudici. Nel 2015 Fede&Tinto pubblicano con Emons il loro secondo libro «111 vini  italiani che devi proprio assaggiare».


 




 





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