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Stampa

Al Corriere salta FERRUCCIO de BORTOLI? Il direttore non ha alcuna intenzione di dimettersi. Milano, 8 aprile 2014. Si è conclusa alle 17 dopo meno di mezz’ora l’assemblea dei giornalisti del Corriere della Sera, introdotta dal Cdr che ha informato la redazione sulla possibile accelerazione di un cambio della guardia alla direzione del quotidiano. Non c’è stato nessun altro intervento e non è stata presa alcuna decisione. De Bortoli avrebbe perso la fiducia dell’ad Jovane e del primo azionista, la Fiat, a seguito della vicenda dei bonus (www.primaonline.it)
BORSINO DEI DIRETTORI. Anticipazione di Cesare Lanza. Corriere della Sera: Ferruccio de Bortoli via, sarà sostituito da Giulio Anselmi & Mario Calabresi. Massimo Gramellini alla Stampa.

di CESARE LANZA-www.blitzquotidiano.it – 7.4.2014


Ferruccio De Bortoli è dato in uscita dal Corriere della Sera, per essere sostituito da Giulio Anselmi e Mario Calabresi, in uno di quegli strani ticket che piacciono tanto ma che sono forieri di disastri, anche se i prescelti fossero i migliori, cosa che nello specifico i due non sono. Al posto di Mario Calabresi, a dirigere la Stampa di Torino sarebbe destinato Massimo Gramellini. Di sicuro, al momento, c’è una sola cosa: conoscendolo un po’ da un po’ di tempo, è che Ferruccio De Bortoli non si dimetterà, non lascerà di sua iniziativa la poltronissima di via Solferino. Ma clamorosi spifferi provenienti da ambienti autorevoli, vicini al Corriere e alle larghe (in realtà complicate e tormentate) intese tra suoi numerosi azionisti, assicurano che è questione di ore: il cambio al vertice del più prestigioso quotidiano italiano sarebbe ormai deciso e imminente…La crisi, in aria da tempo, è precipitata dopo la ferma opposizione di De Bortoli al “bonus” ch’era sul punto di venir concesso al management di Corriere ed Rcs. Al punto che il “bonus” annunciato è stato ritirato o quanto meno sospeso. Non importa che De Bortoli abbia spiegato la sua intransigenza anche con il desiderio di evitare uno sciopero, nel giorno in cui il Corriere sarebbe uscito con uno scoop: l’intervista a Obama a firma di Massimo Gaggi. I rapporti, già affaticati – per usare un eufemismo – tra il direttore da una parte e John Elkann e l’amministratore delegato di Rcs Pietro Scott Jovane si sono irrimediabilmente guastati. A questo punto, in sostituzione di Ferruccio de Bortoli, è pronto il ricorrente nome di Mario Calabresi, attuale direttore de La Stampa. Ma con una novità importante: si parla di un tandem Mario Calabresi / Giulio Anselmi. Quest’ultimo (ex vicedirettore del Corriere, ex direttore de La Stampa, attualmente presidente dell’Ansa e della Fieg) sarebbe visto come un nome “forte”, ineccepibile, per tutelare la nomina di Calabresi, considerato ancora immaturo da altri azionisti del Corriere, spesso in disaccordo tra di loro. Martedì è il giorno annunciato per il colpo di scena. Di certo, ci sono state forti e ripetute pressioni per indurre De Bortoli alle dimissioni, a un’uscita soft, per ridurre al minimo polemiche le inevitabili polemiche, Ma, come detto, di sicuro – e questa è la sola notizia assolutamente certa, al di là del polverone delle voci – Ferruccio De Bortoli non ha alcuna intenzione di presentare le dimissioni. Infine, se l’operazione si compirà, al posto di Calabresi al timone de “La Stampa” andrà Massimo Gramellini. (IN http://www.blitzquotidiano.it/media/cesare-lanza-corriere-della-sera-de-bortoli-1833663/)


