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Iran: giornalista del Washington Post in carcere non può nominare avvocato. Lo denuncia il fratello, che fa appello alla Guida suprema.


TEHERAN, 18 febbraio 2015. L'avvocato di Jason Rezaian, il corrispondente del Washington Post in Iran in carcere dal luglio scorso per accuse che non sono state rese note, non ha ancora potuto inoltrargli le carte che deve firmare perché l'incarico sia formalizzato. Lo ha detto all'Ap il fratello di Rezaian, Ali, al telefono dalla California.    "Chiedo al capo della magistratura e alla Guida suprema – ha detto il fratello - di far esaminare questo caso" per rendersi conto dell'"assurdità" della vicenda. "Va oltre ogni comprensione - ha aggiunto - che si possa detenere una persona per sette mesi senza un chiarimento diretto su quanto questa abbia fatto". Il legale nominato dalla famiglia è Masoud Shafiei, lo stesso  che aveva difeso i tre escursionisti americani arrestati nel luglio 2009 sul confine tra Iran e Iraq, accusati di spionaggio e infine liberati la prima 13 mesi dopo, e gli altri due nel 2011. Jason Rezaian, che ha la doppia cittadinanza iraniana e statunitense, era stato arrestato il 22 luglio insieme alla moglie iraniana e due foto-giornalisti. I tre erano stati poi scarcerati, mentre di  Rezaian si è recentemente appreso che sarà processato da un Tribunale rivoluzionario, che generalmente tratta i casi connessi alla sicurezza nazionale. (ANSA-AP)






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