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Iniziato alla Camera il confronto parlamentare. Commissione cultura contraria alla proposta grillina. - Riforma dell'editoria, scontro Pd-M5S. - Dem: fondo unico di aiuti. M5s: abolire i finanziamenti e l'Ordine dei Giornalisti.

di Marco Livi-ItaliaOggi 29.9.2015

È iniziato ieri alla camera il dibattito sulla riforma dell' editoria e le posizioni sono state subito nette: da una parte il Partito democratico propone la creazione di un unico fondo a sostegno del settore e un riordino delle regole per assegnare le risorse pubbliche, dall' altra c' è il Movimento 5 stelle (M5s) che non solo vuole abolire ogni forma di finanziamento ma annuncia anche una nuova proposta di legge per cancellare l' ordine dei giornalisti. A lato del confronto si sono espressi sia la commissione cultura, contraria alla proposta dei pentastellati, sia il governo targato Pd di Matteo Renzi che si è rimesso alla decisione dell' aula, anche se è prevedibile che un emendamento soppressivo metterà uno stop definitivo al progetto del movimento grillino. Il dibattito in materia, comunque, continuerà settimana prossima alla camera.  Già la settimana scorsa sono emerse le due impostazioni differenti, quando il Pd ha avanzato una propria proposta di legge che riassume i lavori portati avanti in questi mesi dal sottosegretario Luca Lotti, risultato anche degli incontri avuti con editori, giornalisti ed edicolanti. Al centro della riforma suggerita c' è l' istituzione del Fondo per il pluralismo e l' innovazione dell' informazione, con una durata quinquennale fino al 2020. Ogni anno i soldi pubblici andranno ripartiti con un decreto della presidenza del consiglio. E in particolare, sul fronte dei contributi diretti, vengono confermati quelli per cooperative giornalistiche ed enti non profit ma sono esclusi gli aiuti a giornali di partito, movimenti politici, sindacali e a periodici tecnici, aziendali o professionali. Per tutti viene previsto l' obbligo di avere un' edizione online, oltre a quella cartacea che non è più obbligatoria.  Alla base della proposta di legge del Pd c' è la convinzione che «il venir meno al sostegno all' informazione, soprattutto locale, quello rappresenterebbe sì un bavaglio all' informazione», ha dichiarato ieri alla camera Roberto Rampi, deputato Pd e relatore a cui la commissione cultura ha dato mandato di riferire negativamente sulla proposta grillina di abolizione del finanziamento pubblico all' editoria.  Rampi ha aggiunto che «il sostegno all' editoria è ancora largamente presente e diffuso nei paesi dell' Unione europea, dove raggiunge nel complesso un livello notevolmente superiore a quello vigente in Italia». Inoltre in Italia, «i grandi giornali d' informazione non sono più destinatari di alcun contributo diretto», ha sottolineato Rampi, «e le 220 testate beneficiarie di contributi pubblici, costituite in prevalenza da cooperative di giornalisti e da quotidiani e periodici editi da imprese facenti capo a fondazioni o enti morali, rappresentano quantitativamente una realtà minoritaria rispetto all' insieme delle testate operanti sul mercato». Al Movimento 5 stelle, comunque, il Pd ha lasciato aperta una finestra formale di dialogo: «Come relatore sono qui per ascoltare il dibattito in aula e per vedere se si riesce a completare il percorso», consentendo che il ddl presentato dal M5s sia abbinato a quello del Pd «in modo da permettere al parlamento di innovare e aggiornare la normativa», ha precisato Rampi ricordando anche le possibili ricadute occupazionali nel settore e più in generale quelle sull' indotto in caso di abolizione completa dei finanziamenti. «Se la volontà fosse solo quella di prendere o lasciare» la proposta presentata dal M5s, «credo che il mio orientamento sarebbe netto nel lasciare», ha concluso Rampi.  Non si è fatta attendere la replica dei grillini all' idea di tornare in commissione per esaminare in modo congiunto l' ipotesi Pd. Risposta arrivata attraverso le parole del deputato Giuseppe Brescia: «È impossibile unificare i testi, abbiamo analizzato la loro proposta ed è incompatibile con la nostra». Quindi, sulla proposta del M5s si andrà alla votazione in aula, anche se la maggioranza dei partiti sembra pronta a votare contro. Del resto, già le forze politiche presenti in commissione cultura hanno espresso il loro voto negativo.


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M5S, Brescia ad Affari: "Ecco perché abolire l' Ordine dei giornalisti". Giuseppe Brescia ha appena annunciato che il M5S presenterà un ddl per abolire l' ordine dei giornalisti. Ad Affaritaliani.it spiega perché "non ha più ragion d' essere". - di Paolo Fiore/affaritaliani.it  - Roma, 29.9.2015. - Non solo finanziamento all' editoria . Il Movimento 5 Stelle proporrà legge per abolire l' Ordine dei giornalisti. Lo ha affermato in aula Giuseppe Brescia , già primo firmatario del ddl sull' aboluzione dei finanziamenti pubblici alla stampa. "Con l' Ordine dei giornalisti - spiega Brescia ad Affaritaliani.it - si stabilisce che 'nessuno può assumere il titolo né esercitare la professione di giornalista se non è iscritto nell' albo professionale' e si ordina il pagamento di una quota annuale al fine di mantenere l' iscrizione all'albo dei giornalisti. Considerato che l' Ordine dei Giornalisti è stato istituito più di 50 anni fa, in momenti storici ben diversi da quello attuale e tenuto conto dell' eccezione che la presenza di tale Ordine in Italia costituisce rispetto agli altri paesi dell' Unione Europea, è obbligatorio chiedersi se i presupposti del suo esistere possano essere effettivamente ritenuti validi". Controllo deontologico e selezione per l' inscrizione: per Brescia tutte le funzioni dell' Ordine possono essere abolite o trasferite . "Una delle funzioni a cui dovrebbe assolvere l' ordine è quella di garante della deontologia professionale dei giornalisti. Noi riteniamo che questo compito possa essere affidato ad esempio all' AGCOM o svolto dagli stessi editori e direttori". La prova di idoneità professionale che i praticanti sono tenuti a sostenere per iscriversi all' Ordine è bollata come sostanzialmente inutile. O comunque poco indicativa. "Non è possibile - continua Brescia - determinare e garantire la professionalità e la preparazione di un giornalista mediante una prova scritta e orale di tecnica e pratica del giornalismo". Quale sarebbe l' alternativa? "Sarebbe senz' altro più opportuno, così come accade negli altri stati europei - risponde il deputato M5S - demandare a editori e direttori di testate il compito di accertare l' idoneità di un giornalista a esercitare la professione in base a determinati criteri di selezione di volta in volta determinati dalle esigenze della redazione". Insomma, secondo Brescia, i giudici ultimi dovrebbero essere azienda e lettore . "L' esistenza di un Ordine dei giornalisti non presuppone automaticamente che vi sia trasparenza nell' informazione o che vengano rispettati gli interessi del lettore a cui va riconosciuta, invece, la capacità di giudicare da un punto di vista etico l' operato di un giornalista, e il diritto di non acquistare o seguire più una determinata testata". "L' Ordine dei Giornalisti - conclude - non ha ragion d' essere". Annunciata in aula poche ore fa, "la proposta di legge sarà depositata già nei prossimi giorni ". Per ora non c' è appoggio dichiarato fuori dal Movimento. Ma, afferma Brescia, "sono sicuro che farà breccia anche in altri gruppi. Alcuni colleghi che vengono dalla storia dei Radicali sposeranno senz' altro questa che è anche una delle loro vecchie battaglie". 





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