22.4.2015 - Riletta giorno dopo giorno sui ritagli dei giornali, la storia perde in prospettiva unitaria, ma ne guadagna in nitore di atmosfere e brillantezza di particolari. C'è in ogni raccolta di articoli un tratto imprescindibile di soggettività: si sceglie di conservare questo o quel frammento, lo si classifica sotto questa o quella voce. Necessariamente arbitrarie si affermano le logiche di selezione e catalogazione, ma a lungo andare una mano invisibile stabilisce un metodo, un ritmo, un codice, e alla fine è come se uno spontaneo e misterioso congegno guidasse l'incessante lavoro degli occhi, della testa e delle forbici.
Così prende vita e si sviluppa una specie di archeologia del presente. Sono scavi per lo più istantanei e di superficie. E tuttavia anche in questo caso lo scorrere del tempo fa sì che i reperti, disposti in sequenza uno sull'altro, uno dopo l'altro, uno a dar conto dell'altro, acquistino il valore di preziose testimonianze. Da coriandoli, si trasfigurano in tessere di un mosaico. E chi li ha scelti e ordinati finisce per convincersi – magari s'illude - che questa imponente collezione di storie, argomenti e personaggi, questo giacimento di passaggi e di strettoie, di drammi e di commedie, di glorie e magagne rechi in sé non solo la lezione del passato, ma pure qualche barlume di futuro. Tutto ciò un archivio mette dunque a disposizione; tutto ciò offre in dono perché la storia, la memoria e la conoscenza abbiano la massima condivisione possibile.
Il Fondo Filippo Ceccarelli contiene articoli di quotidiani e rotocalchi, dispacci d'agenzia, rassegne stampa, opuscoli, atti parlamentari, atti giudiziari e di convegni, appunti dal vivo, bozze di libri mai usciti, corrispondenze, immagini e altri materiali di interesse giornalistico. Si è sviluppato in un arco di tempo che dalla metà degli anni 70 arriva al 31 dicembre 2014, e nel corso di un quarantennio si è via via arricchito di contributi e lasciti di amici e colleghi (Stefano Brusadelli, Pino Buongiorno, Barbara Palombelli, Sandro Parone e altri). Nel suo insieme il fondo è diviso in tre parti distribuendosi in 334 raccoglitori per un totale di 1483 cartelline. La prima parte (fascicoli dal n.1 al 283bis) raccoglie 42 macro-argomenti destinati a coprire l'attualità politica e i suoi sempre più multiformi sviluppi lungo un orizzonte che, seguendo denominazioni entrate prima nel senso comune che nella storiografia, delineano buona parte della Prima Repubblica, la totalità della Seconda e forse – anche se è presto per dirlo – un pezzetto della Terza.
Di ogni cartellina è indicato l'argomento e, ove necessario, anche i termini cronologici di riferimento. In linea di massima la distribuzione dei ritagli è ordinata all'interno di ogni cartellina secondo un ordine decrescente. Nelle cartelline che raccolgono più anni, un ritaglio di maggiore ampiezza contiene a mo' di sacca l'insieme degli articoli che si riferiscono a un anno o all'altro. La seconda parte del fondo (fascicoli dal 284 al 322) riunisce materiali di documentazione utilizzati per la stesura di studi e monografie sulla crescente importanza del corpo (sesso, cibo) nell'odierna vicenda pubblica; altre pubblicazioni connesse alla realizzazione di programmi televisivi (“C'era una volta la Prima Repubblica” di Sergio Zavoli e alcuni approfondimenti drammaturgici per “Report” di Milena Gabanelli); poi collezioni di note politiche (le “veline” di Vittorio Orefice), di agenzie parlamentari (“Tac”, “Agenzia Repubblica”) e di rotocalchi (“TuttoLazio” e “Sole delle Alpi”). A questo secondo comparto del fondo appartiene anche la rassegna stampa completa pubblicata a cura del Ministero dell'Interno nei 54 giorni del rapimento Moro e una documentazione su un progetto di istituzione di una festa per le vittime del terrorismo (Fondo Giancarlo Calidori-Anna Di Vittorio). La terza parte (fascicoli dal 323 al 334) accoglie infine gli articoli scritti da Filippo Ceccarelli e pubblicati da La Stampa, la Repubblica e il venerdi di Repubblica tra il 1990 e il 2014.
Per quanto animata dalle migliori intenzioni, oltre che da una passione che nel corso di un quarantennio si è costantemente misurata con la più quotidiana e disciplinata metodicità, la raccolta risponde a esigenze quasi esclusivamente giornalistiche.
Pare superfluo sottolineare quanto la recente vicenda politica sia stata condizionata da processi di personalizzazione e spettacolarizzazione mediatica. Anche questo spiega come l'inventario, tanto più utile quanto più disponibile in tempi rapidi e talvolta anche sotto la pressione degli eventi, riecheggi formule lessicali in uso nelle redazioni; e al tempo stesso si concentri su problemi tuttora ben lungi dall'essere stati risolti, così come su figure di uomini e donne della politica molto spesso ancora in attività.
Allo stesso modo, come appare dalla selva di cancellature, riscritture e aggiunte impresse sulla superficie dei raccoglitori e delle cartelline, l'ordine generale tiene conto di continui versamenti, travasi, spostamenti e integrazioni. Tutto si è cercato di accompagnare e sistemare con la massima cura e con la speranza che l'entusiasmo abbia compensato la mancanza di specifica competenza documentaria. Nella sua interezza il Fondo rispecchia, ben oltre l' originaria ispirazione professionale, le profonde trasformazioni del sistema politico e quelle del giornalismo che ne ha trasmesso e raccontato le vicissitudini.
Un po' forse, come si nota dal suo aspetto esteriore, riflette anche i mutamenti della cancelleria che dagli antiquati raccoglitori degli studi legali, attraverso l'uniforme cartone color ocra, giungono alla plastica policroma - quando già avanzavano i processi di smaterializzazione e i vecchi archivi stavano per essere soppiantati dall'elettronica. Senza retorica né malinconia si affida dunque quest'ultima storia di carta a quanti credono che il passato, pure nelle sue mutevoli forme, ha sempre qualcosa di vivo da insegnare; e che comunque la memoria va incoraggiata, coltivata e protetta come un autentico dovere da istituzioni intelligenti e degne del ruolo che compete loro in una società veramente democratica.
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L’indice completo del Fondo è in http://www.camera.it/application/xmanager/projects/leg17/attachments/shadow_mostra/file_pdfs/000/024/036/Fondo_Ceccarelli.pdf