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Corriere della Sera, De Bortoli e la guerra di Fiat in Rcs. Il direttore verso l'addio. Contro di lui Elkann e l'ad del gruppo. A difenderlo resta Bazoli. - (di www.letterra43.it) - Milano, 8 aprile 2014. Da una parte la Fiat, azionista predominante di Rcs. Dall'altra Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa SanPaolo - la banca che del gruppo editoriale detiene il 6% circa - non più dominus incontrastato del Corriere della Sera ma ancora capace di far pesare i suoi desiderata. Sull'addio di Ferruccio de Bortoli alla direzione del principale quotidiano italiano è in corso una dura battaglia al vertice di via Solferino, che non riguarda solo i destini del giornalista, ma il futuro stesso del giornale e del gruppo. - ELKANN E MARCHIONNE CON JOVANE. John Elkann e Sergio Marchionne hanno dato piena fiducia all'amministratore delegato di Rcs Pietro Scott Jovane e al suo piano di ristrutturazione che dovrebbe portare a circa 92 milioni di risparmi per ripianare i debiti della vecchia gestione. E mal hanno sopportato le prese di posizione di De Bortoli che si è opposto più di una volta alle decisioni del management. - LE FRIZIONI COL MANAGEMENT. A cominciare dalla vendita della sede storica di Via Solferino. Il direttore aveva ventilato la possibilità di dimettersi dall'incarico se fosse stata portata a termine l'operazione e solo la decisione di lasciare comunque la redazione del giornale nella storica sede milanese, evitando così ai giornalisti il trasloco in via Crescenzago, l'aveva fatto desistere dai suoi propositi. - LA ROTTURA SUI BONUS. Ma la rottura con i vertici torinesi della società è diventata insanabile quando, poche settimane fa, Jovane aveva annunciato la volontà di assegnare bonus ai manager del gruppo che avessero portato a termine e con successo il piano di tagli. Inaccettabile per De Bortoli che, solidarizzando con l'intera redazione del quotidiano, aveva messo sul piatto le sue dimissioni nel caso si fosse proceduto con l'elargizione dei benefit. - «MANCA UN VERO EDITORE». Scontro vinto ma solo parzialmente, perché la vicenda dei bonus ha compromesso definitivamente i rapporti tra De Bortoli e l'azionista predominante Fiat che ora ne chiede la dipartita. Il direttore del resto non ha mai fatto mistero delle sue perplessità sulla gestione della società. In un'intervista a Il Foglio, il 19 febbraio, aveva lamentato la mancanza di un editore vero per il Corriere sottolineando l'eccessiva frammentazione dell'azionariato. Il direttore non si dimetterà, ma aspetterà di essere dimesso, non fosse altro che per consentire al vertice aziendale di assumersi le proprie responsabilità. Sempre però che Bazoli non riesca nel suo intento. Secondo quanto risulta a Lettera43.it, il banchiere bresciano infatti si sta battendo per tenere De Bortoli alla guida del giornale. Riuscirà «l'arzillo vecchietto», per usare l'espressione di un altro azionista scalpitante di Rcs, Diego Della Valle, a fare passare la sua linea? - DA TORINO A MILANO. I giornalisti del Corriere si sono riuniti in assemblea nel pomeriggio dell'8 aprile per discutere anche del possibile cambio alla direzione. Intanto si fanno già i primi nomi per il post-Ferruccio. Come direttore responsabile del quotidiano potrebbe subentrare Mario Calabresi, attuale direttore de La Stampa (e uomo gradito alla famiglia Agnelli) che lascerebbe il posto a Massimo Gramellini. Per la vicedirezione si fa il nome di Aldo Cazzullo, uno degli inviati di punta del quotidiano di via Solferino. Come direttore editoriale invece si era parlato in un primo momento di Giulio Anselmi, che però sembra abbia rifiutato l'offerta. Si tratta comunque solo di voci. - AZIONARIATO DI GUERRA. Per ora la vera battaglia è tra la vecchia guardia del frammentato e litigioso azionariato Rcs e la nuova che, sebbene abbia contribuito a salvare un gruppo sull'orlo del fallimento, come sottolineato pochi giorni fa dallo stesso John Elkann, non è per nulla intenzionata a riversare altri soldi sull'azienda: «Non ci saranno altri investimenti in Rcs», perché «la società non ne ha assolutamente bisogno», ha ribadito, a scanso di equivoci, l'erede di casa Agnelli. (IN http://www.lettera43.it/economia/media/corriere-della-sera-de-bortoli-e-la-guerra-di-fiat-in-rcs_43675126606.htm)







 



 


 



 





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