MOSCA, 8 settembre 2014. Nel pieno della tensione tra Russia ed Occidente per la crisi ucraina, la citta' di Mosca rende solennemente omaggio al giovane fotoreporter italiano Andrea Rocchelli e al freelance russo d'opposizione Andrei Mironov, morti insieme il 24 maggio sotto i colpi di mortaio vicino a Sloviansk, l'ex roccaforte dei filorussi nell'est ucraino. Sono loro infatti quest'anno i vincitori del premio 'Kamerton' (diapason), intitolato ad Anna Politkovskaia e attribuito a chi si e' distinto nella lotta per la difesa dei diritti umani e della liberta' di stampa. Il riconoscimento e' stato consegnato ieri sera in una commovente e affollatissima cerimonia organizzata dall'Unione giornalisti russi nella sala grande del conservatorio di Mosca, dove l'orchestra Musica Viva diretta da Aleksandr Rudin ha eseguito un concerto in onore delle due vittime. Erano presenti i genitori, la sorella e la compagna di Rocchelli, oltre al fratello di Mironov, mentre tra gli ospiti di spicco c'era l'ex dissidente Liudmila Alexeieva, la veterana della difesa dei diritti umani in Russia. Alle spalle dell'orchestra una gigantografia con stampati i volti in bianco e nero dei numerosi giornalisti e militanti dei diritti umani uccisi in Russia dal 1993 al 2014, anno questo contrassegnato da un inquietante punto interrogativo, quasi ad esprimere il timore che ce ne possano essere altri: l'ultimo e' un giovane fotografo russo Andrei Stenin, la cui recentissima morte sul fronte ucraino ha costretto gli organizzatori ad aggiungere la sua immagine a colori all'ultimo momento. Tra quei volti, anche quelli di Rocchelli e Mironov, ritratti insieme in una foto che sembra gia' un presagio. Una foto che accoglieva il pubblico anche all'ingresso della sala, insieme ai fiori che tanti hanno voluto lasciare. ''Ci ha colpito molto questa iniziativa, e' un bel modo per rendere omaggio ad Andrea e ad Andrei, peraltro in un momento come questo in cui le relazioni tra Russia e Occidente, anche tra Russia e Italia, sono molto tese'', ha detto all'ANSA il padre di Rocchelli. ''Abbiamo accettato anche per conoscere il fratello di Mironov: erano molto amici, amici veri, negli ultimi giorni Andrei dormiva nel letto del figlio di Andrea, aveva lasciato li' tutte le sue cose'', ha aggiunto, auspicando che l'accordo sul cessate il fuoco ''duri''. Sul palco, a nome della famiglia, e' intervenuta la sorella di Rocchelli. ''Siamo orgogliosi di essere a questa cerimonia'', ha sottolineato, ricordando poi alcuni ''frammenti dell'amicizia e del lavoro che li ha uniti'', in una ''mappa geografica di interessi speculari condivisi'' che spaziava dall'Italia al Caucaso e alla Russia in generale, sino all'Ucraina. Con una intesa, ha proseguito, ''su un'idea alta ed eticamente consapevole del giornalismo per un'opinione pubblica critica e una democrazia vitale", perche' "la liberta' di stampa non e' un lusso ma una necessita'". "Andrea portava avanti l'idea di un giornalismo e di un fotogiornalismo genuino ed indipendente, che si alimenta alle fonti e critico verso la logica economicistica che oggi domina il mondo dell'informazione", ha aggiunto, spiegando la sua scelta di dar vita nel 2008 al collettivo "Cesura". "Ora il nome della Politkovskaia unisce Andrea ed Andrei, come li unisce la violenza che ha spento le loro voci e le loro intelligenze", ha concluso. Sul palco anche il fratello di Mironov, che ha voluto ricordare come l'ex dissidente Andrei, storico militante per i diritti umani tra i fondatori di Memorial, fu prigioniero ancora in epoca gorbacioviana per diffusione di samizdat (le opere censurate in Urss e ricopiate clandestinamente a mano, con la macchina da scrivere o con il ciclostile), come testimonia il documento d'accusa del Kgb che ha voluto leggere non senza qualche imbarazzo tra le autorita' ufficiali e qualche spettatore troppo "patriota". (ANSA)